MIKE

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Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime.

Marie von Ebner-Eschenbach



Le lezioni sembravano infinite, ed io ero leggermente dubbioso sul fatto che sia Austin che Laura non si erano fatti vivi a scuola, Austin stava marcando male, soprattutto per quanto riguardava gli allenamenti, ricordo che per far calmare il Mister dovetti inventarmi tante di quelle balle che se la storia delle gambe corte fosse vera a quest'ora sarei un nanetto, ma l'avrei sempre coperto, certo, se magari fosse più chiaro sulle sue intenzioni magari la cosa mi risulterebbe meno difficile, ma era lui, e quando da piccolo avevo deciso che sarebbe stato il mio fratello per scelta, avevo anche deciso di accettarlo così, con tutti i suoi difetti. 

Dopo ore estenuanti, compreso l'allenamento ero libero. Raggiunsi subito Mia, volevo assicurarmi stesse bene, quindi colsi l'occasione di voler bere un caffè con lei per poterle parlare.

<Mike, non serve che ti preoccupi così per me, io sto bene ed ora che tutti voi sapete mi sento meno sola. Ti ringrazio comunque per tutto quello che fai> Mia mi guardò serena, con il sorriso più sincero del mondo e con lo sguardo di chi aveva capito che il caffè era solo una copertura. 

Non sapevo bene come comportarmi con lei, fino a poco tempo prima era la sorellina piccola da proteggere, ed ora era davanti a me, pronta per diventare mamma. Sapevo anche che mi aveva chiesto di non trattarla come una malata, e infatti non lo era, anzi, era più bella del solito, la gravidanza le donava, ma io non riuscivo a non essere ossessionato dall'idea di doverla proteggere. 

<Scusa, volevo solo sapere se stavi bene, e poi volevo parlarti un po' di Austin> Confessai.

<Sto bene tranquillo, se dovessi avere mai qualcosa ti avviso promesso. E si, preoccupa anche a me mio fratello e non sai quanto.. non riesco proprio a capirlo.> 

<L'ho già detto mille volte, ma ogni giorno che passa sono sempre più convinto che quei due si faranno tanto male, l'hai visto anche tu come scoppiano quando non riescono a parlarsi, lo vedi anche tu quanto Laura è convinta di potercela fare, e quanto Austin esce fuori di testa quando si tratta di lei. Sono due stupidi, perché potrebbero farsi del bene, invece cadono sempre nel  male, lui si ostina a scappare.. da cosa poi, solo dio lo sa, e lei continua a rincorrerlo senza fermarsi. Non va bene, per nessuno dei due> Mi interruppi un attimo, per provare a fare ordine, Mia annuì, consapevole di quanta verità c'era nelle mie parole. 

E credetemi, non ero felice di pensare quelle cose, non ero felice ad essere convinto che lui, il mio amico da sempre, mio fratello di cuore e non di sangue, non era in grado di superare gli ostacoli, ma era la verità. 

< Ho intenzione di parlare con tutti e due, e di farlo seriamente, cosa ne dici se andiamo a casa e lo aspettiamo? Sicuramente sarà in giro, chiamiamo anche Laura e parliamo anche con lei, cosa ne pensi?> 

<Si, forse è arrivato il momento di mettere un punto a questa storia, provo a chiamare Laura> Concluse convinta, mentre con il dito cercava il contatto di Laura nella rubrica del telefono. 

Durante l'attesa della chiamata ne approfittai per chiamare il mio amico. 

<Non risponde> 

<Neanche lei> 

<Perfetto direi, vabbè andiamo a casa riproviamo dopo> 

Nessuno dei due ci aveva risposto, eravamo così preoccupati, Laura dopo la festa era sparita, più sentita, Austin pure, cosa poteva esserci di meglio?. Quei due ci stavano tirando pazzi. 

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