CAPITOLO 17

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CAPITOLO 17

Sherlin

Austin mi si para davanti, il ciuffo di capelli scuri gli ricade ribelle sugli occhi. La sua espressione è dura, ha le sopracciglia aggrottate e le labbra strette in una linea ferma. Le sue spalle sono rigide, tutto in lui rivela una tensione palpabile. Tiene tra le mani una copia del giornale. I suoi occhi blu oceano sono pieni di rabbia e mi fissano con sguardo incredulo. Io sono di fronte a lui ma è come se non fossi veramente presente in questo corridoio. Sono preoccupata, non so che cosa dire, non so nemmeno perché queste parole siano finite in prima pagina dato che non ho mai scritto l'articolo, ma soltanto degli stupidi appunti senza senso. Non so come, ma sono decisa a difendere me stessa da questo che definirei senza ombra di dubbio un colpo basso. Ci studiamo in silenzio, scambiandoci sguardi intensi, le emozioni che provo sono contrastanti e immagino che anche Austin stia vivendo lo stesso tumulto interno.

«Perché diavolo l'hai fatto?». Un altra domanda, questa volta però è un sussurro, come se questa conversazione dovesse rimanere solo tra noi e lontana dalle orecchie degli studenti che ci stanno guardando con aria confusa ma interessata.

«Io non... ti giuro che posso spiegare». Quasi non mi scappa una lacrima per la tensione, mi trattengo ricacciandola indietro a fatica.

«Non provare a dirmi che non sei stata tu, o che non volevi, o che non ti sei avvicinata a me solo per fare questo lavoro sporco. Ho sempre pensato che fossi diversa, in senso positivo, ma mi sbagliavo, sembravi diversa perché stavi nascondendo il vero motivo per il quale ti sei tanto avvicinata a me». Le sue parole sono cariche di rancore e non posso fare altro che continuare a ripetergli all'infinito che tutto questo schifo non è opera mia.

«Te lo posso giurare su ciò di cui ho più caro al mondo, c'è il mio nome, ci sono cose che mi hai raccontato e che altri non dovrebbero sapere, è vero, ma credimi non ho scritto questo articolo».

«Ah no?! Allora è stata la fatina del giornale a scrivere tutto questo schifo su di me. Sai, credevo che tra noi le cose potessero funzionare... ma no aspetta, cosa dicevi a riguardo?! "...il classico ragazzo che predilige relazioni senza impegno, gli piace divertirsi, senza però pensare alle conseguenze ". Mi sembra chiaro che l'unica che non ha pensato alle conseguenze sei tu. Non farti più vedere Mitchell, non voglio più vedere quel tuo culo quasi perfetto che mi gira intorno».

«Aspetta tu non capisci». Lo blocco per un braccio ma Austin ha la meglio su di me e con uno scatto improvviso fa aderire la mia schiena alle file di armadietti puntando le sue braccia alle estremità della mia testa. Il petto mi si alza e abbassa a corto di fiato, il disagio che provo in questa situazione non è paragonabile a nulla che mi sia successo fino a questo momento. Punto gli occhi su quelli del capitano e spero, che almeno da questa distanza, possa capire che sono sincera e che dopo tutto quello che è successo tra noi noi avrei mai potuto pubblicare delle cattiverie simili.

«Bellezza non c'è niente da capire». Mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la tristezza che vedo nei suoi occhi in questo momento mi fa capire che siamo arrivati al punto di rottura che tanto ho cercato di evitare. Per non trovarmi in questa situazione ho rinunciato alla prima pagina, ho rinunciato alla mia passione per il giornalismo, mi sono messa contro ad uno degli amici più cari che ho... pensando a quest'ultimo particolare, una consapevolezza e una furia omicida si fanno strada dentro il mio corpo.

Che tu sia maledetto Lerry.

«Ti giuro che avrai una spiegazione, adesso però, c'è qualcosa di cui mi devo occupare». Gli poso una mano sul petto ma lui si ritrae facendo un passo indietro come se il mio tocco l'avesse scottato.

ONE LAST MATCH - Tra Giornalismo e TouchdownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora