CAPITOLO 29

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CAPITOLO 29

Sherlin

Finalmente l'aereo sta atterrando all'aeroporto di Heathrow, è una mattina tranquilla e soleggiata. Guardo fuori dal finestrino mentre l'aereo è prossimo alla pista.

Londra, con le sue storiche strade e il suo vibrante mix di modernità e tradizione, mi attendono. La città che ho sempre e solo visto nei film e letto nei libri, è ora la mia nuova destinazione, un luogo in cui spero di trovare risposte, fare vecchi incontri e forse, trovare un nuovo inizio.

Con il cuore che sembra impazzire nel petto, raccolgo le mie cose e mi accodo agli altri passeggeri per uscire dall'aereo. L'attesa al nastro bagagli mi sembra infinita e quando noto la mia valigia rosa sgargiante in mezzo a tutte le altre, tiro un respiro di sollievo.

Ho sempre avuto il terrore che non arrivasse a destinazione.

Mi dirigo verso l'uscita e in mezzo a tutta la folla di persone che aspettano, cerco Ava, sperando che si sia ricordata di venirmi a prendere.

Poco dopo, un foglio bianco con il mio nome cattura la mia attenzione. Ava è in piedi e si sbraccia per farsi vedere, mi dirigo verso di lei spingendo chi intralcia il mio cammino. La ragazza che ormai da mesi mi supporta in questa folle pubblicazione è vestita come sempre in modo impeccabile, il suo sorriso caloroso e gli occhi penetranti, per un momento, mi fanno passare la paura di essere lontana da casa.

«Finalmente! Benvenuta a Londra bellezza!». Come se avesse capito di aver fatto un errore, mi sorride ancora di più.

«Scusa, ma il fatto di aver letto il tuo romanzo ben cinque volte, mi manda in confusione e questo nomignolo è così carino che non posso fare a meno di usarlo!». Si scusa, o almeno così mi sembra.

«È da anni che nessuno mi chiama più così, anche perché in effetti l'unico ad usare questo nomignolo era lui... ad ogni modo, sono contenta di essere qui!». Sorrido lasciando correre questa piccola gaffe.

Mentre seguo Ava, mi guardo intorno e incrocio gli occhi di ogni persona presente, probabilmente il mio inconscio, sta cercando proprio una persona e non una qualunque.

«Com'è andato il volo?». Domanda Ava, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

«Tutto tranquillo, grazie». Rispondo, seguendola verso un'elegante auto parcheggiata poco distante.

Durante il tragitto verso il centro di Londra, guardo con occhi sgranati i luoghi iconici che si palesano davanti a me attraverso il finestrino, gli stessi luoghi che avevano popolato i miei sogni di ragazzina per anni: il Big Ben, il London Eye, la famosissima Torre di Londra. Questa città pullula di vita, di felicità, di libertà, mi sento così piccola ma incredibilmente viva al suo cospetto.

«Siamo quasi arrivate». Annuncia Ava, guardandomi con un sorriso.

«Mi sono presa la libertà di affittarti un appartamento nel quartiere di Camden. È un posto vivace e pieno di energia, penso ti piacerà!».

«Camden?! Ho letto molto sul quartiere, è fantastico, non so come ringraziarti!». Cerco di nascondere l'emozione che quasi mi rompe la voce.

Mi sembra tutto così troppo perfetto per essere vero.

Una volta arrivate davanti ad un edificio storico dalla facciata in mattoni rossi, Ava mi aiuta con i bagagli. Dopo due rampe di scale, senza ascensore, arriviamo finalmente a quello che sarà il mio appartamento per tutta la durata del mio soggiorno qui.

Dietro la porta, mi attende un piccolo ma accogliente monolocale, con una grande finestra che offre una vista sui tetti di Londra. Le pareti sono dipinte di bianco e noto con piacere che l'arredamento è semplice ma funzionale.

ONE LAST MATCH - Tra Giornalismo e TouchdownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora