CAPITOLO 7

3.9K 95 0
                                    

CAPITOLO 7

Sherlin

Dopo le lezioni trovo un momento per bere un caffè con Norah. Siamo sedute al UrbanBrew e la mia amica non fa altro che farmi domande sugli ultimi avvenimenti con Austin. Non che ci siano molte cose da dire, ma a questa ragazza non sfugge nemmeno una parola di ciò che le sto raccontando.

«Questo tizio ha un palese interesse per te. Ti ha dato il suo numero, ti ha portata al campo da football e Dio solo sa quanto sia importante quel luogo per i Falchi, figuriamoci per il capitano e ultima cosa, ma non meno importante, stava per baciarti».

«Ma non l'ha fatto».

«Lo farà».

«Non è questo il punto Norah, qui stiamo parlando di me e di un ragazzo che si può dire che nemmeno conosco. Se non fosse stato per l'articolo io e lui non ci saremmo nemmeno mai parlati. La cosa peggiore di tutta la faccenda è che dovrò scrivere di lui in modo non proprio positivo e questo mi turba molto. Non sembra affatto un cattivo ragazzo, forse alle volte può risultare stronzo ma...».

«Rallenta, tu non hai ancora scritto nulla, Lerry potrebbe anche cambiare idea sull'articolo se solo tu provassi a parlargli. È un osso duro ma non penso che ti negherebbe un cambio di rotta».

Giuro che in questi giorni ho cercato di scrivere qualcosa, ma nulla di quello che ho buttato giù riesce a rispecchiare l'immagine, quella vera, del capitano. Non ho ancora abbastanza materiale per scrivere qualcosa sulla squadra e su quanto i suoi giocatori non siano così perfetti come tutti immaginano.

Ma magari Lerry si sbaglia e i ragazzi del football sono davvero degli astri nascenti senza nessun tipo di segreto o doppio volto.

«No, scriverò questo articolo non voglio trovare vie di fuga. Lerry non lo accetterebbe».

«Come vuoi, ma nel farlo vedi di non innamorarti».

«Innamorarmi... io?!».

Finito di bere il caffè ci diamo appuntamento per sta sera. Un locale vicino ai nostri appartamenti organizza un dj set e Norah mi ha praticamente costretto ad andarci sotto minaccia. La saluto e la prego di venirmi a prendere senza fare ritardo come invece è solita fare.

Salgo al mio appartamento e inizio a scrivere sul computer, quando mi rendo conto che le parole che scrivo sono soltanto elogi positivi sul capitano dei Falchi chiudo lo schermo e decido di non riaprirlo fino a data da destinarsi.

Due ore dopo sono davanti allo specchio e sto cercando di acconciare la mia massa di capelli, non so se tenerli legati o se scioglierli in una piega dritta. Alla fine di tutto il processo dei boccoli setosi mi ricadono sulle spalle, due ciuffetti più corti mi incorniciano il viso facendo risaltare il colore notte dei miei occhi.

Decido di indossare un abito nero, aderente che mette in risalto le mie curve sinuose. Non sono un amante del trucco ma sta sera ho fatto un eccezione, il rossetto rosso sulle labbra, in contrasto con i toni del nero e grigio che ho sfumato sulle palpebre, mi dona un aria quasi più adulta. Sono soddisfatta del risultato e perdo così tanto tempo ad ammirami allo specchio che non mi rendo conto che l'ora di andare è arrivata.

Norah ha parcheggiato la macchina fuori dal mio appartamento e mi aspetta poggiata alla portiera. Sta fumando e dall'odore che sento provenire dalla sua direzione capisco che quella che ha in mano non è una sigaretta.

«Buttala».

«Non fare la mammina Sher, vuoi un tiro?».

«No, l'ultima volta sono finita distesa sul pavimento. Questa roba è troppo forte per me, non voglio ripetere l'esperienza».

ONE LAST MATCH - Tra Giornalismo e TouchdownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora