CAPITOLO 9
Sherlin
Non so perché ma il professor Wilson ha questa brutta abitudine di portarci in biblioteca, per svolgere la sua lezione, dove l'aria odora di carta vecchia e dove oggi dalla finestra si può ammirare il temporale che trasforma il cielo in un tumulto di pioggia scrosciante. Le gocce d'acqua percorrono il vetro scendendo lente e il fragore dei tuoni rende l'atmosfera consona per affrontare l'analisi di "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen. Ammiro e ascolto il professore con attenzione ed entusiasmo, come ogni amante della letteratura, questo romanzo è di certo tra i miei preferiti. Scorro con gli occhi l'estratto che stiamo analizzando e nonostante mi sia difficile, tento di immergermi nella profondità dei sentimenti descritti dall'autrice.
Il suono della campanella fa alzare tutti i miei compagni mentre io me ne sto imbambolata sulla sedia e finisco di appuntare le ultime parole del professore.
«Signorina Mitchell, va tutto bene?».
«Si, benissimo. Stavo solo pensando...».
Mi blocco per paura di dire qualcosa di troppo stupido agli occhi di questo figo di...
Sherlin piantala è il tuo professore, certe cose non si possono pensare.
«Dica, non abbia paura di esprimere il suo pensiero, mi piace sapere cosa passa nella testa dei miei studenti quando si studiano questi romanzi, i pareri sono sempre contrastanti. Sono certo che il suo punto di vista è interessante».
«Penso che ognuno di noi nel corso della vita incontrerà sfumature di orgoglio e pregiudizio, ma non so quanto questo possa essere positivo, considerando il fatto che questi due sentimenti solitamente pongono delle barriere. E mi perdoni per quello che sto per dire ma, nonostante io ami questo romanzo, non riesco a credere che tutti gli ostacoli amorosi possano essere superati come succede ad Elizabeth e Darcy».
«Come immaginavo, un punto di vista insolito per una studentessa di letteratura inglese. Fuori dagli schemi convenzionali oserei dire».
Direi che il professore mi ha inquadrata. Dal suo sguardo percepisco che il mio pensiero l'ha veramente colpito e non posso essere più contenta di così.
«È stato un piacere parlare con lei. Alla prossima settimana e grazie di aver ascoltato con interesse il mio pensiero».
«Il piacere è stato mio e non mi ringrazi signorina, questo è il mio lavoro. Arrivederci».
Lascio la biblioteca immersa con la mente ancora nelle pagine di "Orgoglio e Pregiudizio". Raggiungo il mio armadietto per appoggiare i libri che mi serviranno anche domani. Fuori il tempo non sembra essere cambiato, anzi, il cielo si è fatto ancora più nero. Sarà meglio che io torni a casa a studiare un po' dato che nelle ultime settimane non ho fatto altro che pensare a quello stupido, stupidissimo, idiota...
Arrivata all'appartamento decido di fare un po' di ordine, qui dentro sembra esplosa una bomba, mamma non sarebbe per niente fiera di me, motivo per il quale evito di video chiamarla, se non vede non può rimproverarmi. Ci metto due ore ma l'appartamento sembra come nuovo. La lezione di oggi mi ha fatto venire voglia di riprendere in mano il romanzo e così faccio, dopotutto sarà materia d'esame e leggerne alcuni capitoli non mi farà di certo male. Distesa sul letto, la luce soffusa proveniente dalla abat jour illumina il testo su cui sono concentrata. Ho sempre creduto all'amore con una punta di romanticismo, ma le mie esperienze passate e quello che è successo con Austin in queste settimane mi ha forse fatto ricredere sui miei pensieri. Mi sento in un certo senso delusa e soprattutto confusa. A pensarci bene Austin Turner, il ragazzo che mi ha rifiutata, per la seconda volta di fila, sembra direttamente uscito da un romanzo della Austen, un Darcy moderno seguito dal suo stupido orgoglio. Peccato però che nella mia storia sia proprio io la parte lesa e non il contrario. Ma si sa, l'orgoglio è una corazza, ma allo stesso tempo anche una debolezza ed è proprio le debolezze di Austin che io voglio e devo conoscere. Certa che il mio ragionamento non faccia buchi da nessuna parte prendo il cellulare e mando un messaggio al capitano. Non so bene cosa dirgli, infatti ci metto più di cinque minuti per digitare una frase di senso compiuto.
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ONE LAST MATCH - Tra Giornalismo e Touchdown
ChickLitSherlin Mitchell è una matricola della East River University, sempre in disparte, attenta a non dare nell'occhio, concentrata sul futuro, il suo obbiettivo è diventare una brava giornalista. Per un lavoro datole dal suo capo redattore, si ritrova a...