𝐸̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑙𝑎, 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑚𝑖

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Corro al negozio appena lascio l'aeroporto, ho ancora il fuso orario che mi butta giù, un sonno da paura ma per prima cosa voglio vedere Morena.
Entro in negozio con un sorriso enorme, la cerco con lo sguardo, non la vedo.
C'è solo Valentina, piega dei vestiti, quasi mi ignora.

"Vale." Urlo entusiasta. "Morena dov'è?" Chiedo e il mio sorriso scema di fronte al suo sguardo duro.

Continua a piegare i vestiti, li gira e rigira e sembra quasi riversare su di loro la sua ira.

"Va tutto bene?" Le chiedo corrucciando la fronte.

"Hai una bella faccia tosta tu, eh?" Valentina quasi ride sarcastica, prende un giornale e lo batte con forza sul bancone.

Ci sono io, una ragazza avvinghiata a me.
"No Vale, non penserai..." Mi aggiusto il cappellino, mi porto le mani al viso e comincio a muovermi nervosamente. "Valentina, non so nemmeno chi sia, è venuta con Emma all'evento, mi si è buttata addosso e avranno scattato la foto in quel momento." Spiego e il viso di Valentina continua a restare duro. "Non mi credi? Valentina, non mi credi?" La esorto a rispondermi.

"No e non ti crede nemmeno Morena, a proposito di lei, non cercarla più." Quasi mi ordina.

"No, questo è un cazzo di malinteso, lo capisci?" Alzo il tono di voce. "Morena dov'è?"

"Lauro, è meglio che le stai alla larga e che non cerchi nemmeno Edo."

"Come? Nemmeno Edo? Ma che dici? E i nostri progetti?" Mi agito, delle gocce di sudore mi bagnano la fronte.

Cosi Valentina getta in malo modo dei capi sul tavolo, dopo averli stritolati con le mani, quasi come se avesse voluto strirolarle intorno al mio collo.

"Tu non hai rispetto di niente e di nessuno, pensi che perché fai musica figa e vendi 2 dischi ti sia concesso tutto." Sembra sputare veleno, ha gli occhi infuocati. Probabilmente gli ormoni della gravidanza le amplificano la vista delle cose.

Resto in silenzio con lo sguardo confuso e lo stomaco aggrovigliato. Vorrei tornare indietro, non andare a New York, non prendere quel maledetto aereo, prendere a pugni il paparazzo che ha venduto una storia falsa ai giornali, non fare del male a Morena. Ma è successo e ora devo solo trovare il modo di far venire fuori la verità.

Mentre penso ad una soluzione, o almeno ci provo, Edoardo piomba in negozio.
"Che stai a fa qua, eh?" Mastica scompostamentr un chewingum.

"Edoà, è un cazzo de malinteso." Metto le mani avanti, lui è furioso.

Apre le narici e butta fuori l'aria, respira poi a bocca aperta lasciando uscire l'aroma della menta.

"Senti Lauro, sei un cantante, sei figo, tutte te vogliono ma non per questo sei autorizzato a giocà con mi sorella, a prometterle la luna quando non glie poi da manco 'na stella."

Eh no, lui non ha gli ormoni della gravidanza in circolo, ormai mi credono tutti un traditore.

"T'ho sempre voluto bene, ma hai fatto male alla cosa più importante da vita mia, sparisci, prima che me scordo il bene e te gonfio." Dice duro ma negli occhi glielo leggo quel bene che dice di volermi, ed è proprio a quegli occhi che faccio appello.

Glieli cerco, punto dritto alla sua pupilla che quasi sembra non reggere il confronto.
"Edoà, secondo te facevo 'na cosa così?"

Edoardo respira nuovamente, giocherella con la gomma da masticare, ci infila la lingua e scoppietta due palloncini.
"Io credo ai fatti no alle chiacchiere, stai su 'sto cazzo di giornale avvinghiato a questa." Prende il giornale e me lo sbatte in faccia.

"Basta." Una voce fin troppo familiare mette a tacere il chiasso, è Morena, stringe pugni e denti, ha gli occhi consumati.

Quanto hai pianto, amore mi?

"Amore." Dico cercando di portarle le mani al viso, questi occhi verdi e belli non meritano di versare lacrime, voglio baciarle le ferite, ricucirgliele una ad una.

"Non mi toccare." Con una mano mi stoppa, con lo sguardo mi boccia.

"Morena..." Riesco appena a dire, mi porto una mano alla fronte. "Questa è la fiducia che hai verso di me?"

"Fiducia?" Ride sarcastica. "Avete capito? Chiede fiducia. Che importa se mi ha portata a letto, mollata, riportata a letto, detto che non voleva nulla di serio, poi di nuovo portata a letto per poi addirittura tradirmi? Lui ora vuole fiducia." Sospira e si massaggia le tempie. "Dici che hai paura dell'amore e che possano farti male ma sei tu ad autodistruggerti ed io in questo gioco non ci voglio stare più." Tira su con il naso, mi da poi le spalle.

Stavolta l'ho persa per sempre.

𝑆𝑇𝑈𝑃𝐼𝐷𝐼 𝑅𝐴𝐺𝐴𝑍𝑍𝐼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora