𝐼𝑛 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑎𝑙 𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝑑𝑖𝑐𝑖 "𝑣𝑖𝑒𝑚𝑚𝑖 𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒"

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Io e Morena abbiamo passato le ultime 48 ore chiusi in casa, quasi come a voler recuperare 20 anni di vita separati.
Ci siamo nutriti l’uno dell’altro e del suo sapore no ne ho mai abbastanza.
Questa mattina la trovo sveglia appena apro gli occhi, con indosso una mia camicia azzurra.

“Buongiorno.” Mi dice e si siede a cavalcioni su di me.

“Ciao.” Le dico sorridente e la bacio sulle labbra.

“Ho fame.” Mi dice con aria da bambina, così le mordo il naso. Si alza e mi da le spalle, fa per andare in cucina ma la trattengo.

“Anche io, di te.” Le dico punzecchiandole il sedere.

“Signor Lauro, colazione pronta.” Urla Perla da fuori la porta.
Così io e Morena raggiungiamo la cucina.

“Buongiorno Perlì.” Le dico e sbadiglio.

“Ancora qua signorina? Allora signor Lauro veramente serio.” Dice annuendo sorridente verso Morena.

Addento una fetta biscottata e intanto la mia attenzione viene catturata da un giornale. Sbuffo, ci siamo io e Morena, prevedibile vista la dichiarazione al concerto.

“Che hai?”Morena chiede a bocca piena e getta una veloce occhiata.

“Siamo in prima pagina.” Rido quasi sarcastico.

“Sembri infastidito.” Ribatte lei.

“No, è che…sono un cantante, voglio si parli della mia musica non della mia vita privata.” Le spiego e sorseggio il cappuccino.
Morena mastica, deglutisce e si mette a fissarmi. Indietreggia la testa, quasi mi studia.
Lo conosco quello sguardo, Morè.

“Non vuoi che si sappia di me.” Mi dice a braccia conserte.

“Ma no, Morè, che dici…”

“Dico la verità, Lauro. Io vado bene rinchiusa nel tuo castello, ma non sia mai lo sappiano tutti.” Si alza e mi da nuovamente le spalle.

Nun ‘o fa, Morè, se me dai le spalle tu è l’intera vita che me da le spalle.

“Ma se t’ho fatto ‘na dichiarazione avanti a tutta quella gente.” Rido e la afferro da dietro, le stampo un bacio in guancia. “Stasera devo partecipare ad un evento, ti va di venire con me?” Le dico ad un orecchio.

“No, perché mo lo fai solo perché me so incazzata.” Eccola che si impunta, eccolo il suo caratterino.

“Ma no, to giuro Morè, mi va che ci vieni. È che pe me sei ‘na cosa preziosa, non ti voglio dare in pasto ai media.” Le spiego e la stringo più forte.

“E in qualità de che devo venì stasera? Come tua costumista?” Mi punzecchia tamburellando con le dita sulla punta del mio naso.

“Come la mia fidanzata.” Scandisco bene le parole, cosi Morena mi getta le braccia al collo e si fa smorfiosa.

“Come? Non ho capito.” Mi dice sollecitandomi a ripeterlo.

“La mia fidanzata.” Le ripeto a fior di labbra.

“Mh, quanto sei bono quando ‘o dici.” Mi stringe il viso in una mano e mi stampa un bacio.

Così la sera arriviamo all’evento, incontriamo Edoardo e Valentina, dalla sera del concerto non li abbiamo più visti.

“Chi non more se rivede.” Edoardo ci punzecchia ridendo.

“Scusa Edoà, ce siamo chiusi in casa i questi giorni.” Dico abbassando lo sguardo.

“Avete avuto da fa.” Edoardo mi prende in giro, poi quasi rinsavisce, si rende conto che non sta parlando di una ragazza qualunque ma di sua sorella. “No, nun ‘o voglio sape ‘a fa che.” Dice tappandosi le orecchie, così io, Morena e Valentina ridiamo.

“Oh Lauro.” Eccola Emma, una produttrice che c’ha sempre provato, in tutti i sensi. Ad avermi come artista, ad avermi come uomo.
Storco il naso, mi volto e prendo Morena per mano.

“Emma.” La saluto con un cenno del capo. “Ti presento…”

“Sì, so chi è.” Dice fissandola. “Carina è carina eh, bella trovata pubblicitaria Lauro.” Mi fa un occhiolino.

“Trovata? Che trovata?” Chiedo senza capire.

“Ma sì, hai finalmente capito che i fan hanno bisogno anche del gossip, fai bene a fingere di essere fidanzato."

Continua a parlottare come se di me sapesse tutto, ha l’aria saccente e un rossetto arancio che mi disturba non poco, stringo i denti di fronte alla sua superbia.

“Del resto, ti conosciamo nell’ambiente, sappiamo quanto non ti piacciano i legami, come biasimarti. Nel nostro mondo la tentazione è dietro l’angolo.” Continua, Morena si acciglia, si morde il labbro, avrà uno scatto di ira sicuro, cosi intervengo.

“Guarda che è davvero la mi fidanzata.” Annuisco convinto.

“Sì? Quanto dura? Natale e Santo Stefano?” Chiede ridendo e ci volta le spalle.

C’è un attimo di silenzio tra me e Morena, la vedo poi sbuffare.
“Sono tutte così simpatiche le amiche tue?” Mi dice lasciandomi la mano.

“Morè, dai.” Gliela riprendo. “Ma dai davvero peso a quella?” Le cerco gli occhi che quasi le sorridono quando incontrano i miei.

“Lauro.” Sento urlare e nemmeno il tempo di chiarire con Morena che due ballerine mi si lanciano addosso. Le conosco ma non me le ricordo, chissà in quale evento le avrò conosciute, ma nemmeno mi interessa. La mia attenzione è rivolta a Morena che stavolta mi lascia lì e se ne va per fatti suoi.

“Ragazze, scusate, manco me ricordo chi siete.” Dico sfuggendo alla presa.
Così le vedo arrancare per trattenermi, mi parlano di video musicali, eventi, di chiamarle ed eccole altre due arpie di questo sporco mondo.
Io invece c’ho l’unica che me vuole da quando me sbucciavo le ginocchia, nun ‘a perdo per questo gallinaio.

Cerco Morena, schivo fotografi e interviste.
La vedo poco dopo, è seduta all’angolo bar, con il suo vestito rosso fuoco.
Quanto è bella e delicata, forte e sfacciata.

Mentre sto per avvicinarmi vedo un ragazzo avvicinarla.

“Posso offrirti da bere?” Le dice sorridente, è un bel ragazzo, così la metto alla prova, famme vede se sto facendo bene a fidamme.

Ma Morena è la mia perla rara, così con un sorriso gentile declina l’invito, fa cenno di no con la mano.

“Sto aspettando il mio fidanzato.” Gli dice e smette pure di guardarlo.

“A me sembri tutta sola e triste.” Insiste lui, le prende una mano e se la porta alle labbra.

Sento un fuoco dentro, sta toccando la mia Morena.
Lei ritira la mano e stavolta niente sorriso gentile.

“Ti sbagli, sono accompagnata e pure felice.” Gli dice in maniera stizzita, così intervengo.

“Amore, eccomi.” La abbraccio da dietro, guardo poi il tipo che abbassa la testa e si gratta la nuca, per poi liquidarsi poco dopo.

“Io me ne vado.” Mi dice Morena alzandosi dallo sgabello.

“No, perché?” Le chiedo implorante.

“Non mi piace stare qui, io…io non credo di farcela.” Farfuglia e tira si con il naso.

“Che vuoi dire?”

“Io sto bene con Lauro, a casa, lontana da tutto questo. Nella vita di Achille Lauro non so se ci sto bene.” Mi dice e mi sento il mondo crollare addosso.

“No, Morena, ti prego.” La fermo per le spalle. “Io sono Lauro, sempre lo stesso, di tutta questa merda che mi gira attorno non me ne frega niente. Io voglio solo cantare e poi tornare a casa da te, capisci?” Cerco di farmi guardare negli occhi, ma Morena cala lo sguardo, come se non sostenesse il mio. Quasi come se si stesse imponendo di non guardarmi per non cedere.

“Lauro, non lo so…” Scuote la testa, così la prendo per mano e la trascino con me.

“Che stai facendo?” Mi chiede senza capire, intanto cammino senza mai voltarmi ne rispondere.

“Lauro, che fai?” Mi chiede imbarazzata quando la porto di fronte ai fotografi. Si copre il viso con una mano.

Quanto sei bella, Morè, che non t’importa niente di tutta questa fama.
Ti sto mostrando al mondo, come mia meraviglia.

La afferro e la bacio, lascio che tutti immortalino il momento, così che sappiano che Morena è mia ma soprattutto che io sono suo.
Sono suo da sempre, pure quando lei nemmeno se ricordava de me.

“Lauro, ti ammazzerei.” Mi dice portandosi una mano al viso.

“Leva ‘sta mano, che sei bellissima.” Le dico e la bacio di nuovo mentre i flash c’accecacano.

“’O capisci che nun me interessa de nessuna?” Le dico alzandole il viso, la costringo a guardarmi negli occhi.

Annuisce e vedo delle lacrime passare nei suoi occhi.

“So de gioia quelle?” Sorrido e le accarezzo la guancia, così Morena annuisce nuovamente e si tuffa tra le mie braccia.

Che me ne importa de ‘sto mondo, Morè, te sei il mio universo.

𝑆𝑇𝑈𝑃𝐼𝐷𝐼 𝑅𝐴𝐺𝐴𝑍𝑍𝐼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora