"Morè, oh, Morè, svegliate." La strattono.
Morena mugola qualcosa, si gira poi verso di me.
Ci mette un attimo a realizzare, poi balza in mezzo al letto."Che succede?" Dice e accende la lampada sul comodino illuminando così la sveglia che segna le 4.00 del mattino.
"Te devo di 'na cosa." Mi schiarisco la voce, la vedo restituirmi un'occhiata contrariata.
Si sfrega il viso e ad occhi semichiusi mi risponde.
"Alle 4.00 del mattino me devi di 'na cosa, amo?""Io 'e cose le devo fa subito perché sennò poi nun me vengono bene." Dico e calo il viso.
"Oddio, che devi fa mo? Lauro, so le 4.00 del mattino, so incinta e stanca, se è n'altro casino giuro che te gonfio." Dice agitandosi e mi fa ridere.
"No, niente casini, ti giuro." Le dico ancora ridendo. "Te volevo da questo." Caccio il cofanetto con l'anello. "L'ho preso ieri e te lo volevo da a cena, 'na cosa romantica, che candele e il violino in sottofondo ma quando mai siamo stati così noi? Così me so girato e rigirato nel letto fino a mo, a cercare un modo giusto per dartelo. Po me so ricordato di quanto eri contenta quando intorno al dito t'ho legato il cotone e me so detto che tanti fronzoli co te non servono, che io e te siamo belli proprio pe questo." Parlo a raffica, ho il cuore in gola, lei gli occhi pieni di lacrime.
"So gli ormoni o te faccio st'effetto?" Le chiedo ridendo, la vedo che cerca di tenersele negli occhi quelle goccioline, poi s'arrende e le lascia andare giù.
"Non c'era bisogno." Dice afferrandomi il viso e stampandomi un bacio. "Ti amo così tanto." Sussurra e si tiene stretta al mio collo.
Apro lo scatolino, prendo l'anello e glielo infilo.
"Mo nun scappi più, eh." Le dico facendola ridere, con lei rido pure io."Dobbiamo fissà 'na data." Dice guardandosi felice la mano con l'anello.
"Sabato che c'hai da fa?"
"Sabato? È fra 3 giorni, Laurè." Mi dice ridendo e scompigliandomi i capelli.
"Guarda che so serio." Faccio spallucce.
"Te sei matto." Risponde e ancora non da il giusto peso a quanto ho detto, poi mi guarda. "Ma veramente ti vuoi sposare sabato?"
Annuisco. "Te ricordi quando ti ho detto che te volevo sposà? L'ho detto perché sapevo di volerlo veramente. Se te dico che ce possiamo sposà sabato, c'è sposiamo sabato."
"Ma come facciamo?" Morena getta occhiate in giro, riflette, come a voler capire se potrebbe mai essere possibile una cosa del genere.
"Sono o non sono Achille Lauro?" Dico dandomi un'aria, poi ritorno serio e riprendo. "Te dimmi solo se lo vuoi, se te la senti, se te va bene 'sto sabato e giuro che diventi mia moglie."
Morena ride, si porta le mani alla bocca e ride di nuovo.
"Sabato sia." Annuisce convinta, sceglie ancora una volta di fidarsi di me.Quanto sei pazza, Morè e io pazzo di te.
Siamo come i pezzi di un puzzle, incastrati con altri non potremmo mai funzionare.
Ti ho dovuta avere, possedere, perdere, rischiare, riconquistare per capirlo.Aspettiamo l'alba buttando giù idee, pensando a cosa vogliamo.
Morena si mette a disegnare su un foglio così vediamo prendere forma ciò che abbiamo nella testa.Siamo io e lei, seduti sul letto tra le lenzuola nere con i ghirigori oro, siamo io e lei a parlarci e capirci, a completare ciò che l'altro comincia a dire.
Siamo come un bel testo che si sposa perfettamente con una musica.I primi raggi del sole arrivano pian piano a illuminare la stanza e quando finalmente arriva un orario in cui non rischio di essere mandato a fanculo mi metto a fare un giro di telefonate.
Tutti dall'altro lato del telefono credono che io sia folle, ma scelgono di accontentare la mia follia.
Riuniamo per pranzo a casa nostra mia mamma, Edoardo, Valentina e la mamma di Morena. Ho voluto qui pure mio fratello Federico.
Siamo tutti intorno al grosso tavolo del salone, Perla ci serve un ottimo piatto di pasta.
"Vi starete chiedendo come mai vi abbiamo fatti venire qui." Esordisco improvvisamente.
"Ah perché non ce volevi solo offrì un pranzo come ricompensa che te sopportamo?" Edoardo risponde a bocca piena facendo ridere tutti, meno sua madre che gli tira uno scappellotto dietro la testa.
Edoardo le restituisce un lamento seguito da una smorfia di dolore, si massaggia poi la zona.
"'E buone maniere, Edoá." Lo rimprovera.
"Mi fa piacere offrirvi il pranzo, ovvio." Sorrido e calo la testa. "Ma io e Morena avremmo qualcosa da dirvi." Le prendo la mano, lei mi sorride e istintivamente poggia l'altra mano sulla sua pancia.
"So incinta." Dice appena.
"De nuovo." Aggiunge Edoardo che già sapeva, sua madre gli fa segno di tirargli un altro schiaffo, così alza le mani in segno di resa e desiste dal parlare ancora.
"E ci sposiamo." Proseguo io, intanto vediamo tutti intorno sorridere e congratularsi, partecipano alla nostra gioia e mi rendo conto che l'essenziale è chi è oggi riunito a questo tavolo.
"Io detto dal primo momento che ho trovato signorina nuda per casa che signor Lauro si era innamorato." Dice Perla facendo calare il gelo, tutti intorno trattengono delle risate.
"In che senso nuda per casa?" La madre di Morena chiede.
"E te, te stai a preoccupà de me che parlo a bocca piena." Le risponde Edoardo che stavolta lo scappellotto lo riceve da Valentina.
"Perla, prendi pure i secondi vai, grazie per il tuo intervento." Le dico frettoloso, cercando di spostare l'attenzione da quanto detto, intanto Morena si porta le mani al viso imbarazzata.
"Bene, come stavamo dicendo ci sposiamo." Mi arresto un attimo e sospiro. "Questo sabato." Proseguo.
"Questo sabato?" Ripetono all'unisono sgranando gli occhi.
"Fratè, come fai a sposatte questo sabato?" Federico chiede ridendo.
"Faccio, nun te preoccupa." Asserisco convinto.
"Ma perché se aspetti un po' se ne scappa Cenerentola?" Edoardo mi punzecchia.
"Perché abbiamo deciso così." Mi impunto come un bambino capriccioso.
"Oh, quando Lauro se mette in testa 'na cosa si fa prima a togliergli la testa che quella cosa, quindi è inutile ribattere." Valentina interviene in nostro aiuto.
"Te sei proprio sicura di volertelo sposà, figlia mia?" Mia madre dice a Morena che prontamente ride e annuisce.
"'A ma, ma che vai contro 'a chiesa?" La riprendo.
"Tanto se so scemuniti uguale." Edoardo continua a prenderci in giro.
"Voglio proprio vedere quando te scemunisci pure tu così e tiri fuori l'anello." Valentina gli agita la mano all'altezza del viso, noi tutti ridiamo.
E io li guardo, questi pazzi squilibrati che ci asseconderanno, perché tanto lo so che saranno tutti lì a fare il tifo per noi quel giorno.
Li guardo e provo così tanto amore e forse prima d'ora non me ne so mai accorto di avere così tanta gente bella intorno.
Attraverso Morena ora riconosco ogni forma d'amore.
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𝑆𝑇𝑈𝑃𝐼𝐷𝐼 𝑅𝐴𝐺𝐴𝑍𝑍𝐼
Фанфик"𝑁𝑜𝑛 𝑐'𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑡𝑖 𝘩𝑎 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑢𝑛 𝑝𝑜' 𝑚𝑎𝑙𝑒." Sono Lauro, faccio a pugni con l'amore. Mi soffoca, mi sta stretto, mi spaventa e mi avvelena. Canto, scrivo, amo quel che faccio ma non voglio am...