Capitolo quattordici

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Claire

Il ronzio del corridoio mi avvolge mentre mi faccio largo tra gli studenti in fermento per il ballo di Capodanno.

L'aria sembra carica di aspettative, eppure, non riesco a togliermi di dosso questa inquietudine che mi accompagna da giorni. La mia mente è affollata, come un cielo nuvoloso che nasconde qualcosa dietro le sue ombre. Gli incubi continuano a tormentarmi, frammenti sfuocati che non riesco mai a ricordare del tutto al risveglio.

La voce che risuona nella mia testa non mi dà tregua, insistente, come se stesse cercando di dirmi qualcosa che non voglio ascoltare. E Blake... lui è sempre lì, distante, irraggiungibile, eppure presente in ogni mio pensiero.

Sbatto le palpebre, cercando di scacciare via tutto mentre cammino più in fretta, alla disperata ricerca di Taylor. Quando finalmente la vedo, è impegnata a parlare con il professor Scott. Mi avvicino con disinvoltura, cercando di nascondere l'agitazione che mi porto dentro, e lo saluto con un sorriso più largo di quanto mi senta.

<<Salve, professore>> dico, cercando di sembrare allegra.
Ma mentre i convenevoli si scambiano meccanicamente, il mio sguardo scivola sulla sua mano, sul tatuaggio che spunta appena sotto il polsino della camicia. Una costellazione. Cinque stelle in fila, come se tracciassero un percorso nascosto nel cielo. I miei occhi restano incollati su quel disegno per qualche secondo di troppo, il tempo necessario a farmi perdere il filo della conversazione.

<<Sarò assente oggi,>> sento dire al professore, mentre io mi distolgo dal tatuaggio. Faccio una smorfia di disappunto insieme a Taylor, anche se, in fondo, un po' di tempo libero non mi dispiace. Con un sorriso, ci saluta prima di allontanarsi.

Appena se ne va, Taylor mi guarda con quel suo solito fare carico di preoccupazioni. <<Abbiamo un problemino,>> mi sussurra, e io non posso fare a meno di sollevare un sopracciglio.
<<Ce ne fosse solo uno...>> ribatto, mentre i miei pensieri tornano a ingarbugliarsi. Sto per chiederle cosa intende, ma una voce ci interrompe.

<<Hey,>> dice qualcuno alle nostre spalle. Ci giriamo entrambe e vediamo Tom che ci osserva, con quegli occhiali sempre appannati e il suo fare impacciato. Taylor balbetta qualcosa, visibilmente in difficoltà, e io cerco di trattenere una risata.

<<Ma da dove sei sbucato?>> chiedo, fingendo di essere seriamente confusa.
<<Il mio dono è l'invisibilità,>> risponde con una faccia seria, anche se è difficile prenderlo sul serio. Io e Taylor ci guardiamo perplesse, ma lui continua. <<Comunque, mi chiedevo se volessi venire con me... per il valzer.>>

Gli occhiali di Tom si appannano di nuovo mentre lo dice, e Taylor spalanca gli occhi, chiaramente sorpresa. <<Sì, certo, mi piacerebbe,>> risponde, e io non posso fare a meno di sorridere di fronte al suo entusiasmo.

Tom le dà un bacio veloce sulla guancia e si allontana tutto soddisfatto. Io lo seguo con lo sguardo, vedendolo sparire insieme a Oliver. Quando mi giro, trovo Taylor che ha cominciato a sclerare come una ragazzina, le guance rosse dall'emozione.
<<O mio Dio, Claire! O mio Dio!>>

Sorrido, felice per lei. <<Sono felice per te>> esclamo, cercando di mascherare i pensieri cupi che ancora mi attanagliano.
<<Pensi che il vestito rosa sia adatto?>>
<<Assolutamente,>> le rispondo. <<È perfetto per il valzer e ti darà modo di scatenarti quando inizierà la discoteca.>>

Lei ride, ma io non riesco a liberarmi di quella sensazione di vuoto. Come se il ballo, i preparativi, le risate... tutto fosse solo un modo per distrarmi da qualcosa di molto più profondo. Poi, all'improvviso, mi viene in mente un dettaglio che avevo quasi dimenticato.
<<Mi sono ricordata che Oliver prova con la sua band in questo momento. Ha detto di aver trovato un cantante e chitarrista. Sono curiosa di sapere chi sia.>>

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