Capitolo tredici

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Claire

I giorni delle vacanze natalizie mi sembrano interminabili.

La casa si riempie di parenti, e con loro arrivano i soliti discorsi noiosi degli adulti, che si ripetono come una vecchia melodia stonata. Seduta al tavolo della cucina, aiuto mamma a preparare per la cena.

Lei, ovviamente, è tutta presa a elencare il resoconto della mia vita scolastica come se fosse un argomento interessante.

<<Allora, hai trovato tanti amici, il dono magico ancora no, i professori sono bravi...>> borbotta, concentrata sui suoi movimenti mentre trita delle verdure.
<<Si,>> rispondo distrattamente, senza pensarci davvero. In realtà, la mia mente vaga altrove, lontana da questa cucina e da queste conversazioni senza fine.

<<E i tuoi amici come sono?>> insiste, come se la risposta fosse davvero rilevante.
Non rispondo subito, più per pigrizia che per mancanza di una risposta. Sposto un bicchiere sul tavolo, cercando di evitare lo sguardo di mia madre.

<<Claire?>> La sua voce diventa più insistente, e sollevo lo sguardo, tornando alla realtà.
<<Sì?>> rispondo con un tono svogliato.
<<Come sono i tuoi amici?>> ripete.

<<Oh,>> schiocco la lingua contro il palato, cercando una risposta che sembri adeguata. <<Buoni, credo.>> Mi schiarisco la gola, non del tutto convinta neanche io.
Mia madre si ferma un momento, si asciuga le mani sul grembiule e mi fissa, occhi scrutatori. <<C'è qualcosa che non mi stai dicendo?>>

La guardo per un istante, senza sapere se sorridere o se cercare una scusa. <<No,>> mento senza esitazione. La verità è che tutto va male, ma a che serve dirglielo? Lei non capirebbe, non ora almeno.

<<Claire...>> mi richiama, cercando di scavare oltre la mia superficie, come se sapesse che c'è altro.
<<Mamma, va tutto bene,>> ribatto con un sorriso che so essere falso. Perché continuo a far finta che tutto sia sotto controllo? Non lo è. Lo so io, lo sa anche lei, probabilmente.

<<Dimmi che succede, a Natale eri così silenziosa, anche con Max in giro.>>
<<Niente,>> rispondo in fretta. <<Non succede niente, mamma.>> Il suono delle mie parole rimbalza vuoto nell'aria, e lei sbuffa, come se sapesse che la mia risposta non è abbastanza.

Torna ai fornelli, e io riprendo a sistemare i bicchieri. Le sue parole mi arrivano di nuovo come un sussurro, quasi inatteso. <<Aggiungi un posto, viene a trovarci la zia Kristen.>>
Sbatto un bicchiere sul tavolo, accidentalmente. Mi fermo, la mano ancora tremante. <<Zia Kristen?>>

<<Sì, qualche problema?>>
<<Ma certo>> rispondo, cercando di mantenere un tono leggero anche se la sola idea mi infastidisce. <<Sai che non la sopporto.>>

<<Starà con noi solo per la cena, poi se ne va...>> risponde, quasi per placarmi.
<<Ci sarà anche Elliot?>>
<<Oh, e io che ne so!>> risponde, infornando una teglia con un gesto secco. <<Perché, è un problema?>>

<<Mi dà fastidio,>> borbotto, facendo una smorfia. L'idea di passare una serata con un bambino di sei anni iperattivo mi innervosisce.
<<Avanti, è tuo cugino,>> mi rimprovera.
<<Un bambino rompi scatole,>> mormoro.

Lei non risponde, e io rotei gli occhi, finendo di apparecchiare. Quando penso di poter finalmente uscire dalla cucina, la sua voce mi blocca ancora.
<<Allooora... ti piace qualcuno?>>

Mi fermo di colpo, congelata all'ingresso del salone. Mi piace qualcuno? Non lo so. Non ho una risposta
pronta.
<<No,>> rispondo senza pensarci troppo. <<Perché?>> La mia voce suona più tesa di quanto vorrei.
Mamma sorride, quel sorrisetto che conosce fin troppo bene come scavare nella mia vita. <<Mmmh... così, per sapere.>>

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