IO, ROBOT

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Titolo: Io, Robot.

Autore: Isaac Asimov

Anno di pubblicazione: 1950 (1963 per l'edizione italiana)

Recensione scritta da TheBrainStealer.

Salve!

Quello che vi presento oggi è un libro del noto Isaac Asimov, uno degli scrittori considerati tra i pilastri della fantascienza classica e non.

IO, ROBOT è un'opera con la quale sono venuto in contatto dopo molto tempo passato senza leggere e, soprattutto, senza aver mai avuto a che fare col genere fantascientifico.

La prima cosa che mi ha fatto prendere questo libro era la mia curiosità di avvicinarmi in qualche modo al genere e, volendo assicurarmi il più possibile di atterrare su un terreno morbido, ho optato per un autore che, seppur inserito in un genere (purtroppo) piuttosto di nicchia, molto rinomato, oltre che a un volume piuttosto piccolo e facile da portarsi in giro.

Per di più, per quanto questo sia il primo libro di una saga chiamata "Ciclo dei robot", funziona perfettamente anche se letto singolarmente. In altre parole, ero quasi sicuro di aver fatto centro.

L'edizione che mi sono ritrovato a comprare è quella attuale della Mondadori, che devo ammettere ha fatto un buon lavoro per quanto riguarda la qualità della copertina flessibile e del buon spessore della carta. Potranno sembrare dettagli abbastanza trascurabili, ma per il sottoscritto sono fattori importanti, che aiutano il lettore o la lettrice ad avere un'esperienza ancor migliore.

Quando ho aperto il libro per la prima volta mi aspettavo di ritrovarmi davanti un classico racconto che, per quanto potesse essere diverso dal film uscito nel 2004, fosse comunque dotato di una trama (più o meno) lineare.

La prima cosa che viene enunciata praticamente fin dall'inizio (quindi non la considero affatto uno spoiler) è il divieto assoluto dell'utilizzo dei robot sul pianeta Terra, cosa che fa contrastare del tutto la trama cartacea con quella esposta su pellicola.

Inoltre, sono rimasto abbastanza colpito quando ho capito che si trattasse di un'antologia composta da diverse storie. Infatti, tutto ruota attorno ad un intervista svolta da un giornalista nei confronti della dottoressa e robo-psicologa Susan Calvin, la quale, attraverso le domande dell'altro, racconta una serie di eventi legati alla US Robots, l'azienda pilastro della robotica sulla Terra.

Fin da subito, ci vengono esposte le tre fondamentali leggi della robotica ideate da Asimov:

1) Un robot non può arrecare danno ad un essere umano o, mancando di agire, lasciare che un essere umano subisca un danno.

2) Un robot deve obbedire agli ordini di un essere umano, se ciò non è in conflitto con la prima legge.

3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, se ciò non è in conflitto con la prima e la seconda legge.

(Manuale della robotica, 56ª edizione, 2058d.C.)

Da quel momento in poi, oltre a mostrare il contesto di apertura del quale vi ho appena parlato, iniziano i racconti della dottoressa Susan, i quali mettono in evidenza sia le falle delle tre leggi, sia la chiave morale verso la quale ci guida ogni storia che compone questa straordinaria antologia.

In ognuno di questi brevi racconti, Asimov spinge costantemente sull'acceleratore, creando situazioni di suspence in cui sono rimasto col fiato sospeso fino alla conclusione di ognuna di esse, dove veniva espressa la soluzione a un determinato enigma o al motivo di un malfunzionamento di un robot, esponendo in maniera esemplare una o più falle presenti nelle tre leggi fondamentali esposte all'inizio.

L'autore ti fa riflettere, pensare e arrovellare sugli eventi, sia per quanto riguarda l'eventuale incolumità dei protagonisti che si imbattono costantemente in contesti pericolosi e discutibili, sia per comprendere la soluzione a tali situazioni, con costanti colpi di scena o spiegazioni che ci fanno porre delle domande in merito alla moralità dell'uomo nei confronti della robotica e viceversa, fino ad arrivare all'ultima parte dell'antologia dove Asimov, attraverso un messaggio solo apparentemente nascosto, ci espone il suo ultimo e importante messaggio per quanto riguarda la relazione tra genere umano e robot.

Questa piccola opera (di sole 252 pagine) mi ha catturato fin dall'inizio, facendomi sognare tramite le sue ambientazioni e i suoi enigmi svolti nelle ambientazioni più disparate, che si alternano dalla Terra fino ad arrivare sulle basi poste nei vari punti chiave del sistema solare e, per quanto sia un libro scritto negli anni 50, dove il concetto di fantascienza era pressoché inesistente e fosse ancora tutto da inventare, Asimov è riuscito a ideare concetti a mio parere geniali e, soprattutto, estremamente attuali e lo ha fatto in maniera davvero esemplare.

Tutt'altro che da sottovalutare è anche il suo stile di scrittura: funzionale, molto scorrevole e avvincente.

Asimov usa infatti uno stile che è a mio parere estremamente funzionale ed efficiente, esponendo gli eventi in maniera sintetica, senza perdersi in inutili descrizioni di dettagli che non sarebbero utili alla trama. Al contrario di quello che possa sembrare, l'autore NON perde assolutamente di vista i personaggi, facendoceli conoscere attraverso la grande quantità di dialoghi presenti in tutto il libro, permettendoci di empatizzare con essi osservando le loro parole, ragionamenti, imprecazioni e gesti, al contrario di vari autori che magari avrebbero puntato su uno stile più introspettivo e, magari, utilizzando una grande quantità di pensieri fuori campo e con l'uso del narratore esterno, oppure con vari flashback. Infatti, un'altro aspetto che mi sento di elogiare è la totale assenza di tempi morti, cosa che non andrebbe mai sottovalutata in un mondo pieno di libri che, pur di gonfiare il numero di pagine, si perdono in parti aggiunte assolutamente non necessarie alla trama.

Questo rende Io, Robot estremamente scorrevole, affascinante e con costanti colpi di scena, uno dei pochi libri che ho riletto più volte senza fatica, facendomi inoltre avvicinare alla letteratura fantascientifica, di cui mi sono estremamente innamorato.

Tuttavia, non lo consiglio moltissimo a un pubblico troppo giovane, non tanto per i contenuti troppo violenti o sessualmente espliciti, quanto per le numerose riflessioni che possiamo fare man mano che andiamo avanti con le pagine.

Che dire? Io, Robot è un libro che ha conquistato un posto nel mio cuore, 252 pagine di pura efficienza, fascino, riflessioni e morale: un libro che consiglio nella maniera più assoluta a chi volesse esplorare per la prima volta quel genere meraviglioso che è la fantascienza. Non vedo l'ora di rimediarmi gli altri libri che compongono il ciclo dei robot.

Tutt'ora, lo conservo gelosamente nello scompartimento della mia libreria dedicata allo sci-fi e lui, di rimando, continua a sfavillare con la sua copertina giallo-fluo.

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Spero che questa recensione vi stia stata utile!

Per me è un piacere condividere il mio parere sui libri che ho letto e, soprattutto, tenevo moltissimo a portarvi questo in particolare, dal momento che voglio dare alla fantascienza l'attenzione che merita.

Voglio aiutare gli altri a scoprire quanto possa essere affascinante, filosofica e avvincente, al contrario della sua controparte cinematografica che, oltre ad essere completamente diversa, punta spesso e volentieri (purtroppo, aggiungerei) allo stile action.

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