Capitolo 5: Vecchie conoscienze

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"Da cosa lo deduci?"

"Non so vedi un po' te, forse dal fatto che ha una pistola. No aspetta, forse perché è in compagnia."

Erano più o meno 6 o 7 ragazzi, con la giacca di pelle, bretelle a penzoloni, una marea di piercing, e i capelli a cresta tinti con colori fluo. Le catene, invece, erano nascoste sotto le giacche.

"Credo che vogliano rapinarci." Affermò Tsuzuki sommessamente.

Voglia di fare a botte. Pazzia.

Ecco cosa sentiva Hisoka.

"Credo proprio di sì" affermò Hisoka sommessamente, continuando a non voltarsi. Cercò invece una superfice riflettente per poterli guardar senza essere visto, trovò una vetrina di un negozio chiuso e...

"Dai ragazzino dacci i soldi!"

"lasciatemi stare!"

"Lascialo Yukushi, è quello dei Kurosaki"

"Ah! Ho sentito dire che i tuoi ti rinchiudono in una cella per non farti scappar via. Chissà se mi pagheranno per farti qualche livido"

Un ghigno. Dei denti bianchi. Rabbia. Disperazione.

"Lasciatemi!" un grido. Botte.

"Tsuzuki"

"Sì?"

"Io quelli li conosco."

Continuarono a camminare per la via, ormai era buio, e le strade si riempivano delle luci e dei colori delle insegne al neon.

"Seminiamoli. Se mi vedono e capiscono chi sono siamo fritti" iniziarono a correre, svoltando in una stradina, e poi in un'altra, e in un'altra ancora, fino a che nessuno dei due non seppe più riconoscere la strada percorsa.

La banda li inseguì, urlando a squarciagola e tirando fuori le catene, facendole roteare sulla testa. La notte, per loro si preannunciava divertente.

"Come fai a conoscerli?"chiese ansimando Tsuzuki "Non importa..Anf ...Anf...Dimmi solo chi sono"

"Sono Yukushi e la sua banda. Razziano questa città da una decina d'anni....Anf...Non sapevo che fossero ancora in circolazione!" rispose Hisoka correndo a perdifiato lungo le strade di Higari.

Corsero ancora un po', Non potevano rendersi invisibili, né teletrasportarsi, né volare, se la banda continuva ad inseguirli. Per quelle cose bisognava essere calmi e rilassati. Di usare i poteri di Tsuzuki neanche a parlarne. Dopotutto erano dei civili.

"In quella stradina!"

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