Capitolo 13: Buio

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"Sono arrivato appena ho saputo"

"Grazie Tatsumi"

"Potevate chiamarmi, per la miseria!"

"Eri occupato con Watari"

"Non mentirmi, volevate fare tutto da soli"

"Non lo nego"

"Avremo potuto..."

"Smettila Watari. Credi che non mi senta in colpa?"

"Ora dov' è?"

"Lo abbiamo avvistato poco lontano da qui"

"E allora andiamo a spaccare le palle ad un certo dottore"

Buoi. C'era solo buio. Poi una luce. E una voce familiare. Lo chiamava. Hisoka scosse la testa che gli bruciava e che gli girava forte.

Aveva i polsi ammanettati al muro, ed era seduto su una lastra di ferro. A parte il muro alle sue spalle, sbarre di ferro lo circondavano sugli altri tre lati ed oltre ad esse c'era solo un telo logoro.

Il ragazzo grugnì tutto indolenzito nella posizione in qui si trovava e i ricordi della notte scorsa gli si affollarono nella mente.

Una mano sollevò un lembo del telo e una luce tenue accecò il ragazzo.

"Il piccolo si è svegliato"

Gli occhi del dottore avevano una luce folle.

"Piantala Muraki"

"Qualcuno non è di buon umore"

"Non pensavo sapessi fare battute. Di solo fai solo frasi a doppio senso o puramente esplicite"

Un piccolo silenzio. <<Beccato>> pensò.

"Che cosa vuoi?"

"Non sei cambiato affatto. Sei ancora il piccolo bambino insignificante. Ti scaldi subito."

"Bastardo!" Il ghigno del dottore faceva inorridire lo shingami.

"E squittisci come un topolino"

"Piantala!"

Hisoka portò il busto in avanti quasi come volesse colpire i professore, ma solo allora si accorse dei sottili fili che lo legavano alle sbarre ai suoi fianchi.

"Capelli femminili. Ti ricordano qualcosa?"

"Perché hai ammazzato tutti quei ragazzi? Cosa ti avevano fatto di male?"

"Non sono tenuto a risponderti"

"Stronzo"

La maledizione sul petto gli bruciava, e sentiva un rivolo di sangue scorrergli sul volto. Muraki gli prese il mento tirandoglielo in alto.

"Povero topolino impaurito"

"Ti ho detto di smetterla!"

Il dottore gli tirò un pugno dritto nello stomaco, facendo annaspare lo shinigami in cerca d' aria gemendo per il dolore.

"Non prendo ordini da un ragazzino" continuò sussurrando togliendo con un gesto il velo "non mi lasci altra scelta. Dovrò domarti un' altra volta"

BAM!

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