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20. "𝐌𝐚𝐦𝐚'𝐬 𝐛𝐨𝐲"

FE'S POV:

Sentii qualcuno che mi stava scompigliando i capelli.

Aprii gli occhi e mi guardai intorno.

RED: Buongiorno, eh.

Ero sdraiato sulle gambe di Riccardo.

Mi ero appena svegliato e già stavo scoppiando dall'imbarazzo.

- Da quando sono in questa posizione e perché sei qui?!

RED: È anche la mia camera, sai..

Mi stavo per alzare quando lui mi ha preso per la vita e mi ha buttato di nuovo sul letto.

RED: Dove vai?

- Volevo andare a fare colazione, se posso!

RED: Dai, puoi dormire ancora per un altra ora, gli altri non ci sono.. stanno al mare.

- Perchè tu non sei con loro?

RED: Non volevo lasciarti da solo.

Che carino da parte sua.

- Grazie.

Gli sorrisi.

RED: Non è un problema per me.

Cosí, sfruttai il momento per riposarmi e mi rimisi sulle sue gambe.

Non dormii, però stavo comodo.

Intanto lui mi accarezzava i capelli dolcemente e parlava a bassa voce.. non capisco ancora perché, c'eravamo solo noi due in casa!

Non riuscivo a resistere al sentire la sua voce così, quindi cercai di tapparmi le orecchie.

- Guarda che puoi alzarla la voce, siamo solo noi due.

RED: Parlo così per farti riposare meglio, cioè, chi si riposa con una persona che gli parla urlando?

- Beh, però se è la tua di voce..

Mi è uscito dalla bocca senza volerlo!

AHH!

cazzo, cazzo, cazzo!

RED: Eh?

- Niente.

Mi sorrise.

Sapevo che aveva capito quello che avevo detto.

Lui dice che ha bisogno di tempo, ma non lo capisco.

Mi coccola e mi tratta come se fossi il suo fidanzato.

Allora che bisogno c'è di aspettare?

Io posso essere davvero quella persona che lo può far stare bene e a suo agio.

Non come quella deficente di Anastasia.

Nel senso, preferisce uno che lo tratti bene o una che lo tratti di merda?

Bah!

Aspetterò comunque che lui decida.

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RED'S POV:

Si era fatto mezzogiorno.

Io e Federico stavamo giocando a Minecraft sul divano.

Mi stavo davvero divertendo con lui.

E se devo proprio ammetterlo, è quasi uguale alla sua skin di Minecraft.

Io invece sono un po' diverso, ma di poco.

Dopo un po' di minuti arrivarono gli altri.

Avevano già le chiavi, quindi non serviva aprirgli noi la porta.