Katsuki non era mai stato una persona in grado di ingoiare l'orgoglio e porgere la propria guancia per le dovute scuse. Dopo quell'episodio fuori il liceo, Izuku sembrava aver messo un muro con lui.
Aveva smesso di salutarlo festosamente nel cortile della scuola, non lo guardava più in classe o in palestra e non veniva neanche sul terrazzo a mangiare il pranzo.L'Omega aveva passato la gran parte delle prime ore a fissarlo senza neppure nasconderlo, con il mento appoggiato sulla mano. Ma Izuku non aveva mai incrociato il suo sguardo; rimaneva rigidamente seduto, con lo sguardo vuoto e freddo puntato sulla lavagna.
Si è arreso, cazzo!
Katsuki si era messo a sogghignare, felice e trepidante per essersi scollato di dosso una simile cozza con la chioma come un groviglio di alghe ma dopo due giorni aveva a malincuore compreso che iniziava a fargli male.
Senza Izuku era sprofondato nella sua solitudine. Intorno a lui, i compagni di classe gli scorrevano dinanzi e nessuno veniva a salvarlo, tendendogli una mano, per farlo uscire dalla sua teca di cristallo.
Izuku invece veniva attorniato dalle comparse - specialmente ragazze - ma sorrideva di poco. Era evidente che avesse qualche problema.– Che succede, figliolo?
Katsuki sussultò all'improvvisa voce di suo padre, fermo nel traffico. Si era estraniato ancora. Il suo psicologo gli diceva spesso che doveva concentrarsi e non perdersi in ricordi o brutti pensieri. Ma era complicato. A volte non gli dispiaceva toccare l'oscurità per capire se e quanto era divenuto più forte.
Il cielo che s'intravedeva nel tettuccio era cupo e dal finestrino poco aperto arrivava un odore di smog e umidità. Tra non molto sarebbe venuto a piovere.Katsumi stava ancora poppando al suo petto ma aveva rallentato ed ora aveva gli occhi socchiusi. Si sarebbe presto addormentata con la pancia piena.
– Che fine ha fatto quel simpatico ragazzo dai capelli verdi che ti accompagnava sempre alla mia auto o a quella della mamma?
L'Omega incassò la testa nelle spalle, visibilmente colpevole. Masaru non lo guardava, ma nel suo sguardo mite si leggeva che avesse già capito tutto. E mentre canticchiava una canzoncina di un cartone animato che guardava sempre Katsumi durante la mattina, batteva le dita sullo sterzo.
– Ci ho preso, allora.
– L'ho trattato di merda.Katsuki raccontò tutto; per la prima volta decideva di denudarsi totalmente e spiegare ogni cosa, dalla rabbia immotivata provata per l'eccessiva vicinanza di Izuku a sua figlia, al senso di colpa che stava provando da giorni e infine a quello di vuoto che lo stava divorando.
Solo in mezzo a tanti.
O meglio, tante comparse.Masaru gli scompigliò i capelli quando finì, i suoi occhi non si erano staccati neanche per un momento dalla strada. Aveva finalmente iniziato a piovere: il parabrezza si riempì velocemente di goccioline simili a tanti frammenti di diamanti e l'asfalto si dipinse del rosso e del bianco dei fanali posteriori delle auto.
– Vorresti scusarti ma non sai proprio come fare.
Katsuki annuì solenne. Katsumi si era addormentata.
– Prova a parlargli semplicemente.
Facile a dirsi. Izuku sembrava inafferrabile per i suoi gusti!
– E come?
– Troverai la risposta, figliolo. Stasera la mamma cucina il sukiyaki.
– Perchè? Mica si festeggia qualcosa?Masaru non gli rispose mai; aveva ripreso a cantare.
Katsuki si mise a guardare fuori dal finestrino...
... improvvisamente gli era venuta un'idea.
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DEKUBAKU: SaiSei, La Rinascita di Katsuki Bakugo
FanfictionKatsuki Bakugo, un Omega di quindici anni, nasconde un segreto. Mesi prima è stato all'Inferno e in qualche modo è sopravvissuto ma si è abituato alle tenebre. Un giorno arriva un nuovo compagno di classe, Izuku Midoriya un atipico Alpha. Le cose no...