Chapter 7: Piccoli Passi, Piccoli Gesti

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Katsuki si era accorto di voler istintivamente la compagnia di Izuku ogni volta che si lasciava alle spalle l'auto dei suoi genitori e la sua bimba balbettante. Masaru e Mitsuki l'avevano notato ma non si erano pronunciati, per non imbarazzarlo.

Il loro giovane figlio spalancava gli occhi e si guardava intorno; non appena incrociava Izuku si stringeva la camicia come per trattenere il cuore che gli batteva all'impazzata. L'Alpha si avvicinava, salutava educatamente e un sorriso imbarazzato si faceva strada sulle labbra rosate dell'Omega dallo sguardo un po' sfuggente.

— Izuku, vieni a vedere Katsumi.

Il biondo, alle parole improvvise di sua madre, si tese come una corda di violino. Il verdino sorrise alla donna ma si focalizzò con uno sguardo quasi timoroso e avido di curiosità sull'amico che ora stringeva nervosamente lo spallaccio della cartella.
Mitsuki prese dall'auto e in braccio la bambina con disivoltura. Non appena la vide, Izuku si intenerì ma non si permise di allungare neppure un dito. Non voleva rischiare di far arrabbiare o soffrire Katsuki, come l'ultima volta.

Katsumi si agitava vistosamente e balbettava cose incomprensibili, tutto per attirare l'attenzione della sua mamma e del curioso Alpha dai capelli verdi.

— Puoi toccarle i capelli, se vuoi. Katsumi non si calmerà fino a che non avrà ricevuto una coccola da te...

Il tono rassegnato, quasi ferito, colpì molto di più Izuku rispetto al poter interagire con la bambina che emetteva urletti infastiditi. L'Alpha non sapeva cosa fare in realtà: era evidente che Katsuki non era davvero entusiasta di permettergli di sfiorare Katsumi.

— Se non vuoi non lo farò.

Katsuki sussultò e lo guardò immediatamente con un'espressione incredula. Izuku sorrideva alla piccola ma era fermo, accanto a lui, tenendo un po' di distanza.

Lui non è come quel mostro...

In un batter d'occhio, gli afferrò il polso e lo guidò fino ai capelli di sua figlia. Izuku per poco non inciampò nei suoi stessi piedi a causa di quell'irruenza.
Katsumi afferrò le dita del verdino come se fossero la cosa più interessante del mondo: si era finalmente calmata e ora sorrideva mostrando i suoi pochi dentini.

— Sei così carina!

Dietro di Izuku, Katsuki sorrideva teneramente e Mitsuki non poteva che incantarsene. Non aveva visto più quell'espressione dolce su suo figlio da molto, molto tempo. 

Forse Izuku lo salverà...

— Vuoi tenerla in braccio?

Izuku s'irrigidì come un pezzo di legno alla richiesta malevola di Mitsuki. Katsuki era altrettanto scosso, si notava dalla sua bocca spalancata.

— Ecco, io... veramente, non so... Kacchan, forse non è d'accordo...!

Mitsuki ignorò i balbettii e il rossore dell'Alpha, lo sguardo di fuoco dell'Omega e con delicatezza infilò la nipotina tra le sue braccia. Katsuki era pronto per protestare ma non appena vide Katsumi con la testolina appoggiata sulla spalla di Izuku e quest'ultimo che la dondolava con esperta bravura, non se la sentì.

Sua figlia sembrava così piccina e Izuku proprio il suo papà.

L'Omega Interiore faceva le fusa, il suo cuore batteva con forza e la sua vista si stava annebbiando di lacrime di chissà quale emozione. Erano così belli; Izuku strofinava dolcemente la guancia contro i capelli biondi della piccina e quest'ultima si era aggrappata con la manina al lembo della camicia, con tutta l'intenzione di non staccarsi affatto.

Ma il tempo scorreva e la campanella della scuola trillò.

Katsuki espirò... sperava, in cuor suo, di vedere ancora sua figlia in braccio a Izuku.
Non appena il verdino la consegnò a Mitsuki, la piccola scoppiò a piangere rumorosamente, agitandosi. Il cuore dell'Alpha affondò nel dispiacere, figurarsi quello dell'Omega.

DEKUBAKU: SaiSei, La Rinascita di Katsuki BakugoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora