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"Allora, andiamo dritti al punto. Ho sentito la discussione che hai avuto con i tuoi amichetti l'altra sera, e non mi è piaciuto per niente ciò che hai detto, su di me soprattutto, quindi mi sembra anche normale esigere delle spiegazioni a riguardo" iniziò Rudy, alterato. Leila sapeva che le sue parole avrebbero avuto delle conseguenze, ma a quel punto nemmeno le importava più. "So che avrei dovuto parlarne con te in persona e non alle tue spalle, ed è stato un errore mio, però rimango di questo pensiero. Mi sento abbastanza trascurata da te, mi assegni canzoni che a mio avviso non mi valorizzano, e questo si vede dai risultati nelle classifiche" rispose Leila, con la calma che la contraddistingueva.

"Capisco. Normalmente per questo sarebbe già una maglia sospesa, però ti voglio dare una chance per riparare questa cosa. Hai queste canzoni da preparare per la puntata" disse Rudy, e consegnò il foglio a Leila. Non appena lesse i titoli, Leila ridacchiò. "Cosa c'è di così divertente?" chiese Rudy, alterandosi ancor di più. "È uno scherzo? Devo seriamente cantare T'appartengo?" ridacchiò Leila. "Sì, è una bella canzone" disse Rudy, Leila scosse le testa, incredula. "Non succederà" disse, ferma. "E perché no? Ricordo che avessimo concordato che avresti fatto anche pezzi che non ti piacessero" disse Rudy. "Perché non mi metterò in ridicolo davanti a mezza Italia, Rudy!" alzò la voce Leila, stava iniziando a scaldarsi anche lei, e si sarebbe dovuta controllare, per non dire qualcosa di cui si sarebbe pentita.

"Allora facciamo così. Ti prepari da sola su una cover scelta da te, ma senza i maestri. Sarai solo tu a dovertela cavare. Se non arrivi nei primi tre, ti sospendo la maglia. D'accordo?" chiese Rudy. "Più che d'accordo" disse Leila, seria. Così Rudy uscì dalla saletta, sbattendo la porta. Leila prese un paio di respiri profondi, per non crollare a scuola. Raccolse le sue cose e quasi non corse in casetta. Una volta lasciato tutto in stanza, Leila uscì nel secondo giardinetto, e tirò un pugno al muro, sbucciandosi le nocche. Ma questo non la fermò, continuò a prendersela con il povero muro, finché non sentì di aver sfogato completamente la sua rabbia.

"Ma sei impazzita??" gridò Mida, uscendo in giardino. E lì Leila scoppiò. Iniziò a piangere, in singhiozzi. Mida corse subito ad abbracciarla, cercando di calmarla, senza successo. "Matthew è a lezione, so che hai bisogno di lui" le sussurrò. "S-sto bene, non c'è bisogno che tu stia qui" disse Leila, staccandosi dalle braccia di Mida. "Non stai bene Leila, lasciati aiutare" disse Mida, tentando di accarezzare la ragazza, che si scansò per riflesso. "Ho capito... Ti lascio sola" disse Mida, deluso, rientrando in casetta.

Leila respirò profondamente, senza riuscire a smettere di piangere. Si sedette sulla poltroncina, rannicchiandosi. Poco dopo uscì in giardino Kumo, con le cuffie, così Leila si asciugò velocemente le lacrime e nascose le mani nelle maniche della felpa. Non si sarebbe fatta vedere in quelle condizioni da nessun altro. "Che succede?" le chiese il ballerino. Leila scosse la testa. Kumo si tolse le cuffie e fece segno a Leila di sedersi accanto a lui. Lei sospirò, ma gli si avvicinò comunque. Si sedette accanto a lui, a debita distanza. "Hai litigato con Rudy?" le chiese Kumo, spostandole una ciocca di capelli da davanti agli occhi, Leila annuì debolmente, tirando su col naso. "Se ne vuoi parlare, io sono qui" disse Kumo, spegnendo il PC e lasciandolo sul tavolino davanti a loro.

"Mi ha lasciata da sola" disse lei, dopo cinque interminabili minuti di silenzio, interrotti solo dagli occasionali singhiozzi di Leila. Kumo fece l'impossibile per non guardarla e non metterla a disagio. "In che senso?" disse Kumo, stranito. "Nel senso che sta settimana mi devo preparare completamente da sola, senza neanche i maestri, e se non arrivo sul podio mi sospende la maglia" spiegò Leila, scoprendosi le mani che iniziavano già a bruciarle. Kumo notò le sue nocche insanguinate, ma non disse nulla, per il momento.

"Ma per quello che ci hai detto ieri sera? Un po' permaloso eh" commentò Kumo. "Occhio che se ti sente sospende la maglia anche a te" ridacchiò Leila. Kumo sorrise, vedendola ridere. "Pazienza, in ogni caso me la ridà Manu" disse lui, avvolgendo Leila nella sua coperta. "Ti dà fastidio?" le chiese. "No" rispose lei, rannicchiandosi vicino a Tiziano.

Piove § KumoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora