Non me ne frega un cazzo, vi beccate il discorsone a inizio capitolo.
A me non interessa mai di essere quella seria. In realtà, essere Bibi mi piace perché qui sono MOLTO meno seria di quanto io sia in realtà. Come se qui sopra spegnessi i recettori o una cosa del genere. E' una boccata d'aria fresca, se devo essere sincera. Davvero divertente. E' uno dei regali più belli che mi abbiate fatto.
Ma, quando arrivo ai traguardi importanti devo mettere il vestito buono e fare la melensa. Quindi eccomi qui. Sono arrivata a tremila followers mentre preparavo un esame (tipo, davvero VICINISSIMO alla data, l'ho dato oggi, è andata benissimo, ho avuto un supporto ridicolo), ma voglio comunque spendere le solite paroline per ringraziarvi. Non mi ripeterò, ormai è la terza volta che succede e sta iniziando a diventare una rimpatriata di classe, quindi è un po' imbarazzante e risentito. So che in questi anni il mio approccio a Wattpad è cambiato molto, prima pubblicavo con più frequenza, ma adesso scrivo decisamente meglio, e sento di star costruendo qualcosa, nel mio piccolo cantuccio di cose umili, che mi rimarrà per sempre. Perché c'è un supporto e una spinta straordinaria, da parte vostra, che mi commuovono, e mi rendono chiaro che forse sono davvero brava in qualcosa, che sto davvero costruendo un futuro in cui sono brava. Questa avventura (questa festa di pazzi? Questo pulmino di disperati? Non lo so, ma sicuramente io sono alla guida di qualcosa) ha un tempo limite, come un po' tutto, ma per una volta riescono a prendere le cose come vengono, ed è l'ennesimo regalo che mi avete fatto, il piccolo gioiello che conserverò. Questo vi prova che fare del bene è davvero facile, e che sarete apprezzati sempre più di quanto potrete capire. Soprattutto da me.
Continuiamo a fare cose pazze insieme. E' una frase che mi piace tanto. So che questa storia vi sta piacendo e ho fatto una corsa furiosa per donarvi un altro capitolo. Spero vi piaccia. All the love, Bi x
***
Quando Louis era ritornato al box, sorretto da Orpheus che camminava al suo passo per via della gamba che gli mandava fitte brucianti, Galia e Lana si erano precipitate verso di lui, abbracciandolo stretto. ''Louis, ma cosa è successo?'' aveva domandato la figlia di Biancaneve, il respiro corto. Lui aveva evitato i loro sguardi:
''Non lo so. Forse l'ostacolo era messo male. Non importa, sono cose che capitano.''
Galia gli aveva stretto l'interno del gomito, rivolgendogli un'espressione inequivocabile. Poi, gli aveva affettuosamente sistemato i capelli: era ovvio che tutti stessero assistendo alla gara, ed era ovvio che tutti avessero pensato a quello che non avrebbero mai detto a voce alta. Louis aveva ingoiato a vuoto, spostando gli occhi verso Niall, che sembrava aver totalmente dimenticato la sua arrabbiatura per dire: ''Louis, stavi facendo la gara del secolo! Stavi andando alla grande, come è potuto succedere?''
''Tu stai bene, tesoro?'' aveva aggiunto Sarah, un passo più indietro. Lì era intervenuto Romeo, e solo in quel momento Louis aveva rivolto lo sguardo verso di lui: sembrava sconvolto. ''Devi andare in infermeria?'', era stata la domanda. Louis aveva sbattuto le palpebre:
''No, non cre-'' ma poi, il semplice poggiarsi della mano di Lana sul fianco l'aveva fatto mugolare. Galia aveva scosso la testa:
''Non decidi tu. Ci andiamo adesso.''
''Devo prendermi cura di Orp-''
''Posso farlo io.''
Louis non aveva mai voltato il capo così in fretta: quasi si era rotto l'osso del collo. Harry era lì, sulla soglia, come se nulla fosse. Non sembrava divertito, sconvolto o impressionato. Improvvisamente, aveva ricordato la forza inspiegabile che l'aveva tratto in salvo e aveva sentito tutta la faccia bruciare, le orecchie ronzare nuovamente. La sua era una stupida idea infantile, non poteva essere possibile. ''Non ci serve il tuo aiuto'' erano state le parole secche di Romeo, ma Harry l'aveva ignorato, gli occhi su Louis. Per un attimo, Louis aveva avuto paura che lo dicesse e basta, che desse forma a quello stupido pensiero che si era già fatto largo nella sua mente. Per questo era così accomodante, per questo si era proposto. Ma, no: si parlava di Orpheus, un animale, e Louis, in un lampo, aveva ricordato i libri del padre di Harry, come lui sembra sempre parlarne come se li avesse letti tutti. E se era così bravo con gli animali, doveva esserci una sola fonte comune. ''Sai come fare?'' era l'unica cosa che aveva chiesto. Harry aveva fatto un solo cenno sicuro. ''Va bene. Grazie. Andiamo'' e mentre lo superava, i suoi amici a fargli da capanna, Harry l'aveva seguito per qualche secondo con gli occhi, prima di rintanarsi nel box.
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I'm Your Happily Ever After ||L.S.||
FanfictionLouis vive nei migliori dei mondi possibili, o almeno così gli hanno sempre detto: figlio di Aurora, una delle Principesse più apprezzate e famose, non ha mai conosciuto tristezza, delusione, rabbia, disgusto, rancore, e vive nella sua vita perfetta...