Louis sopporta il silenzio finché non è a un respiro dall'impazzire. ''No'' è la sua prima parola, quando ha la forza di alzarsi sulle sue gambe, fare pressione con i palmi e correre verso i frammenti di specchio rotto. Per farlo, deve divincolarsi dalla presa di Harry, che è così molle da essere quasi inesistente, e gattonare, arrancare, camminare a fatica verso la cornice spaccata in due. ''No'' ripete, la voce più alta, e ha paura. Non sente il suo cuore e nessun altro rumore, non c'è niente di vivo attorno a lui. ''No, no, no, che cosa ha fatto?'' balbetta, e gli sembra stia parlando qualcun altro, qualcuno con la sua voce che ha il coraggio di guardare davvero a quella tragedia. Una parte della coscienza di Louis si è ritirata in anfratti che non ricorderanno questo momento. Senza pensarci, affonda le mani nei cocci: il dolore lo sveglia. ''Che cosa ha fatto?'', ripete, senza accorgersi che sta urlando, adesso. Le sue mani sono macchiate di sangue, e alcune schegge non lasciano la sua pelle, mentre tenta febbrilmente di rimetterle insieme. Sono troppo piccole, però, non capisce quale pezzo si unisca all'altro, quasi come se non fossero fatti per ritornare insieme, ma questo non è possibile.
Improvvisamente, qualcuno lo strattona via dai cocci: Harry gli tiene una mano stretta sullo stomaco, un braccio che passa a pochi centimetri dal suo mento, fino a reggergli la spalla: ''Fermo. Louis, fermo, ti prego, non farti male'' chiede, e anche la sua voce è incerta. Sconvolta. Dondola nel vuoto, un attimo prima che serri la presa su di lui. ''Non farti male'' ripete, come se non sapesse dire altro. Louis abbassa gli occhi sulle sue mani insanguinate, la vista offuscata dalle lacrime:
''No. No, Harry, Galia è lì dentro e dobbiamo- Dobbiamo rimettere insieme i pezzi.''
''Lo sai che è impossibile'' risponde al suo orecchio ''Guarda quanti sono-''
''Allora dobbiamo trovare un incantesimo! Grimilde avrà pensato a qualcosa. Se solo-'' quando tenta di agguantare la cornice spaccata, Harry lo fa nuovamente indietro, e Louis si esprime in qualcosa di simile a un guaito, mentre stringe le palpebre tra di loro, tremando.
''Va bene. Qualcuno andrà a casa sua a controllare il suo studio.''
''Ma potrebbe essere troppo tardi! Dobbiamo fare qualcosa adesso!''
Louis ricorda, vagamente, di non aver mai visto Harry così stanco. E' un pensiero che lo sfiora tra la nebbia della confusione, mentre il suo cervello rimbomba di parole senza senso. Gli gira la testa, e l'altro sembra accorgersene, perché gli adagia il palmo sulla fronte, come se volesse trattenere tutto: mente, corpo, pensieri. Oltre le dita di Harry, tutto sta per scivolare via. ''Adesso non possiamo fare niente'' sentenzia con voce disfatta, facendolo più vicino per sorreggerlo meglio. Louis si aggrappa al suo braccio, osservando quasi con meraviglia le lacrime che macchiano il pavimento sotto di lui, gocce scure e grosse, pesanti. Alle sue parole, non risponde. Le spalle si disfano dei muscoli, tremando furiosamente: lì sotto fa davvero freddo, o forse è solo una sensazione di Louis. La sua vista inizia a venire meno, le sue labbra sono stranamente fredde, secche a contatto con la punta della sua lingua. Crede di star svenendo. L'ultimo ricordo che ha sono le ginocchia di Harry contro la nuca.
Quando qualcuno finalmente arriva, tutto quello che trovano è Harry. L'altro è inconscio contro il suo grembo, raccolto come un bambino. ''Per favore'' rantola, il naso e la bocca sporchi di sangue, le vene accese sulla pelle nivea ''Ci serve aiuto'' aggiunge, guardando Aurora dritta negli occhi.
***
Qualcuno gli sta tenendo forte la mano. Quando Louis apre gli occhi, incontrare la luce arancione del tramonto gli fa male. Tutto gli fa male, in realtà: ossa, giunture, muscoli. L'unica sensazione piacevole è alla testa, gli sembra quasi di galleggiare. La prima cosa che nota è la sua mano libera, fasciata: a quella vista sospira. Gli sembra di essere stato medicato un po' troppe volte, da quando quella storia è iniziata. Il che è un pensiero davvero stupido e di minima importanza, ma Louis crede di doversi aggrappare a qualcosa, adesso. Qualcosa di semplice.
STAI LEGGENDO
I'm Your Happily Ever After ||L.S.||
FanfictionLouis vive nei migliori dei mondi possibili, o almeno così gli hanno sempre detto: figlio di Aurora, una delle Principesse più apprezzate e famose, non ha mai conosciuto tristezza, delusione, rabbia, disgusto, rancore, e vive nella sua vita perfetta...