Glimpses In The Mirror

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Aurora punta gli occhi nei suoi, e Louis mantiene perfettamente lo sguardo: stranamente, non ha mai avuto problemi a fronteggiare sua madre sotto quel punto di vista, tranne quando era in torto, o imbarazzato. Adesso, non vede assolutamente nulla di male, in quello che sta facendo, ed è pronto a dimostrarlo a sua madre, dovesse imbastire una scenata in quel momento, nel pieno dell'infermeria. Infatti, regge la mano di Harry, ed è la sua presa flebile che lo costringe ad alzare il mento e guardarlo: il figlio di Malefica sembra terrorizzato, ma almeno non lascia andare la sua stretta, il che è una buona cosa. Anzi, ritto lì in piedi, dopo essersi ritirato da lui con uno scatto felino, sta a debita distanza, immobile e discreto. ''Ciao'' gli fa eco sua madre, ancora vagamente preoccupata. Ha un semplice abito da viaggio color pesca, e regge il suo mantello con un braccio piegato. Aggiunge: ''Possibile che, ogni volta che succede qualcosa in questa scuola, tu sia sempre qui dentro, in qualche modo?''

''Lo faccio per convincerti a venirmi a trovare'' giustifica, tentando un debole sorriso. Aurora storce brevemente la bocca, prima di avvicinarsi con passo sicuro: a quello, Harry si fa definitivamente indietro. La mano di sua madre lo accarezza sui capelli: ''Stai bene, piccolo mio? Ti fa tanto male?'' domanda, prendendogli in quel momento la mano fasciata. La studia con occhi seri, concentrati, chiaramente tentando di mantenere la calma. Louis la rassicura accarezzando le sue nocche:

''Sì, mamma. Sto bene. Ero...''

''Nel posto sbagliato al momento sbagliato. Pare ti succeda spesso'' conclude per lui, strizzando le sue dita prima di lasciarle andare. Trascina la sedia per accomodarsi, aggiustando come sempre le balze del vestito. Giunge le dita sul suo grembo, passando lo sguardo da lui ad Harry. Parla con tono semplice: ''Immagina, per altro, quando una voce alquanto antipatica di un centralino mi ha comunicato in quattro parole sputate che mio figlio era stato coinvolto in un'esplosione. Ero pronta a prendere uno dei cavalli di tuo padre e correre fin qui.''

Lo stomaco di Louis si secca: ''Anche papà sa quello che è successo?''

''Certo. Ho fatto quello che potevo per non fargli lasciare il suo ufficio, ma è riuscito a trovarmi una macchina. Sai che odio viaggiare con quei mostri, eppure. Lo avviserò il prima possibile, sperando che non piombi qui senza avvisare. Avremmo... Tanto da spiegare'' sono le parole che decide di usare, puntando finalmente gli occhi su Harry, che congela la posa delle sue spalle. Aurora inarca un sopracciglio: ''Il tuo... Amico parla, almeno?''

''Sì che parla, mamma. E' che lo stai terrorizzando.''

''Non sto facendo niente! Sono qui seduta!''

''Be', le tue occhiate sono inquietanti.''

''Non me l'hai mai fatto presente, in ventidue anni.''

''Io sono abituato, ma Harry-''

''Non sono spaventato, Sua Altezza'' risponde la voce quieta di Harry, improvvisamente. Ha le mani dietro la schiena, come un bambino, e il mento basso. Louis volta il collo quasi con uno strattone: Sua Altezza? Deve davvero impegnarsi per non ridere, adesso. Aurora scrolla le spalle:

''Vorrei ben vedere. Anche se sarebbe davvero divertente, lo ammetto. Una coincidenza strana'' specifica, ed Harry non dice una parola: quell'unica frase gli ha tinto le orecchie di rosa, e sembra stia nuovamente tentando di trovare il coraggio di aprire bocca. Sua madre avanza: ''Uno di voi due sarebbe così gentile da spiegarmi cosa sta succedendo, di preciso? Perché l'ultima volta che ho visto Louis, ho avuto una conversazione davvero... Interessante. Ecco. E' stato difficile fidarsi delle sue parole mentre tentava di spiegarmi che il figlio della donna che mi ha maledetto il giorno del mio battesimo non era così male. Ma l'ho fatto, perché avrai notato che Louis ha un senso delle cose particolarmente affinato.''

I'm Your Happily Ever After ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora