Everything Is Falling Apart

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Harry si era gettato all'indietro, una volta seduto sul letto, trascinandolo Louis lì con lui: per una volta, Louis stesso si era trovato a troneggiare su Harry, motivo per il quale aveva ridacchiato, puntando un gomito sul materasso. Gli aveva avvolto il viso e l'aveva baciato lentamente, la lingua morbida contro la sua, mentre la mano di Harry scivolava fino al fondo della sua schiena, premendo le dita sulle fossette che mostrava quando la inarcava per lui.

"E tu hai detto che non mi piaci abbastanza?" aveva domandato Harry, senza fiato "Che non eri abbastanza bravo? Ho capito bene?"

"Zitto" aveva ridacchiato, premendo entrambe le mani sulle sue spalle. Si era alzato dal suo corpo, mordendosi il labbro, sfilandogli la maglietta senza troppa fatica: la sua gola si era seccata alla vista dei tatuaggi esposti lì per lui.

Louis adorava, i tatuaggi di Harry, soprattutto quelli che aveva recentemente scoperto: non solo il resto del serpente sul suo braccio, per esempio, con le sue spire intrecciate e la lingua allungata, ma anche un delicato intreccio di fiori di pesco sulle costole, a sinistra, perfettamente ombreggiato, i petali che quasi sfiorano i bordi della falena sul suo sterno. Per quanto sia strano e controverso, però, il suo preferito è un altro.

Harry ha un drago tatuato sulla schiena. È sottile e imponente, percorre quasi tutta la sua spina dorsale, la testa che si adagia tra le scapole, gli occhi che fissano le zampe del ragno, la coda arricciata tra le fossette sul fondo della schiena. Quando Harry muove le spalle, sembra quasi che le ali distese sbattano lentamente. È un tatuaggio con un'ottima fattura e un ottimo disegno: decisamente il suo lavoro migliore. Gli piace percorrerlo con le punte delle dita quando Harry si stende al suo fianco, lo stomaco contro il materasso, lasciargli baci delicati fino a farlo addormentare. Su questo, Harry è particolarmente sensibile.

Lo odia, però. Non può farne a meno. Quando aveva chiesto ad Harry il significato di quel disegno, l'altro non aveva risposto subito. Poi: "Mia madre", e nient'altro. La rivelazione gli aveva congelato il sangue, anche se era scandalosamente ovvio: Malefica era un drago. E ponendola alle sue spalle, Harry aveva disegnato la sua ombra, qualcosa che non poteva e non voleva vedere, ma che era sempre lì. Qualcosa da cui non si poteva staccare, che l'avrebbe sempre seguito e sempre sarebbe stato parte di lui. Sul momento, avrebbe voluto urlargli che aveva avuto un'idea stupida, che non era vero, che Malefica non meritava quel posto, lì così vicino a lui. Poi, si era ricordato che era esistito un Harry, un Harry che non lo conosceva e che era rimasto solo per ventun anni, un Harry che oltre l'ombra si sua madre, la certezza di provenire da lì, non aveva niente. E aveva realizzato che aiutarlo a cambiare non significava far scomparire il punto di partenza, ma anzi imparare a distinguersi da esso. Quindi, forse, un giorno quel drago gli avrebbe fatto bene. O almeno, questa è la speranza di Louis.

In quel momento, Louis si era chinato sulla sua clavicola, mordendola gentilmente. Harry aveva allungato una mano ai suoi capelli, stringendoli, l'altra al suo fianco, accarezzando con polpastrelli attenti. "Ti piace mordere" aveva sospirato Harry, la voce rauca. Quando aveva sentito la sua mano premere sulla pelle, pronto a voltarlo, aveva alzato il viso dal suo sterno, scuotendo la testa:

"No. Lasciami qui. Voglio... Voglio provare a fare una cosa" aveva spiegato, la voce ancora insicura. Harry aveva adagiato la guancia al materasso, rilassandosi, un sorriso che gli aleggiava sulle labbra gonfie:

"Puoi provare qualsiasi cosa, tesoro. Sono sempre stato aperto alle sperimentazioni. Prenditi tutto il tempo" aveva canticchiato, dilatando il petto alle dita di Louis che toccavano il bordo dei suoi pantaloni solo per abbassarli. Aveva tratto un piccolo strattone, sorridendo all'espressione di Harry improvvisamente seria. "Non so cosa sto facendo" aveva ricordato, iniziando a massaggiare lentamente. Come sempre, aveva sentito le sue guance andare in fiamme: gli capitava di dirlo davvero troppo spesso. Harry gli aveva accarezzato la coscia piegata, rassicurandolo:

I'm Your Happily Ever After ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora