20. Mangiamorte

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I giorni scorrono e, come stabilito, Tom e io continuiamo a mantenere una distanza apparente in pubblico. A scuola, lui incarna l'immagine del leader implacabile, il Voldemort che tutti temono, ammirato e rispettato da chiunque osi incrociarlo. La sua presenza è magnetica, autoritaria, e chiunque incroci il suo sguardo capisce subito che nessuna sfida è ben accetta. Io, invece, faccio del mio meglio per restare nell'ombra. Partecipo alle lezioni con la massima discrezione, mi unisco alle attività scolastiche senza mai far troppo rumore, cercando di non attirare l'attenzione su di me. Siamo due figure distanti, separate dalla maschera di indifferenza che entrambi portiamo con disinvoltura. Quando siamo tra i nostri compagni, non esiste alcun legame visibile tra di noi, ma ogni volta che ci sfioriamo con lo sguardo, la tensione tra noi è palpabile, come una fitta silenziosa che non può essere ignorata.

Le nostre riunioni segrete sono un gioco di ruoli e potere. Tom si mostra il leader assoluto, con uno sguardo freddo e autoritario che non lascia spazio a dubbi o ribellioni. Io, al contrario, mi ritrovo ad essere l'esecutrice, obbediente, silenziosa, a svolgere ogni compito con disciplina, senza mai metterlo in discussione. Nessuno dei nostri amici sospetta nulla, accettano la nostra apparente indifferenza e il nostro comportamento che non fa trasparire nulla oltre la superficie. Ma quando cala la notte e il castello si silenzia, quando il mondo esterno si dissolve nel buio, è lì che ci ritroviamo. Solo in quel momento possiamo liberarci dalle maschere che ci siamo costretti a indossare.

Scivolo fuori dal letto con cautela, facendo attenzione a non fare rumore, e mi avventuro nei corridoi oscuri del castello, guidata dalla consapevolezza che lui sarà lì, ad aspettarmi, in quel rifugio segreto che solo noi conosciamo. Quando entro, lo trovo già nella penombra, la sua figura immobile eppure vibrante di energia. La sua espressione, solitamente gelida e distante, ora appare più rilassata, quasi come se il peso del mondo non gravasse più su di lui. Quando la porta si chiude dietro di me, un silenzio intimo ci avvolge, e senza parole ci abbracciamo, come se in quel contatto potessimo annullare tutte le distanze. "Mi sei mancata," sussurra Tom, il suo respiro caldo sulla mia pelle. "E anche tu," rispondo, la voce un po' tremante mentre mi stringo al suo corpo, cercando di ritrovare il calore che solo lui sa darmi.

Una notte, dopo una delle nostre riunioni, Tom mi prende da parte, il suo sguardo più intenso che mai. Il castello è immerso nel buio, l'unica luce che proviene dalle candele che tremolano nella stanza. Mi guarda negli occhi, e una sensazione di inquietudine si fa strada dentro di me. "Lilibeth," inizia, il suo tono profondo e deciso, "ho avuto un'idea. Un modo per garantire la lealtà dei nostri seguaci."

Lo guardo, il cuore che batte più forte mentre cerco di comprendere dove voglia arrivare. "Di cosa stai parlando, Tom?"

"Un gruppo d'élite," dice con voce bassa ma ferma, "un gruppo di maghi e streghe fedeli. Li chiamerò... Mangiamorte."

La parola mi colpisce come un pugno. Un brivido percorre la mia schiena, e per un attimo il silenzio si fa opprimente. "Mangiamorte?" ripeto, cercando di comprendere il significato di quel nome così minaccioso. Tom annuisce, i suoi occhi brillano di una determinazione che non avevo mai visto prima. "Sì. E tu sarai la prima, Lilibeth. La prima a ricevere il Marchio Nero."

Un'ondata di paura e di eccitazione mi attraversa, ma non posso fare a meno di sentirmi attratta dal potere che quelle parole evocano. Tom prende la mia mano con fermezza, i suoi occhi che penetrano nei miei come se stesse cercando qualcosa. Con un gesto rapido e preciso, la sua bacchetta si alza e il suo sussurro "Morsmordre" riempie la stanza. Il dolore che segue è intenso, bruciante, come se il marchio fosse inciso sulla mia pelle con il ferro rovente. Un serpente che esce dalla bocca di un teschio, un simbolo di morte e potere. Resisto al dolore, fissando Tom negli occhi, il cuore diviso tra l'amore per lui e il peso di ciò che rappresenta quel marchio.

La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora