Flatline // CarLando [Sospesa]

12. (L)

LANDO

Ibiza, 7 agosto 2023

Mi rigiro tra le coperte pregne del profumo di Carlos. Un leggero venticello e i raggi del sole filtrano nella stanza a causa della porta-finestra aperte. Le tende svolazzano.

Carlos è poggiato alla ringhiera. Veste solo un paio di boxer neri della Calvin Klein. Non stacco gli occhi dalla sua schiena possente, costernata da qualche graffio che gli ho causato qualche sera fa. Ci va giù pesante,e lo apprezzo molto.

Scosto le lenzuola e lo raggiungo. Gli circondo la vita da dietro e stampo un bacio sulla sua nuca.

«Buongiorno», mormoro assonnato poggiando la guancia contro la sua schiena.

«Buongiorno muppet».

Si volta per prendere il mio viso tra le mani e baciarmi con più trasporto.

«Questo sì che è un buongiorno degno di nota», sussurro sulla sua bocca.

Rientriamo, facciamo la doccia insieme e aspettiamo Max e la sua ragazza.

Dopo la gara in Belgio, Carlos e io abbiamo preso voli differenti per tornare a casa e organizzarci per la vacanza imminente a Ibiza. Come da programma si sono aggiunti anche Max, mio amico di lunga data, e Pietra, la sua ragazza. Ci siamo divertiti molto. Abbiamo bevuto, ballato, dato feste sullo yacht che ho affittato.

Ho trascorso dei giorni memorabili con le mie persone preferite.

Mi sento felice. Per una volta lo sono. Anche se devo nascondere la mia relazione con Carlos. Ho dato voce ai miei pensieri e ai sentimenti e sto vivendo quasi al cento per cento.

Ma ora è tempo di cambiare meta. Max e Pietra torneranno a Monaco mentre io e Carlos siamo diretti a Madrid, a casa sua.

Poi ci separeremo per prepararci per la seconda parte del Campionato. Entrambi speriamo di poter ottenere ottimi piazzamenti da Zandvoort in poi. Soprattutto io.

Non ho iniziato nel migliore dei modi, ma vorrei concludere quest'anno tra i primi dieci e portare al team dei risultati decenti, con la speranza che l'anno prossimo vada meglio.

Papà non ha fatto altro che mandarmi messaggi di raccomandazione e di gioia, menzionando il famoso discorso da genitore iperprotettivo. Gli voglio bene, ma delle volte esagera.

In aeroporto salutiamo la coppia e ci imbarchiamo verso il gate. Qualche fan ci riconosce e concediamo loro foto e autografi.

«Quelle ragazze sono impazzite quando ci hanno visto insieme», dico quando superiamo i cancelli.

«Per loro la nostra bromance è reale», ridacchia e arrossisco.

Nel biennio in cui Carlos ha corso per McLaren si è creata questa ship, CarLando, unendo i nostri nomi. Da allora sono stati creati migliaia di video su di noi con canzoni sdolcinate o con quelle di The Weeknd. Altri ancora riguardano i momenti iconici di quando eravamo compagni di squadra.

Ammetto di averne visto qualcuno. Tra i tanti, il mio preferito è quello che ritrae me e Carlos abbracciarci dopo il mio primo podio in Austria, tre anni fa.

Questo però Carlos non deve saperlo, sennò mi prenderebbe in giro a vita. Sono fin troppo cotto di lui. Mi sono umiliato abbastanza durante questi anni.

In aereo guardiamo un paio di episodi di una sitcom americana.

Una volta atterrati recuperiamo i nostri bagagli. Altri fan ci placcano. Carlos sorride e rassicura loro che chiuderanno il Campionato in una posizione decente.