15. (C&L)

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Consiglio l'ascolto di Flatline dei 5 Seconds of Summer durante la lettura del capitolo.

CARLOS

Singapore, 16 settembre 2023

Fisso la città avvolta dal tepore mattutino. Lando dorme profondamente. Abbraccia il cuscino, il lenzuolo a coprirgli dal busto in giù, i ricci scomposti e le labbra aperte in una piccola "o".

La sua stanza è accanto alla mia, e ieri sera si è intrufolato qui.

È da quella domenica spesa in pizzeria che non riusciamo a intersecare i nostri impegni. Delle volte voliamo insieme, altre ci vediamo solo in albergo e nel paddock. Agli occhi degli altri pare che non siamo più quelli di un tempo -quelli che scherzavano ogni due per tre-, poi capita che interveniamo nelle rispettive interviste e le persone constatano che non abbiamo mai lasciato la scena del duo affiatato.

Lando soffre la mia mancanza, l'ho capito ieri sera. È fragile, e non vuole mostrarlo. È testardo e delle volte non vuole parlare del suo stato emotivo. Ma io lo conosco come le mie tasche. So quando è felice, quando è triste, quando ha bisogno di attenzioni.

Rientro e scivolo tra le coperte. Lando mugola. Gli circondo il bacino e gli stampo un bacio sulla scapola.

Mugugna parole incomprensibili. Starà sicuramente sognando. Lo osservo: le labbra assottigliate, le sopracciglia aggrottate, quasi come stesse pensando a qualcosa. Poggia una mano sulla mia, poi apre gli occhi.

«Carlos...» bofonchia assonnato. Si volta e posa la testa sul mio petto, un braccio attorno alla vita e le labbra che mi sfiorano l'addome. «Non voglio tornare nella mia stanza». Struscia il naso contro il mio collo e ci posa un bacio.

«Resta qui».

Lando apre gli occhi. «Anche domani?»

«Anche domani», confermo.

Lo stringo forte e gli stampo un bacio sulla fronte. Gli accarezzo i capelli. Al mio tocco si rilassa. Ci addormentiamo di nuovo, abbracciati come ieri sera.

Veniamo svegliati dalla suoneria del mio cellulare. Mi allungo verso il comodino e disattivo la sveglia. Lando si alza, dandomi completa visuale della sua schiena.

Si ferma sull'uscio del bagno e mi guarda. «Che fai, vieni?»

Sorrido sornione e lo raggiungo. Regolo il getto dell'acqua e chiudo le ante. Afferro una spugna, ci verso sopra una cospicua quantità di bagnoschiuma e insapono il mio ragazzo. Lando si rilassa. Lo faccio voltare e proseguo con la schiena. Traccio la colonna vertebrale con le dita e lo sento fremere.

Le sue braccia mi circondano i fianchi. Le sue lacrime si mischiano all'acqua che bagna i nostri corpi.

«Ehi, Lan, che succede?»

In risposta, aumenta la presa. «Non lasciarmi mai»

«Ehi, guardami. Non ti lascio, okay? Ti amo, muppet»

«Mi ami anche se sono pieno di difetti?» tira su con il naso.

«Ti amo per quello che sei, con i pregi e con i difetti. È questo che fanno le persone innamorate, no? Accettare chi si ama, indipendentemente dalla provenienza o dallo status sociale. Ficcati in quella testolina che io, Carlos Sainz Vazquez de Castro Jr, ti amo e ti amerò fino all'ultimo respiro. Non ti libererai di me in un battito di ciglia. Intesi?»

Lando annuisce. «Hai paura di qualcosa?»

«Ho paura di perderti, di...di non poter vivere questa relazione, di non godermi i momenti che condividiamo. Ho paura di rovinare quello che abbiamo»

Flatline // CarLando Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora