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'Le tue labbra erano poggiate sulle mie, le tue mani mi scaldavano le guance, le mie mani stringevano i tuoi fianchi.

Eravamo all'aeroporto. Ero andato in Tunisia per due settimane. Avevamo litigato, non ricordo nemmeno la ragione, e per quelle due settimane avevo voglia di prendere un aereo e tornare a Milano da te.

Non è mai stata una relazione stabile la nostra. Alcune volte non ci sentivamo per 2 settimane e poi mi ritrovavo sotto casa tua e tu mi prendevi in giro.


'Com'è andato il viaggio?' mi chiedesti, staccandoti dalle mie labbra.

'Poteva andare meglio.'

Il tuo solito occhio attento notò delle ragazzine che mi avevano notato, così ti staccasti da me e ti mettesti da parte.

Non hai mai voluto saperne niente della fama. Odiavi quando usciva qualche foto con te e iniziavano a fare domande su domande.

Mi piacevi perché ti è sempre importato di me, non del mio successo.


'La prossima volta vieni con me?' chiesi, appena quelle ragazzine se ne andarono.

'Se sono libera.'

'Non sei mai libera.'

'Vorrà dire che farò di tutto per liberarmi, okay?'

'Meglio.'

Sorridesti, baciandomi la guancia, lasciandomi il segno del tuo rossetto rosso. Stavi per toglierlo con la mano, ma ti bloccai il polso.

'Lascialo, mi piace.'

Conservo ancora il tuo foglio che avevi riempito di baci.'






































14:23 'hai finito il servizio fotografico?'

14:30 'sono appena entrata in pausa pranzo.'

'dove sei?'

'in duomo.'

'ho voglia di vederti.'

'non voglio che ci facciano foto.'

'vieni da me.'

'ci incontriamo a metà strada?'

'okay.'




Appena arrivasti i tuoi vestiti finirono sul pavimento, insieme ai miei. Finisti nel mio letto, come al solito.

Ti scompigliai i capelli, il tuo rossetto era sbavato ed era stampato in varie parti del mio corpo, le tue guance erano rosse. Sembravi un angelo.



'Devo tornare fra 15 minuti.' dicesti fra un bacio e l'altro, mentre ti sistemavo i capelli biondi.

'Ti accompagno in macchina.'

Sorridesti contro le mie labbra, avvolgendomi le braccia al collo.

'Mi hai fatto venire solo per questo?'

'No, avevo voglia di vederti.'

'Nuda?'

'Pure.'

'Stronzo.'

Ti rimettesti la maglietta, prendendo una sigaretta dal mio pacchetto. Ti osservai mentre l'accendevi, mentre la prendevi con le tue dita sottili e lasciavi uscire il fumo dalle labbra.

'Che c'è?'

'Sei bella.'

'Me lo dici sempre, devo essere bella davvero.'

'Lo sei per davvero.'




'Non ho mai avuto paura a dirti che eri bella. Tutte le volte che mi incantavo a guardarti e tu mi chiedevi se avessi qualcosa in faccia, e io ti ripetevo che eri bellissima.



Ogni tanto guardo ancora le tue foto, per ricordarmi di quanto eri bella, e di come non mi hai mai creduto per davvero quando te lo dicevo.'















































'Frate, sono contento che tu abbia trovato la tua anima gemella, ma devi andare a Roma il 4 giugno, hai il concerto di Radio Italia.' disse Charlie, sedendosi accanto a me.

'E quindi?'

'Quindi devi fare le prove, devi dare conferma, devi mettere la testa apposto, e soprattutto, devi ascoltare la tua cazzo di manager. Sai quanto si sta esaurendo per te?'

'Mi sono già scusato con lei. Mi ha urlato contro per mezz'ora, ho paura di lei adesso.'

'Che coglione.' roteò gli occhi, aprendo il computer e perfezionando uno dei pezzi che avevo registrato.


Erano tutti stanchi di sentirmi parlare di te. Eppure sfinivo tutti a parlare di te.

'Lo so che infondo non mi hai mai creduto quando ti dicevo che parlavo a tutti di te. Non hai mai creduto ai miei complimenti, pensavi sempre il peggio di te.'





































'Un giorno ti convincerò a venire a un mio concerto.' dissi, mettendo la valigia in macchina.

'Non contarci troppo, superstar. Ti ho accompagnato perché volevo rivedere i miei amici.' sospirasti, guardando il mio naso sporco di rossetto.

Mi avvicinai a te, stringendoti forte e lasciando che il tuo profumo mi avvolgesse. Ridevi di me ogni volta che non sapevo dove mettere le mani, che finivano sempre su di te da qualche parte.

'Sai che non ci credo, vero?' dissi, guardandoti negli occhi.

'A cosa?'

'Che sei venuta solo per vedere i tuoi amici. Sappiamo entrambi che c'è di più.'

Scuotesti la testa, sorridendo. 'Sei incorreggibile.'

'Mi vuoi davvero lasciare da solo in mezzo ad altre ragazze?' ti provocai, avvicinandomi al tuo viso.

'Ho 30 anni, non credi che sia un po' troppo grande per essere gelosa di ragazzine?'

'Uhm, noiosa. Con te non funziona la carta della gelosia.' ti diedi un bacio a stampo sulle labbra, prima di staccarmi e chiudere il bagagliaio.


















'Ci vediamo stanotte. 4 del mattino ci sei?' chiedesti, prendendo il tuo borsone dal bagagliaio.

'Si, ci sono.'

'Perfetto. Divertiti.' mi baciasti la guancia, lasciandomi un altro segno rosso.

Ti guardai entrare in casa. Notai il tuo sorriso a 32 denti. Roma era davvero la tua città. Così come la mia era Milano.




























'Forse l'avrei dovuto capire da questo che sarebbe andata a finire così.'

the art of opposites. ghaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora