20 - Ospiti d'onore

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-Leila

Gli ultimi dieci giorni sono stati tra i più stressanti della mia intera esistenza. Riesco a dormire solo qualche ora a notte, trascorrendo il resto del tempo a rivoltarmi fra le lenzuola, chiedendomi e richiedendomi come dovrei comportarmi in merito a ciò che ho dovuto fare per spezzare la maledizione.

Ogni notte, mentre Atlas dorme beatamente di fianco a me, mi chiedo se dovrei dirgli la verità o se sarebbe meglio portarmi questo peso nella tomba. Fossi al posto suo, vorrei davvero sapere quando sono destinata a morire? Vorrei davvero sapere che non potrò vedere i miei figli diventare adulti? Non starebbe meglio se fosse ignaro di tutto? E poi, se la 'profezia' non si avverasse davvero, l'avrei fatto allarmare inutilmente.

Al contempo, mi domando se sarei in grado di sopportare il peso di questo segreto per così tanti anni.

Solitamente riesco a chiudere occhio solo quando Atlas sta per alzarsi, quando a malapena è sorto il sole, e dopo di che vengo svegliata dalle domestiche un'ora prima della colazione. Una notte, a furia di rimuginare, mi sono indotta così tanta ansia da dovermi alzare per andare a rimettere.

Alla fine, mi sono ripromessa che avrei rimandato la mia decisione al giorno in cui avremmo finalmente firmato l'accordo di pace con le sirene. Quel giorno è sempre più vicino.

"Benvenuti", afferma Atlas, alla mia prossima destra a capo della scalinata.

I membri del Consiglio dei demoni salgono le gradinate, con a seguito un modesto gruppo di soldatesse, tra cui Megan la quale sembra fare del suo meglio per incrociare il mio sguardo, fulminandomi coi suoi occhi scuri.

"Grazie di essere venuti così in fretta", mi rivolgo piuttosto ad Omar e agli altri membri subito dietro di lui, assicurandomi di incontrare lo sguardo di ognuno di loro. La testa mi scoppia per il poco sonno, ma mi sforzo di accennare un sorriso.

"Grazie a voi, per l'ospitalità".

"Solo le soldatesse possono entrare armate a palazzo", Atlas mantiene un tono cordiale.

"Nessuno di noi è armato".

"Non vi dispiacerà se controlliamo".

"No, fate pure", Omar è il primo ad allargare le braccia e stenderle in orizzontale ad altezza delle spalle.

Alcuni dei soldati alle nostre spalle si fanno avanti per perquisire i demoni, verificando che effettivamente nessuno di loro abbia portato delle armi con sé. Le donne vengono perquisite dalle soldatesse, sotto però lo sguardo attento degli angeli. Dopo di che, Atlas invita i nostri ospiti ad entrare. Quando dice che lascerà loro un paio d'ore, prima di cena, per sistemarsi nelle stanze preparate per loro e riposare dopo il viaggio, non posso fare a meno di sospirare.

Vorrei solo tornarmene a letto, ma probabilmente trascorrerò le prossime ore a farmi sfilare l'abito più semplice che ho indossato stamattina -con le relative sottovesti- e a farmi sciogliere l'acconciatura, solo per poi farmi un bagno e vestirmi di nuovo con un abito più elaborato per la cena.

"Hai dormito male anche stanotte?", domanda Atlas, non appena gli ospiti scompaiono dal nostro campo visivo, accompagnati dai domestici verso i loro temporanei alloggi. "Credevo la gamba non ti facesse male più".

"No, infatti".

Atlas mi scruta con la fronte incurvata, come se stesse cercando di decifrare qualche informazione che si nasconde tra le mie parole non pronunciate. "Non sei costretta a venire a cena, se non te la senti. Ti faccio portare qualcosa in camera".

Scuoto la testa. "Voglio esserci".

Non è che la sua offerta mi dispiaccia poi tanto, ma se mancherò alla cena questo darà un'ammonizione in più alle soldatesse e ai consiglieri per credere che io sia una regnante passiva e che abbia deciso di lasciare il governo esclusivamente nelle mani di Atlas.

The Other Twin 2 || La Maledizione del CristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora