23 - La vendetta non è la soluzione

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-Atlas

Per quanto molto spesso le posizioni di ogni membro del Consiglio possano differire tra loro, alla riunione odierna combattono insieme contro un unico nemico: il loro sovrano.

"Capirete il nostro scetticismo, Vostra Maestà", esordisce Lord Raguel, attualmente uno dei membri più anziani, abbastanza da essere ormai nonno. "Se la maledizione è stata spezzata definitivamente, per merito della nostra Regina, allora questa è l'occasione perfetta per liberarci delle sirene, piuttosto che accoglierle nella nostra alleanza".

Esponendo il suo punto di vista con tono fermo ma pacato, rivolge uno sguardo a Leila, seduta all'altro capo della tavola e affiancata dai consiglieri demoni, per i quali sono state aggiunte delle sedie.

"Non abbiamo le risorse per affrontare un conflitto simile", ribatto. "Ma non è questo il punto. Non ho intenzione di rischiare le vite dei miei soldati quando vi è un'altra soluzione".

"Le vite spezzate vanno onorate", replica allora Raguel. "Tutti qui sono d'accordo. Gli spargimenti di sangue non possono restare impuniti".

"Non capite che così non faremo che mandare avanti un circolo vizioso?"

"Io", l'uomo si porta la mano sul petto, "ho perso mio figlio per mano di quelle bestie. Così come tutti qui hanno perso qualcuno a loro caro".

Le sue parole mi colgono impreparato. Sarei un ipocrita se dicessi che non desidererei vendetta se fossi nei suoi panni. Fossi stato tanto diverso da lui, avrei fermato mio padre prima che potesse vendicarsi contro l'intero popolo dei demoni. Ma non voglio più essere quel tipo di creatura, non più.

"Non stiamo parlando di vendette personali", interviene Leila al posto mio, seduta composta e con le spalle dritte di fronte a me, seppur dal lato opposto di una lunghissima tavolata. "Dobbiamo fare ciò che è più logico per il popolo. Evitare una guerra è ciò che è meglio per tutti. Come noi abbiamo accettato di allearci con voi, nonostante tutto, potete farlo anche voi con le sirene".

"Con tutto il rispetto, ma non sono due situazioni paragonabili".

"No? Allora che qualcuno mi dia il nome dei soldati che hanno assassinato mia madre, così posso rettificare la situazione, sempre che non sia stato il precedente re", sbotta la regina, seppur non scomponendosi troppo. "Anche noi abbiamo sofferto molte perdite a causa vostra, eppure non ci siamo vendicati. Io ho spezzato la maledizione e non l'ho fatto perché potessimo dare inizio ad altri futili spargimenti di sangue. Il ciclo si rompe con noi".

"Ma-"

"Io rifletterei attentamente sulle vostre prossime parole, fossi in voi", interrompo Raguel.

Quest'ultimo serra le labbra sottili in una linea retta.

"Noi votiamo tutti a favore dell'alleanza", interviene Omar, guardandosi intorno fra gli altri consiglieri, che confermano tutti con cenni d'assenso del capo.

Soltanto uno degli angeli -Nadir, il fratello di Cyra- alza la mano per votare a favore, ma questo basta per avere la maggioranza. Non lascio intravedere quanto il suo gesto mi sorprenda. Ciò che mi preme di più al momento è che è deciso: avremo il nostro accordo di pace.

**

-Leila

Con indosso solo la lunga camicia da notte bianca, osservo il mio riflesso nello specchio in varie angolazioni, premendo una mano sul basso ventre così da far aderire la stoffa al mio corpo. Sento la porta aprirsi con un cigolio alle mie spalle, dunque di scatto mi porto la mano ai capelli, come li stessi sistemando.

Nel riflesso dello specchio, scorgo Atlas avvicinarsi con un sorriso accennato sul volto. Sorrido a mia volta, senza però girarmi, mentre mi cinge la vita con le braccia e appoggia il mento sulla mia spalla. Si lascia sfuggire un sospiro nell'incavo del mio collo, posandovi poi un bacio.

Premo le mie mani sulle sue. "Cos'hai promesso a Nadir per votare a favore?"

"Nulla, ma stai certa che qualcosa vorrà", replica, facendomi ridacchiare.

"Ho una notizia".

Nello specchio, osservo l'espressione divertita di Atlas trasformarsi in una di panico, coi lineamenti tesi e lo sguardo attento sul mio volto.

"Una bella notizia", preciso.

Lui sospira e immediatamente le sue spalle si rilassano.

Con le dita tremolanti, prendo la mano destra di Atlas nella mia e la guido lungo il mio corpo, facendola scorrere fino al basso ventre. Tenendola premuta lì, alzo lo sguardo e osservo attentamente il suo volto nel riflesso dello specchio, mentre mette insieme i pezzi. Se prima aveva la fronte incurvata, presto un sorriso lotta per farsi spazio sul suo viso.

A quel punto, mi volto nella sua direzione e così lui scioglie la presa che aveva sulla mia vita.

"Sei...?"

Annuendo, le mie labbra si piegano in un sorriso. "Mikael l'ha confermato".

Non ho il tempo di vedere la sua reazione, che mi ritrovo stretta in un abbraccio. Ricambio senza alcuna esitazione, sentendo poi il petto di Atlas vibrare per via di una risata. "Aspettiamo un bambino", afferma, come a chiedere conferma.

"Aspettiamo un bambino".

Atlas scioglie la sua stretta su di me, ma solo per posarmi le mani sulle guance. Per un attimo, scorgo il sorriso sul suo volto, prima che si protenda in avanti per premere le sue labbra sulle mie, che schiudo immediatamente, lasciandomi sopraffare dal suo dolce bacio.

Dubito di averlo mai visto così felice e non posso biasimarlo. Il mio cuore è esploso di felicità quando, insieme a Cyra che mi teneva stretta la mano, Mikael mi ha informato dei risultati delle sue analisi. Ho dovuto versare una goccia del mio sangue in un'ampolla contenente un liquido bluastro e quando questo è diventato della stessa sfumatura di rosso del vino abbiamo avuto la conferma.

Sono felice, lo sono, se solo non fosse che il pensiero della profezia occupasse sempre una piccola parte dei miei pensieri. Ho promesso ad Atlas che avremmo fatto finta di nulla, vissuto la nostra vita come nulla fosse accaduto, ma non è così semplice non pensarci.

"Grazie", mormora mio marito, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Incurvo la fronte, osservando il modo in cui mi guarda con le labbra ancora piegate all'insù e con gli occhi con cui si ammira la cosa che di più preziosa si possiede.

"Non immagini quanto mi senta onorato di averti come madre dei miei figli".

Gli occhi mi si fanno lucidi, mentre Atlas mi prende entrambe le mani nelle sue. "E io sono felice che sia tu il padre".

"Ti amo, Leila".

"Ti amo anch'io".

The Other Twin 2 || La Maledizione del CristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora