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Emanuele's pov

Appena sentii i passi di Emma dietro di me mi girai, e lei era lì, in tutta la sua bellezza, che mi guardava sorridendo incitandomi ad uscire dalla porta.
Vederla con quel vestito striminzito mi faceva un certo effetto, se non fosse che dopo qualche secondo iniziai a pensare a tutti i ragazzi che si sarebbero potuti avvicinare a lei e un senso di rabbia mi pervase.
Chi me l'ha fatto fare di chiederle di andare in discoteca?

Skip time

Stavamo entrando in discoteca e riuscì a sentire Emma dirmi "che ti cambia se i ragazzi si avvicinano a me?".
Davvero non aveva capito che ero fottutamente innamorato di lei?
Non risposi.
Non avevo la minima idea di cosa dirle, ma fortunatamente non se ne accorse perché la musica era molto alta.

Lei si sedette sul divanetto e io andai a prendere da bere per entrambi.
A dir la verità non volevo lasciarla sola, ma non voleva venire perché le facevano male gli stivali.
Stivali di merda.
Se le sarebbe successo qualcosa non sarei riuscito a sopportarlo, quindi feci il più presto possibile.
Ma nonostante questo, quando tornai da lei, vidi un essere spregevole al suo fianco, con dei capelli che sembrava gli avesse cagato un piccione in testa.
Sicuramente non paragonabile a me quello sgorbio.
Subito mi avvicinai posando i bicchieri, lo presi dal colletto della maglia e gli urlai <<Fratmo vatten>> spingendolo via e continuai <<Non ti avvicinare più a lei, o t'accir>>(o ti uccido).
Se ne andò via impaurito, frat ro cazz.

<<Se qualcun altro ti da fastidio chiamm a me>> Dissi avvicinandomi a lei per farmi sentire e guardandola fissa negli occhi.
<<Chi ti dice che mi stava dando fastidio?>> Disse con un sorrisetto di merda.
Era proprio una stronza.
Non risposi, mi limitai a guardarla male e ad assaggiare il mio drink.

Dopo un po' andammo a ballare, insieme, vicini.
Insieme a almeno 5 cocktail da parte di Emma, dopo un ora, ci andammo a sedere e si era fatta mezza notte.
La vedevo poco stabile, aveva bevuto un po' troppo.

Dopo poco Emma si riprese e bevve un altro cocktail che fui costretto a toglierle da mano.
Decisi che la cosa migliore era tornare a casa. La accompagnai da me, dato che aveva la sua auto lì, o forse quella della macchina era solo una scusa per farla restare con me.

Appena arrivati a casa mi girai verso Emma per dirle di scendere ma si era addormentata, quindi la presi a mo' di principessa e la portai sul mio letto.
Quando mi girai per andarmene la sentii afferrarmi il braccio e dire un flebile: <<Resta con me, ti prego>>.
Prima di sdraiarmi le presi una maglia per dormire, dato che me l'aveva chiesto lei, e poi mi misi sul letto con l'intenzione di chiudere gli occhi per addormentarmi.
Finché non la vidi sedersi sul letto e spogliarsi per poi mettere la mia maglia.
Stavo per morire, decisamente.
Era troppo complicato andare in bagno vero?
Dire che ero ammaliato da quella visione era poco.

Si sdraiò di nuovo al mio fianco una volta essersi cambiata.
Tutto il sonno che avevo mi era passato.
Grazie mille Emma, gentilissima.
Non sa cosa ha causato dentro di me in quel momento.

Gli misi una mano sul fianco scoperto a causa della maglia che si era alzata e la avvicinai a me.
Era proprio bella.
Mi mise una mano sul petto e si avvicinò a me, quel contatto mi fece venire le farfalle nello stomaco.
Non mi ero mai sentito così con una ragazza.

Si avvicinò molto a me, ma non mi spostai, anzi, mi avvicinai ancora di più facendo toccare i nostri nasi.
Iniziai ad alternare lo sguardo tra i suoi occhi e le sue labbra.
Non ero più in grado di mantenere le distanze, nonostante siano già riduttive, avevo bisogno di toccare le sue labbra con le mie.

<<si tropp bell>> dissi sottovoce.
Diede fine a questa tortura azzerando le distanze tra di noi, precedendomi.
Le sue labbra morbide baciavano le mie e nel frattempo chiesi il permesso con la lingua, dando inizio ad una danza che durò fino a farci finire il fiato.
La mia mano strinse il suo fianco e la avvicinai a me fino a far toccare i nostri corpi.
Ne avevo proprio bisogno.
Con le mani iniziò a toccarmi i capelli e il collo, finché non ci staccammo per la mancanza di fiato.
Senza neanche guardarmi in faccia si accucciò al mio petto e la strinsi a me, abbracciandola.
Era stanchissima, lo avevo capito.
Aveva solo bisogno di riposarsi.
Si addormentò tra le mie braccia, ed io con lei appena sentii il suo respiro regolarizzarsi, felice e innamorato.

Spazio autrice:
Ciao a tutte🫶🏻
Sotto richiesta di alcune di voi, ecco qui un pov di Manu.
Vi ringrazio delle 6000 letture❤️
Spero vi sia piaciuto💕

NA CATENA - GEOLIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora