Corpo a corpo

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Mi sveglio con i primi raggi del sole che invadono la camerata. Alcuni compagni sono ancora immersi nel sonno, ma la branda di Ellie è vuota. Mi infilo velocemente la divisa e pettino rapidamente i capelli con le dita, operazione consentita dal fatto che non li lascio crescere mai oltre le spalle. Mi dirigo poi a fare colazione, trovando Ellie già seduta a un tavolo.
<Oggi Shadis ha detto che ci esercitiamo nel corpo a corpo> mi informa, una volta accanto a lei.
<Allora si preannuncia una giornata del cazzo per me>
Ellie ridacchia. Sa bene che quello è il mio punto debole. Non che il mio corpo non sia allenato, ma non ho ancora trovato un modo per compensare il divario fisico che molto spesso si presenta tra me e gli altri. Con gli uomini non ho praticamente nessuna possibilità. Riesco a combattere dignitosamente con alcune reclute donne, ma la maggior parte, seppur spesso più giovani di me, sono anche più alte di una buona manciata di centimetri. Non è l'onore che mi preoccupa oggi, ma l'impatto che la pessima figura che farò avrà sulla mia possibilità di essere scelta.
Mastico del cibo malvolentieri, finché non si fa ora di cominciare. Ci dividiamo spontaneamente nei due gruppi del giorno precedente e io inizio a scaldarmi con Ellie. Non sarò molto forte, ma allenarmi con lei mi ha permesso di adattarmi a un livello abbastanza alto, quindi ho imparato a difendermi. Mentre i capitani ci raggiungono inizia a piovere e il terreno si trasforma, da campo polveroso ad ammasso di fango. Continuiamo tutti a batterci con il nostro compagno, consapevoli di essere osservati da Ackerman.
Lottare contro Ellie mi permette anche di sfogare le frustrazioni degli ultimi giorni. Non riesco quasi mai ad atterrarla, ma sono abbastanza brava nello schivare le mosse di chi è più forte di me. Quindi il nostro combattimento assume più le forme di una danza, in cui solo di rado una colpisce l'altra. Trascorre così quasi un'ora, quando noto il capitano Levi passare tra le coppie per dare indicazioni. Provo a dare il meglio, ma non riesco a sferrare più di qualche pugno a Ellie, e lei lo stesso con me. Io però accuso molto il dolore dei suoi colpi. Mentre evito un suo calcio, scorgo di sfuggita la figura del capitano che osserva. Ci lascia proseguire per un po', finché Ellie riesce a mandarmi a terra, e poi ci ferma.
<Hai una buona postura> dice rivolto alla mia compagna <ma a volte sei troppo lenta a sferrare, per questo lei ti scappa, prova con me>
Ellie ha un'espressione titubante, ma si mette comunque in posizione e prova ad attaccare. In pochi secondi però il capitano le afferra una gamba e la sbatte al suolo.
<Ti sei avvicinata troppo lentamente e mi hai dato il tempo di contrattaccare, riprova ragazzina>
Mi metto da parte per lasciarli combattere e osservo i loro movimenti, mentre mi ripulisco dal fango. Mi mordo il labbro dalla frustrazione, non credo di poter raggiungere un livello del genere nemmeno con un anno di allenamento. Nonostante Ellie alla fine venga sempre sconfitta, riesce a difendersi sempre meglio e il capitano lo nota.
<Esatto, così> dice, dopo aver ricevuto un calcio ben assestato.
Ellie si accovaccia a terra ansimante, invece il capitano si rivolge a me
<Tu invece sei abbastanza veloce, ma se qualcuno dovesse colpirti saresti quasi sicuramente a terra. Non puoi combattere con il corpo così rilassato, devi contrarre l'addome> spiega e nel mentre mi si avvicina, toccando con la punta delle dita un punto poco al di sotto delle mie costole. Mi irrigidisco. Non sono abituata a contatti del genere, mi fanno sentire a disagio, ma cerco comunque di prestare attenzione.
<Se mantieni la giusta postura accuserai di meno un pugno e non ci metterai tutto quel tempo per riprenderti ogni volta che lei ti colpisce> prosegue <Inoltre, scappi sempre e non attacchi>
Lo vedo allontanarsi e finalmente il mio battito torna normale. Mi fa segno di andare per prima. Faccio un respiro e cerco di mettere a segno un pugno, ma lui è più veloce e mi afferra il polso. La sua sola stretta sul braccio mi provoca una fitta. Inizio a pensare che Ellie abbia un occhio di riguardo con me e non usi mai tutta la sua potenza, perché a una presa così forte non sono nemmeno lontanamente abituata. Provo a colpire le sue gambe con un calcio per fargli mancare l'equilibrio, ma lui è già un passo avanti a me e, stringendomi con l'altro braccio, riesce a sollevarmi da terra e a scaraventarmi contro un albero vicino, bloccandomi le braccia dietro la schiena.
<Ancora> mi dice alle spalle.
Continuo l'allenamento con lui per qualche minuto, finendo sempre rovinosamente al suolo, ma verso la fine noto che riesco a resistere per più tempo prima di essere sopraffatta.
<Meglio> commenta, accovacciandosi vicino a me, finita con la schiena a terra per l'ennesima volta <ma sembra che senza le ali tu faccia fatica>
Mi tiro su e lo guardo di sbieco, prima che si rialzi e prosegua con l'addestramento.
Ellie mi aiuta ad alzarmi e ricominciamo ad allenarci.

Alla fine della mattinata viene annunciato il pranzo e tutti si dirigono al coperto, per cercare riparo dalla pioggia.
<Ellie, posso parlarti?>
Lei inclina la testa, leggermente confusa.
<È importante> aggiungo e lei annuisce.
Seguiamo il flusso verso le strutture, rimanendo in disparte, e all'ultimo momento ci infiliamo dietro i dormitori.
Devo almeno fare un tentativo. Oggi ho avuto la prova che non è certo che saremo scelte insieme. Ma nell'ipotesi più rosea in cui io sia selezionata e lei no, devo comunque cercare di dissuaderla ora dall'arruolarsi nel corpo di ricerca in futuro, perché altrimenti non avrei più occasioni per dirglielo.
<Ellie, vorrei che ripensassi seriamente alla tua scelta per il prossimo anno>
Il suo viso, prima vagamente incuriosito, ora si rabbuia. <Lara, ne abbiamo già parlato>
<Lo so> rispondo fredda <ma non devi dare per scontato che sarai in grado di combattere fuori dalle mura>
<Stai scherzando?> chiede, lasciandosi andare in una risata amara <oggi ti ho letteralmente fatto il culo>
<Si, ma quello è il combattimento corpo a corpo, non ti troverai mai a farlo con un gigante>
<E tu come pensi di combattere contro dei cazzo di giganti se non riesci a mettere a terra nemmeno un umano?> inveisce.
La pioggia scrosciante ci ha inzuppate, facendo sciogliere il fango tra i miei capelli. Vedo Ellie fare un passo verso di me e puntarmi contro il dito <Non puoi portarmi via da casa e vivere con me per anni, per poi decidere da un giorno all'altro che non te ne frega più un cazzo!>
<Merda! Allora proprio non capisci!>
Urlo anche io, sento la rabbia montare, insieme alla frustrazione ma soprattutto alla paura che mi attanaglia lo stomaco da mesi.
Non faccio in tempo a continuare che lei mi si scaglia contro, assestandomi un pugno in pieno viso. Sento il sangue colarmi sull'occhio destro, ma riesco comunque a ritrarmi e a contrattaccare. Le tiro un calcio sui fianchi, mentre schivo un altro colpo. Sono comunque troppo lenta, perché mi arriva un altro pugno sull'occhio sinistro. Per un attimo vedo tutto nero, ma faccio in tempo a colpirla con una testata che le fa sanguinare il naso e la costringe a indietreggiare.
<Questa tua scelta del cazzo ti farà ammazzare! E sarò io quella che dovrà vivere con la consapevolezza che è stata colpa mia!>
Ellie sgrana gli occhi e fa qualche passo indietro, guardandomi interdetta. Sputo a terra il sangue che nel frattempo mi era colato in bocca. Respiriamo entrambe affannosamente. Non riesco a staccare i miei occhi dai suoi e neanche lei sembra in grado. Restiamo così per un tempo che sembra infinito, finché non mi sembra di scorgere un'ombra poco lontano e distolgo lo sguardo.
Faccio qualche passo in quella direzione, ma la pioggia mi rende difficile vedere più lontano di qualche metro. Prima che io riesca a parlare, una recluta del terzo anno sbuca da un punto imprecisato. <Eccovi, mancate solo voi. Shadis ci vuole tutti ai tavoli, il comandante Erwin deve fare un annuncio>

Ellie e io ci precipitiamo all'area comune più in fretta possibile, pulendo come meglio riusciamo il sangue e il fango con i mantelli. La sala sembrava già avvolta dal silenzio, eppure nel momento in cui spalanchiamo le porte, un gelo ancora più profondo sembra calare su tutti i presenti. Ci sediamo entrambe con lo sguardo basso al tavolo più vicino, il più lontano possibile l'una dall'altra. Erwin attende qualche istante e si schiarisce la voce.
<Bene, ora che ci siamo tutti, posso iniziare. Come già sapete, siamo qui per selezionare alcuni di voi che entreranno nel corpo di ricerca. Devo innanzitutto comunicare che il capitano Mike e il capitano Levi sono rimasti sorpresi dal vostro impegno, quindi voglio farvi anche i miei complimenti>
Fiotti di sangue continuano a uscire dalla mia tempia recisa, sporcandomi tutto il viso. Ellie mi lancia un occhiata di scuse, ma le faccio segno con la mano di non preoccuparsi.
<Senza ulteriori indugi, vi comunico che abbiamo già selezionato una rosa di nuove reclute, che vi comunicheremo con certezza domani sera>
Le parole del Comandante mi provocano una morsa allo stomaco. Solo un giorno e una sentenza di morte potrebbe bussare alla porta di Ellie. Deglutisco a fatica, ma cerco di mantenere una calma apparente, per non attirare ulteriori attenzioni. Il resto del discorso del Comandante mi arriva ovattato e distante. Non colgo una parola di ciò che dice, ma non mi importa nemmeno. Non mi disturbo neanche ad applaudire insieme agli altri cadetti.
<Visto il brutto tempo, mi sembra doveroso concedervi il pomeriggio di oggi e la giornata di domani per riposarvi. Ora mangiate pure>
Non voglio rimanere in questa stanza un secondo di più. Non appena vedo il Comandante sedersi al tavolo e tutti iniziare a pranzare, rifilo una scusa a Ellie e mi dirigo verso l'uscita.
Mentre mi alzo i miei occhi vengono catturati da un altro paio che avevo addosso da chissà quanto tempo. Vedo il volto severo del capitano Levi e il suo sguardo, a metà tra lo sbigottimento e il disappunto, seguirmi mentre cammino a passo svelto verso le porte.

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