CAPITOLO 1

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Due anni prima


Essere ultimo di sette figli può avere dei vantaggi come una maggiore libertà, essere il più  coccolato e viziato, ma questo non valeva certo per Felix. Certo godeva di una maggiore libertà, ma al prezzo di essere totalmente invisibile agli occhi degli altri. Quando era più giovane aveva provato a seguire le orme dei fratelli più grandi: studiava il doppio, si allenava il doppio, cercava di socializzare il doppio e partecipare a quanti più eventi possibili, ma ogni cosa che faceva dalla più alla meno banale veniva sempre paragonato ai suoi fratelli e non solo dagli altri nobili e domestici  ma anche dai suoi parenti più stretti. Certo con loro ci andava più o meno d'accordo, bè in realtà era meglio dire che sua madre non la vedeva mai impegnata com'era con le dame da compagnia a ricamare e scambiare pettegolezzi mentre beve il the, il padre e l'erede al trono sembravano irraggiungibili, anche quando erano seduti a tavola insieme era come se fossero distanti chilometri e chilometri, gli altri suoi fratelli, invece, o lo ignoravano ricordandosi della sua esistenza quando serviva e altri ancora erano lontani dalla capitale in quanto sposati. Fin da quando ne ha memoria era sempre stato solo, circondato da numerose balie che la maggior parte delle volte gli lasciavano fare come voleva, non aveva mai saputo cosa volesse dire abbracciare la propria madre, ricevere una pacca dal proprio padre e giocare con gli altri suoi fratelli, anche perché loro erano molto più grandi di lui, con il sesto si scambiavano ben 5 anni di differenza, con il più grande invece quasi 20, quindi non è che avesse avuto tutta questa fortuna fin dal principio. 

-Vostra Altezza il re vi attende nel suo studio- venne riportato alla realtà dal leggero tocco della serva che lo guardava dall'altro quasi preoccupata. Era molto giovane, non poteva avere più di 14 anni, quindi due anni più giovane di lui, molto probabilmente era nuova perché non l'aveva mai vista e anche dal modo in cui evitava il suo sguardo con le guance arrossate.

Posò il libro che da almeno una bella mezz'ora non stava più leggendo e si alzò dalla comoda poltrona adagiando il piccolo volume sopra il tavolino rotondo la vicino e si avviò alla porta per poi percorrere i lunghi corridoi abbelliti di quadri, statue e vasi traboccanti di fiori dai colori sgargianti. Gli sembrava strano che suo padre lo avesse mandato a chiamare, infondo la loro ultima conversazione. sempre se così si può chiamare un "come stai" seguito da un "bene" detti solo perché si erano ritrovati all'improvviso da soli, avvenuto un mese prima.

Arrivato davanti la porta dell'ufficio del padre prese un profondo respiro cercando di calmare i battiti del core che sembravano impazziti e bussò. Appena ricevette il classico -Avanti- entrò chiudendo la porta alle sue spalle e prese posto davanti una delle poltrone poste davanti la scrivania. 

-Non voglio girarci attorno- iniziò il padre. Solo in quel momento si rese conto di due profonde occhiaie sotto agli occhi arrossati molto probabilmente dal sonno e le rughe che sembravano ancora più profonde di quanto ricordasse. - Devi partire per Etril oggi stesso, ti sposerai con re Cyrus- a sentire quel nome il gelo ghiacciò il sangue del povero Felix. Aveva sentito durante ari ricevimenti il nome di questo re che non ha mai potuto vedere dal vivo, tutti dicevano fosse molto freddo e spietato con le sue vittime e le spie, ma anche che fosse molto forte e che avesse vinto tanti scontri. 

-Come mai proprio io?- sussurrò e infondo era una domanda più che lecita, tra ben sette figli proprio lui. - Di sicuro l'erede al trono non può andare, molti sono già sposati e altri in procinto di farlo. Il patto prevedeva che uno di voi doveva andargli in sposo  e l'unico rimasto sei proprio tu- Ovviamente. - Ma ho solo 16 anni la legge vieta il matrimonio a questa età- la sua voce andò sempre più scemando vedendo la faccia del padre mutare drasticamente dall'essere stanca a innervosita da tutte quelle domande. -Infatti sciocco, andrai la ad imparare a essere un buon consorte per il re e appena raggiunta la giusta età vi sposerete. Ora va via, va a cambiarti e renderti più presentabile che la carrozza è già pronta- con altre mille domande in testa non aggiunse più niente, non provò nemmeno a ribellarsi perché sapeva già da tempo  che gli sarebbe toccata una sorte molto simile o, nel peggiore dei casi, a esser cacciato dal palazzo da suo fratello appena diventato re.

 Quando tornò in camera trovò i vestiti da indossare già piegati sul letto, mentre nessun baule era stato ancora preparato. Proprio in quel momento entrò una serva che lo aiutò nell'indossare l'abito senza stropicciare niente. - I bauli sono già stati preparati?- ebbe alla fine il coraggio di chiedere. - Ci è stato detto dal re che non vi era bisogno di prepararvi i bauli, avrebbero pensato a Etril a tutto quello che vi servirà- Si limitò ad annuire e una volta vestito diede un ultimo sguardo a quella stanza anonima come se non ci avesse vissuto nessuno per ben 16 anni, si girò e fece tutto il percorso che lo portò in carrozza. 

Nessuno venne a salutarlo, nessun abbraccio, nessun addio. Niente, proprio come doveva essere lui per gli altri.

The king consortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora