L'aria tesa per l'inizio del campionato era palpabile con mano. Tutti i piloti fremevano e si allenavano come matti per dare il loro meglio alla prima gara. Sara e Carlos non ebbero modo di passare molto tempo insieme per via degli impegni dell'uomo, ma quel poco che restava, lo spendevano al meglio. Lo spagnolo, in particolare, era visibilmente agitato: gareggiare per un nuovo team significava nuove dinamiche all'interno del paddock, ma soprattutto un nuovo compagno di squadra. Ormai era abituato a gareggiare al fianco di Charles, ma da un lato, più a livello personale che lavorativo, pensava fosse meglio così dopo tutto ciò che era successo. Infondo, cambiare aria solitamente era un bene, quindi cercò di trovare il lato positivo di quella situazione. D'altro canto, aveva accanto una ragazza molto presente che lo spronava e sosteneva in ogni singola occasione, quindi aveva ben poco da temere. Si sentiva terribilmente fortunato ad esserci fidanzato, più la guardava e più le sembrava un angelo, come se stesse vivendo un sogno. Era fantastica, trovava sempre un modo per farlo sorridere, lo aiutava in ogni difficoltà, anche in ambiti in cui non era affatto specializzata. Lo faceva distrarre sempre con qualcosa di nuovo quando lo vedeva stressato, era piena di novità e, nonostante il suo impegno costante nella relazione, trovava sempre il tempo per dare gli esami universitari che passava senza problemi e per mantenere un locale dalla rinomata fama come il suo. Lui, dal canto suo, cercava di non farle mai mancare nulla: la sorprendeva con qualche regalo, la portava fuori a mangiare e, se aveva bisogno di aiuto cercava sempre di starle accanto. Stavano costruendo una relazione sana e, ben presto, Carlos si scordò che la loro storia era fondamentalmente basata su una bugia. Ma era sereno a riguardo: non c'era alcun modo in cui lei potesse scoprirlo. Allora, semplicemente, si godeva ogni istante con lei e i sensi di colpa, dopo un po', iniziarono a scemare. Si sentiva inarrestabile dopo averla conquistata, aveva raggiunto il suo obiettivo abbattendo gli ostacoli anche con le maniere forti, laddove era stato necessario, anche a costo di mentirle e spezzarle il cuore. Tutte mosse ben più che architettate, siccome sarebbe stato lui a renderla di nuovo felice. Ed era convinto di aver raggiunto il suo obiettivo, siccome la vedeva molto serena, ma solo perché Sara attendeva la sua assenza per sfogarsi e continuare a chiedersi perché mai Charles le aveva fatto una cosa del genere.
Tra il compleanno di George e l'inizio del campionato, furono solo due gli eventi importanti: il compleanno di Alex, in cui non successe nulla di particolare — vista l'assenza di Charles — e la festa di inizio campionato che si teneva ogni anno a Montecarlo sempre nello stesso locale. Avveniva due giorni prima rispetto alle prime prove libere ed era organizzata come una sorta di gala in cui gli organizzatori e i proprietari delle scuderie erano solitamente invitati a dire due parole difronte a tutti. Era invitato tutto il team, dai piloti con famiglie e compagne, ad ogni singola persona che lavorava in Formula Uno. Quindi, erano eventi colmi di persone e visi nuovi. Carlos aveva invitato amorevolmente Sara, che sarebbe andata lì sia in veste di fidanzata dello spagnolo che in veste di sorella di Lando. Si era preparata in estrema serenità a casa sua, concedendosi tutto il tempo necessario per sistemare a dovere ogni dettaglio, dall'acconciatura al trucco, ed aveva di recente assunto un autista che avrebbe guidato al posto suo quando portava i tacchi. Ciò, l'aveva portata ad arrivare in lieve ritardo, dunque appena fu fuori chiese a Carlos di andarla a prendere per entrare insieme. La sua entrata in scena fu a dir poco magnifica. Era l'emblema più puro dell'eleganza: indossava un meraviglioso abito firmato Giorgio Armani d'un colore blu scuro senza spalline, con due grandi spacchi ai fianchi che separavano nettamente il tessuto che copriva il busto e quello che copriva la schiena. L'abito era lungo, sembrava le fosse stato cucito sulla pelle per quanto bene le stesse, ed era ornato di diamanti che si intensificavano nella zona della scollatura. La figura slanciata evidenziava la presenza di tacchi, mostrati vagamente durante la camminata siccome coperti dalla lunghezza del vestito, e portava i capelli raccolti con un'eleganza unica in uno chignon perfettamente fissato con il gel. I gioielli erano il tocco di classe che chiudeva la bellezza del suo portamento, insieme al trucco leggero che faceva risaltare le forme armoniche del suo viso.
Aveva attraversato il locale in compagnia di Carlos che teneva anche la sua borsetta, senza rendersi conto di quanto fosse bella, come se il mondo fosse la sua passerella, ma qualcuno, posto in disparte a parlare con dei parenti, l'aveva notato eccome. Vista la sua assenza iniziale, Charles prese un sospiro di sollievo nel pensare che non sarebbe venuta, ma appena la vide entrare, si pentì anche solo di averlo pensato. Soltanto il guardarla in tutta la sua classe era un piacere per gli occhi. Era uno scenario mozzafiato. Avrebbe voluto ringraziare personalmente Giorgio Armani per aver ideato quell'abito e, ancor di più, per averglielo venduto. Pensava che nemmeno alla più bella modella sarebbe stato così bene. Creava attorno a sé un'aria d'alta classe, aveva un portamento unico nel suo genere e, ben presto, il monegasco si rese conto di non essere l'unico ad averlo notato: aveva gli occhi di tutti addosso, i paparazzi la fotografavano come se fosse lei il pilota campione in carica. Ma non lo era affatto, era lì che teneva saldo il braccio del fidanzato mentre si avvicinava al fratello per salutarlo, era un'ospite come chiunque altro, eppure quella sera sembrava esistere solo lei. La cosa più bella di Sara in quel contesto, secondo Charles, era che le attenzioni che concentrava su di sé arrivavano spontaneamente. Non aveva mai bisogno di strafare, di spegnere gli altri per poter brillare. Semplicemente, accanto a lei chiunque sembrava vivere di luce riflessa.
Sospirò e tornò ad osservare il calice di champagne che aveva in mano, provando ad ascoltare di nuovo il discorso che gli stava facendo Pierre prima che lei arrivasse. L'amico aveva notato la sua disattenzione, ma vedendo la ragione di quest'ultima non si era affatto arrabbiato: aveva stretto le labbra, colpito come un fulmine dall'evidenza dei sentimenti ancora forti che Charles provava nei suoi confronti e, semplicemente, attese di riavere la sua attenzione per finire la conversazione.
Carlos, secondo molti l'uomo più fortunato del locale quella sera, era rimasto anch'esso estasiato alla vista della fidanzata, complimentandosi immediatamente con lei. L'aveva accompagnata da Lando ed aveva gentilmente sorretto la sua borsetta, togliendole poi dalle spalle la giacca per farla stare più comoda.
Misero della leggera musica di atmosfera e tutti i presenti si addentrarono in discorsi con parenti e amici, riuscendo finalmente a scostate l'attenzione su qualcosa di diverso dalla ragazza appena arrivata. Carlos le restò sempre accanto, posandole delicatamente una mano sul fianco e dandole qualche bacio qua e là di tanto in tanto. Sembravano una coppia perfetta: esteticamente, erano entrambi bellissimi, ma il loro modo di comportarsi reciprocamente era ciò che faceva la differenza, perché erano sempre con il sorriso e sembravano sempre felici quando erano insieme. Gli articoli sulle pagine di gossip arrivarono in brevissimo tempo con le loro foto insieme sia prese di soppiatto sia messi in posa. I fan davano di matto per loro.
STAI LEGGENDO
Trecento all'ora. - Charles Leclerc.
Fanfiction[Sylvia Plath]: ❝Se la Luna sorridesse, somiglierebbe a te. Tu fai lo stesso effetto di qualcosa di bello, ma annientante.❞ Una vita fatta di fiori, stelle e musica, difficilmente era in grado di mescolarsi con un'altra composta da auto, velocità e...