EPILOGO

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Parlarti di quello che sento mi sembra impossibile, perché non esistono parole per dirti cosa sei per me.

Tu mi hai insegnato a ridere, tu mi hai insegnato a piangere.

L'ho imparato con te che certe volte un fiore cresce anche nelle lacrime.

Mr.Rain


<Va bene così> Continuavo a ripetermi mentre lasciavo le uniche cose belle che quella stronza di vita mi aveva dato anche solo per poco tempo.

Il cuore piangeva così tanto da scavarmi sotto la pelle con le sue lacrime. Non andava bene affatto, ero solo, di nuovo. 

Avevo fatto male all'unica persona che a me aveva fatto solo bene, di nuovo.

Aveva vinto lei, di nuovo.

Ma non per molto, fanculo tutto, dovevo mettere io quel fottuto punto finale, era la mia storia, non la sua. Ero io il protagonista, e lei l'antagonista. E l'avevo capito, finalmente lo avevo capito, probabilmente, anzi sicuramente era tardi, ormai il passo lo avevo fatto, l'avevo lasciata sola con due lettere in mano, ma lei forse non lo sapeva che quelle lettere erano tutto il mio mondo che lei era il mio fottuto mondo. 
Certo, sicuramente avrei dovuto dirle la verità, non lasciarla con la convinzione che di lei non me fregava niente, cazzo la amavo come mai credevo si potesse amare, e la volevo per me, ma non così, non in quel modo, ed è per quello che quella notte, scattata la mia mezzanotte avevo deciso di andare via, perché io sapevo, sapevo benissimo cosa stavo per fare, e lei non doveva in alcun modo entrare nei miei piani, la volevo, ma solo dopo essere riuscito a diventare la persona che si meritava.  

Ero testardo, impaurito ed arreso, ma una cosa la mia piccola Melody me l'aveva insegnata. 

Non smettere mai di rincorrerla, la felicità.

E non mi interessava più quanto quella penna premeva sul foglio, quanto incideva con il suo inchiostro la parola fine.

Quella non era la fine.

Quella notte, la penna era nella mia mano, pronta a scrivere un nuovo capitolo, nonostante la paura di fallire, di farmi male di nuovo, e magari fino a disintegrarmi del tutto, ormai avevo deciso, quella era l'unica mossa possibile per far diventare la parole Vivere un verbo. 

Così mi ritrovai solo, dopo poco ero davvero solo, io e la Luna. 

Era triste, ma secondo me era fiera di me. Le sorrisi, puntando gli occhi al cielo diviso dalle sbarre, ma lei era così bella da illuminare il cielo.

<Ehi, Ciao Luna. Ora tocca a te, te la affido. Proteggila, indicale sempre la strada giusta, te la lascio, ma non illuderti, verrò a riprendermela. Trattala bene, sorridile quando la vedrai triste, ascoltala, aiutala, perché lei è forte, ma è anche molto fragile. Mi fido di te, e ti prego, ogni volta che ti guarderò giurami che mi farai vedere il suo viso>



LA STORIA CONTINUA.....





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