Capitolo 10

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<<Nathan...>>
Lo osservai, mentre cercava l'oggetto che lo chiamava. Questa volta, cercai di osservare più attentamente ogni dettaglio di quel ricordo, per riuscire a cogliere qualche dettaglio importante.
<<Ti ho trovato.>>
La sua voce mi provocò un dolore al petto, e in quel momento pensai a quanto avrei voluto corrergli incontro e abbracciarlo.
Cercai di vedere cosa stesse stringendo tra le mani, e per qualche istante mi sembrò d'intravedere una sorta di medaglione. Vidi chiaramente una pietra color smeraldo, che Nathan stava osservando attentamente per poi infilarsela nella tasca della giacca.
Non appena fece i primi passi per dirigersi alla porta, si fermò per poi parlare di nuovo.

<<Cosa...>>
<<...no, io... devo tornare a casa.>>

Stava avendo una conversazione con quel medaglione? Dannazione, non posso sentire la voce che gli sta parlando.

<<Non era questo che mi avevi detto!>>
Urlò Nathan, e io sobbalzai sorpresa.
<<Hai ragione... ma io voglio tornare da lei.>>

"Lei"... stava parlando di me?

Iniziai ad agitarmi, Nathan non sembrava voler fare quello che gli stava chiedendo quell'entità. Sentii che il tempo stava per finire, perché le mie mani iniziarono ad intorpidirsi.
Un attimo dopo, l'urlo che Nathan emise mi fece accapponare la pelle, lo vidi inginocchiarsi a terra e tenersi la testa tra le mani.
Stava accadendo qualcosa.

<<Nathan! Cosa ti sta succedendo?!>>
Urlai, non riuscii a trattenermi quando lo vidi così sofferente.
<<Chiunque tu sia, lascialo stare!>>
Nonostante la mia immensa voglia di muovermi per andargli incontro, il mio corpo non si mosse, avrei potuto solo restare a guardare mio fratello che urlava in preda al dolore.
<<Ti prego!! Nathan!>>
Mi misi a piangere, lo chiamai, ma non servì a nulla.

<<Finalmente.>>
Esclamò mentre stava ancora inginocchiato, e mentre io cercavo di resistere alla forza che mi stava riportando alla realtà, si voltò nella mia direzione e mi fissò negli occhi.

<<Iris.>>
<<Svegliati, se urli ancora penseranno che ti sto uccidendo.>>

Aprii gli occhi, vedendo davanti a me Enea che mi stava parlando.
Mi alzai, mettendomi a sedere e stringendo la chiave in mano.
<<Ofelia...>>
<<...chi era?>>
<<Iris... non ne sono sicura, ma credo si tratti dello stesso stregone che mi ha sigillata.>>

Quindi... lui è la causa della scomparsa di Nathan.

<<Potreste spiegare qualcosa anche a me? Grazie.>>
Cercai di rimettere apposto tutti i pensieri e quello che avevo visto, per poi spiegarlo al meglio ad Enea.
<<Ho visto nei ricordi di Ofelia mio fratello, solo che... Si rifiutava di fare ciò che quell'entità gli stava chiedendo, quando poi ad un tratto lui si è piegato a terra urlando...>>

Chiunque sia, la pagherà.

<<E?>> disse Enea incitandomi a continuare.
<<E poi, è finito tutto. Mentre stavo ritornando alla realtà però, si è voltato e mi ha guardata dritto negli occhi. Com'è possibile...>>
<<Ne sei certa? Forse stava osservando Ofelia.>>
<<Si, ne sono sicura.>>

Sentii la tristezza nel vedere Nathan così sofferente, per lasciare spazio alla rabbia.
Il dubbio che non aveva fatto altro che torturarmi per per anni, la certezza che lui non mi avrebbe mai lasciata sola così senza un motivo, ora era divenuta realtà.

Nathan, ti troverò.

<<Bene, questo significa che il mio istinto non sbagliava. Abbiamo lo stesso obiettivo.>>
<<Quindi, è tutto collegato?>>
<<Si, ma non capisco una cosa.>>
Guardai Enea, pronta ad ascoltarlo.
<<Cosa?>>
<<Perché tuo fratello? Un umano senza poteri, a cosa potrebbe->>
Enea si bloccò prima di finire la frase e si voltò guardandomi.

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