Capitolo 12

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Io ed Enea ci guardammo con la coda dell'occhio, pronti nel caso in cui le cose avessero preso una brutta piega.

<<Dov'è?>> disse urlando la voce alle nostre spalle.
Vidi Enea irrigidirsi, probabilmente già pronto ad un eventuale scontro.
<<Ah! Eccolo qui, il bastardo.>>
Sentimmo che si stava muovendo a passi svelti verso di noi.
<<Eugenio! Ho bisogno di una birra subito, perché te ne stai sempre sul retro?!>>

Nell'udire le sue parole, tirai un sospiro di sollievo e potei sentire i miei muscoli rilassarsi. Riuscii ad avverrtire che anche Enea affianco a me si rilassò.
<<La devi smettere di urlare nel mio bar ogni volta che non mi trovi al bancone, Arnold.>>

Ma chi è questo cafone?!

Enea approfittò della distrazione di tutti e mi mise una mano attorno alla vita, facendomi segno di alzarmi. Lasciò una banconota sopra la bancone, e io mi alzai con ancora la sua mano appoggiata a me.
Senza farci notare, ci avviammo verso l'uscita, Enea si staccò da me solo per poter aprire la porta e farmi uscire.
Fù in quel momento che sentii una mano toccarmi i capelli.

<<Come ho fatto a non notarti subito?>>
Mi voltai, trovandomi davanti quel ragazzo che poco prima era intento ad urlare contro al barista.
<<Scusami, sono di fretta.>>
Dissi per poi fare il primo passo per uscire, ma lui mi prese per il polso, costringendomi a voltarmi nuovamente e a guardarlo.

Che seccatura.

<<Aspetta, volevo solo presentarmi a una bella signorina.>>
Lo sguardo che gli rivolsi era addirittura peggiore di quello che solitamente rivolgevo ad Enea nei nostri momenti di odio reciproco.
<<Non sono interessata, grazie.>>
Mi liberai dalla sua presa, e gli diedi le spalle uscendo dalla porta a passo svelto.

<<Andiamo, Enea.>>
Lui in risposta, sorrise soddisfatto.
<<Arrivo.>>
<<Che caratterino niente male.>>
Sentii dire da quell'arrogante, ed Enea si fermò poco prima di chiudersi la porta alle spalle. Io rimasi li in attesa che lui mi seguisse, osservandoli.
<<Quando non le interessa qualcuno, lo dimostra. Scusaci, ma siamo di fretta.>>
Detto ciò, Enea chiuse la porta ancora prima che quell'estraneo potesse ribattere.

<<Veloce! Ci mancava solo un altro sbruffone arrogante a farci perdere tempo.>>
Dissi infastidita e facendogli cenna di muoversi.
<<Sto arrivando, non ti agitare così, Fiorellino.>>
<<Smettila di chiamarmi così, e poi quel tizio mi ha dato sui nervi.>>
<<Vieni per di qua.>> disse indicandomi la direzione in cui voleva che andassimo.
<<Ma per di qua non si va al nostro Hotel.>>
<<Lo so, ma i 30 minuti che ci ha concesso Ofelia per il cambio d'aspetto sono quasi scaduti.>>

Me ne ero scordata.

Seguii Enea a passo svelto, e non appena entrammo in un'altra via stretta in cui speravamo che nessuno ci avrebbe potuti vedere, la magia di Ofelia scomparse.
<<Per un pelo.>> disse Enea sistemandosi i capelli.
<<Si, c'è mancato poco. Ora muoviamoci.>>
Ripresi a camminare uscendo dalla via con Enea al seguito.

Arrivati al nostro Hotel, non appena entrammo nella mia camera, Ofelia iniziò a parlare.
<<Direi che la risposta del barista non lascia dubbi.>>
Ripensai a quello che ci aveva riferito poco fa.

"Lavorava per uno dei maghi più potenti"

Non poteva essere un caso.

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