Piccolo e luminoso, ma spazioso il giusto per permettermi in qualche modo di risistemare ciò che del mio vestito bianco era rimasto, guardai la camicia nera che avevo poggiato sopra il lavandino di uno dei bagni nella casa della cugina di Flinn.
Scott era rimasto fuori la porta che avevo volutamente lasciato socchiusa e da uno spiraglio riflesso dallo specchio potevo vedere un lembo di pelle pallida della sua schiena.
Si era lanciato in piscina per me ed io gli avevo preso l'unica cosa che lo teneva lontano dalla nudità parziale.
La musica era ancora alta ma a me sembrava di sentire solo il suo respiro pesante, quasi seccato. Così, per non farlo attendere oltre il tempo che avevo passato in bagno, mi accompagnai alla porta reggendo in mano la sua camicia.
Gliela consegnai ma da lui ebbi solo un totale e freddo rifiuto, qualcosa che mi aveva lasciato con il braccio sospeso a mezz'aria e un senso di colpa non indifferente.
Si era fatto largo tra i ragazzi fermi in corridoio e quando arrivammo in cima alle scale, si era voltato a guardarmi con uno sguardo pieno di tenebre:«Adesso tu ed io ce ne andiamo».
Non obiettai, nel mio inconscio ero certa di non avere alcuna intenzione di restare alla festa e nel mio cuore speravo di non incontrare Flinn. Ma le mie preghiere furono vane, lasciato l'ingresso della villa, ai piedi dell'erba che ci accompagnava verso la strada, una voce in affanno mi aveva fermata.
«Leah, aspetta».
Mi ero voltata per vedere Flinn sconvolto, mi stavo avvicinando quando Scott si mise minaccioso davanti a me:«Non hai ancora capito che Leah non vuole parlare con te?»
«Ho bisogno solo di un minuto con lei, poi la lascerò andare». Insistette:«Promesso».
«D'accordo», passai accanto a Scott che rimase immobile a fissarci come una statua:«Ma solo un minuto, non di più».
Ci allontanammo di qualche passo, il giusto per essere io l'unica ad ascoltare. L'espressione che Flinn si era dipinto in volto era un misto di dispiacere e rassegnazione, come se qualsiasi mia risposta alle sue spiegazioni lo avrebbero ferito in partenza.
«Non volevo che vedessi me e Tina fare quelle cose, devi credermi».
«Ma avresti potuto dire che una delle due te la portavi a letto, non ci sarebbe stato niente di male». Spiegai con tono tranquillo.
Flinn si strinse nelle spalle:«Non facciamo sesso molte volte, succede solo quando capita».
Feci una leggera smorfia:«Ed è capitato proprio stasera, che buon tempismo».
«Ripeto che non volevo, io volevo solo...»
«Il tempo è scaduto», fu Scott ad interromperci:«Dobbiamo andare». Ma non osò toccarmi né costringermi a seguirlo, fui io stessa a farlo.
Avevo lasciato Flinn con metà delle parole che avrebbe voluto dirmi e mi ero chiusa in macchina con Scott che ancora non aveva detto niente né si era rimesso addosso la sua camicia.
Quando il semaforo ci obbligò a fermarci, mi presi il diritto di guardarlo: aveva le mascelle serrate, lo sguardo riflesso sulla strada e la pelle del suo petto sembrava lucida sotto la luce fioca dei lampioni.
I palmi iniziarono a sudare, avrei voluto toccargli i bicipiti pronunciati e l'addome teso, sentire quanto caldo fosse e conoscere la sua reazione al mio contatto.
Ma la mia sporca immaginazione terminò nello stesso istante in cui i suoi occhi color tenebra, si piantarono nei miei.
«Ti stai godendo lo spettacolo?» Ironizzò.
Mandai giù il nodo in gola:«Vorrei solo che rimettessi la tua camicia», e forse non era questa la frase giusta da dirgli.
Slacciò la sua cintura e si protese verso di me con il busto, mi rigettai ancor più dentro il sedile cercando di evitare il contatto. Afferrò la camicia che avevo raccolto sulle gambe e con un sospiro si rimise seduto. Aveva accarezzato la mia coscia senza toccarmi, questo bastò a farmi sentire lo stomaco in subbuglio.
«Sentiamo biondina: cos'ha mai fatto quel tipo da farti scivolare in piscina?»
Scott iniziò a parlare mentre premeva sull'acceleratore:«Niente che valesse la pena farmi il bagno», non volevo dirgli troppo.
«Ti piace?»
Quella domanda fu inaspettata, tanto che mi feci rigida:«Perché eri alla festa?»
«Non hai ancora risposto alla mia domanda, ma credo di sapere già cosa dirai».
Quando si fermò, eravamo già davanti casa dei miei zii:«Ah si? Allora dimmelo tu».
Avrei voluto tutto tranne che tornasse a guardarmi con i suoi occhi neri e pieni di misteri che non avrebbe mai raccontato. Poi si avvicinò di nuovo a me facendo in modo che il suo busto non mi lasciasse alcuna via di fuga, tenendo il viso più vicino possibile al mio.
«La risposta è no», sussurrò sicuro di sé.
Mossi leggermente il capo facendo sfregare la punta del suo naso contro la mia guancia, mandai giù il nodo in gola:«Cosa te lo fa pensare?»
Con la coda dell'occhio lo vidi mordersi il labbro inferiore poi mandare in rassegna lo sguardo sul mio vestito quasi asciutto ma ancora leggermente trasparente:«Perché a te non piacciono le storie semplici, tu vuoi qualcosa che ti accenda come il fuoco di un camino, tu vuoi passione».
Mi sfregai le labbra:«Perché eri alla festa?» Balbettai.
«Te l'ho detto: mi piacciono e mi piace chi ne fa parte».
«Lo sai che non me la bevo», puntualizzai.
Scott sospirò e finalmente si rimise seduto al suo posto:«C'erano dei miei amici, mi hanno invitato e ho accettato di raggiungerli».
Tornai a respirare:«Un modo molto strano di obbligarmi a non frequentare i posti in cui ci sei anche tu».
«Penso sia inutile obbligarti, farai comunque il contrario di ciò che dico».
«Hai detto bene, non farò mai quello che vuoi tu».
Con questa risposta avevo scatenato in lui una reazione improbabile che non mi diede nemmeno il tempo di pensare a come comportarmi. Aveva slacciato la mia cintura e con un solo gesto mi aveva presa per il braccio e mi aveva attirata a sé.
Il suo respiro freddo sulle mie labbra aveva lasciato camminare forti brividi lungo la mia schiena, il suo profumo di capelli bagnati e assenza di erba mi aveva inebriato i sensi, ma la sua mano calda attorno al braccio aveva svegliato tormenti che lottavo per mantenere calmi e riposati.
«E se ti dicessi che voglio venire a letto con te? Anche a questo ti opponi?» La sua voce era sottile, rauca, un sussurro così piacevole che mi aveva riscaldata anche solo ascoltandola.
Ci guardammo come due animali assetati:«Sì», mi costrinsi a rispondere ben sperando che lasciasse la presa il prima possibile.
Così fu, mi lasciò libera rendendosi conto di quanto mi avesse oscurata il suo avermi toccata.
«Farò in modo di tenere a bada questa mia voglia, allora».

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Leah
Romance⚠️ STORIA CONTENENTE DEI TW ⚠️ Il passato violento di Leah continua a ricordarle quanto sia difficile crescere nello stesso ambiente in cui tutto è cominciato. Le urla terrorizzate di sua madre difronte un uomo spietato che si costringe a chiamare "...