La mattina seguente, con solo due ore di sonno sulle spalle, la colazione che zia Cinthia mi aveva lasciato sul tavolo mi fece svegliare completamente.
Il salotto era vuoto ma potevo annusare nell'aria il profumo ancora fresco di caffè appena uscito dalla macchinetta, ma anche in cucina non c'era nessuno.
Riponendo la tazzina nel lavandino, dopo aver mandato giù il mio caffè del giorno, andai dritta su per le scale e la prima zona che mi venne in mente di controllare fu il bagno.
Non era chiuso a chiave ma dal corridoio potevo sentire lo scrosciare dell'acqua, pensai di entrare ma quando fui sull'uscio il mio cuore balzò in un solo istante nella gola.
Le mie gote si surriscaldarono, gli occhi si spalancarono così tanto da temere di perderli, lo stomaco scoppiò e il mio respiro si trattenne nei polmoni.
Senza battere ciglio, con il soffione aperto retto tra le mani, il corpo nudo e bagnato di Scott fece da capolino nel bagno.
Sembrava fosse abituato a due occhi che lo guardavano con la pelle così scoperta, non aveva accennato alcuna emozione nel mio vederlo in questo stato anzi, pareva essergli spuntato un mezzo sorriso sulle labbra.
«Hai bisogno di qualcosa?» Mi chiese continuando a passarsi l'acqua sul petto muscoloso.
Cercai di inghiottire il nodo fermo al centro della mia gola, afferrando la maniglia mi sbrigai a richiudermi la porta alle spalle senza dire una parola.
Mi sentivo stupida e forse gli avevo dato un altro motivo per prendersi gioco di me.
Quando sospirai poggiandomi contro il muro, un rumore di passi in avvicinamento mi fece aprire di nuovo gli occhi: zia Cinthia reggeva in mano delle lenzuola azzurre.
«È successo qualcosa? Sembri sconvolta», mi chiese sollevando un sopracciglio.
Se solo sapesse ciò che i miei occhi avevano visto, un immagine che forse non avrei cancellato così tanto in fretta.
Mi ridestai sperando di ritornare alle mie fattezze naturali:«Nulla, ma ti stavo cercando».
Zia mi passò accanto, stava entrando nella sua camera:«Ero fuori in giardino, spero tu abbia trovato il caffè ancora caldo».
La sua stanza non era cambiata, proprio come la mia. Ogni arredo era posizionato esattamente dove lo avevo visto l'ultima volta che vi avevo messo piedi.
«Era ottimo».
Mise in ordine alcuni indumenti poi la aiutai a sistemare il letto, una volta finito iniziò a spogliarsi:«Io dovrei fare alcune commissioni, perché non vieni con me? Magari potrai vedere meglio la città».
Indossò una camicetta di raso color crema sopra un pantalone bianco perla, indossato bracciali e scarpe da passeggio e abbinato una borsetta della stessa tonalità della camicia.
Sul mio viso comparve un entusiasmante sorriso:«Certo che vengo, ne sarei felice».
E quando lasciai che zia Cinthia continuasse a prepararsi, la porta del bagno si aprì ma questa volta ad uscire fu Scott coperto dall'accappatoio.
Non mi aveva guardata ma io non potei fare lo stesso, era come se godesse delle mie reazioni, come se fosse pienamente consapevole che lo stessi squadrando.
Ma tirai dritto chiudendomi in camera per indossare un jeans sotto una maglietta nera, scarpe da ginnastica e l'unico braccialetto che non toglievo mai dal mio polso.
Me lo aveva regalato mia madre quando avevo cinque anni, ricordai fosse il mio compleanno, l'unica cosa che conservavo di lei oltre la sua fotografia.
***

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Leah
Romance⚠️ STORIA CONTENENTE DEI TW ⚠️ Il passato violento di Leah continua a ricordarle quanto sia difficile crescere nello stesso ambiente in cui tutto è cominciato. Le urla terrorizzate di sua madre difronte un uomo spietato che si costringe a chiamare "...