«Com'è andato l'appuntamento con Jane?» Chiese Hannah entrando nella stanza di suo fratello. Christopher era intento ad infilarsi le scarpe, poiché sarebbe andato di lì a breve in ufficio.
«Bene...» Rispose distratto. «Se non fosse per il fatto che... qualcuno ha provato a pedinarmi.»
«Che cosa?»
Christopher si alzò dal letto, una volta allacciate le scarpe e guardò la sorella con aria pensierosa.«Stavo andando a Red Hook, ma mi sono accorto di una macchina che continuava a starmi dietro, da chissà quanto tempo. Ho preferito tornare a casa, allora.»
«Sei sicuro che ti stava pedinando? Non è che forse te lo sei solo immaginato, visto che stavi andando lì?»
«Non penso proprio.»«Dovresti smetterla di rischiare andando in quel posto.» Disse Hannah con un'espressione di rimprovero.
«Io sono me stesso solo quando varco quella zona e raggiungo tutto ciò che amo. Non smetterò mai di rischiare.» Christopher era ancora più serio di Hannah. «...e tu? Dove stai andando così ben vestita di mattina presto?» Chiese poi sempre Christopher osservando Hannah, la quale per una volta indossava un abito fino a metà ginocchio, con scollatura a barca e stivali ai piedi. I capelli color cioccolato erano lasciati sciolti in morbide onde lungo le spalle.
«Affari con Jane.»
«Con Jane? Nasconde anche lei qualcosa?»
«Come hai detto tu stesso, tutti hanno dei segreti, no?» Hannah sorrise al fratello e uscì di casa, non curante di avvertire le domestiche o la madre o il padre. A casa Pickett c'era un'apparente libertà, perché per il resto ogni singola mossa era subdolamente calcolata.Alle otto e trenta, Hannah era già davanti casa di Jane. Con un carrello trasportarono cinque tele di medie dimensioni che aveva creato Jane mesi prima. Entrambe avvolte in cappotti con baveri di pelliccia, si strinsero contro il freddo newyorkese e attesero un taxi. Non appena arrivò, l'autista stesso uscì cordialmente dalla macchina e aiutò a posizionare i dipinti nel cofano, così come il carrellino.
«Sei emozionata?» Chiese Hannah osservando il profilo di Jane.
«Sono spaventata.» Puntualizzò lei, dopo aver dato l'indirizzo esatto al tassista.
«Non devi, sei tu che hai il potere decisionale, non lui. Lui è solo un uomo che pende dalle tue labbra.»
«Che assurdità! Smettila con queste sciocchezze, non lo hai visto quanto mi provocava a casa di Victor Murphy?»«Appunto, ti provocava. Gli interessi.»
Jane sbuffò rifiutando di credere a quello che le diceva la sua amica. William Harrington era un grande punto interrogativo, non sapeva niente di lui se non il suo peso all'interno di quella società basata esclusivamente sulle conoscenze. Era tremendamente spaventata dall'incontro che avrebbero avuto di lì a breve, non sapeva a cosa l'avrebbe portata.«Com'è andato l'appuntamento con mio fratello?» Chiese dopo un po' Hannah, voleva sapere anche il suo punto di vista.
«Molto bene. Mi piace molto parlare con Christopher, sai? Non hai idea, però, di chi abbiamo incontrato.» Un particolare che Chris non le aveva detto quella mattina, Hannah attese la risposta alzando un sopracciglio perfettamente arcuato con aria interrogativa. «Andrew Harrington.» Aggiunse Jane.
«Vi ha riconosciuti?»
«Eccome! Ha persino lasciato sola la ragazza con cui era seduto al tavolo, ha preso una sedia e si è seduto con noi per una decina di minuti, senza che gliel'avessimo chiesto.»
«O mio Dio. Che personaggio!» Ridacchiò Hannah, ma se esternamente era divertita, internamente stava pensando a tutt'altro. Andrew Harrington era un soggetto estremamente interessante, che catturò la sua attenzione nel momento in cui lo vide scendere le scale a casa di Victor Murphy. Era un uomo oggettivamente bello, più di suo fratello William, ma sembrava non avesse modi, era gettato in una società altolocata e giocava secondo le sue di regole. Cosa che Hannah apprezzava notevolmente. Pensierosa sulle prossime mosse da fare, si arrotolò una ciocca con un dito, guardando fuori dal finestrino.
Alle nove e cinquanta, erano già sotto l'edificio dove si erano dati appuntamento. Le due ragazze erano davanti il portone d'entrata con le tele dentro uno scatolone, sopra il carrellino.
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La pittrice di segreti
Historical FictionNew York, 1951. Jane Hawley si trasferisce insieme a suo padre Reginald e suo fratello Sean, dopo la morte della madre. Jane vuole sfruttare le occasioni che le offre la Grande Mela per realizzare il suo sogno, ma la realizzazione di un progetto che...