Cap. 7

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    Finalmente l'aria inizia a riscaldare un po'.

Quest'inverno sembrava non finire mai.

Non ho preso impegni per questo sabato mattina d'inizio aprile, così da trasferire nella dépendance capi d'abbigliamento e biancheria che avevo lasciato a casa dei miei. Anche perché con la spessa trapunta che abbiamo ancora nel letto, io e Noah non riusciamo più a dormire.

Nella grande villa, anche mamma e Clara sono intente a sostituire i piumoni invernali con leggere coperte da mezza stagione.

Mia madre fa cambiare a Clara i letti settimanalmente, anche se, di fatto, io e Noah, nelle nostre vecchie camere, non ci dormiamo più.

"Buongiorno" mi dicono all'unisono quando mi vedono entrare nella stanza di mamma e papà.

"Buongiorno. Mami, potrei prendere una delle coperte nuove nella tua cabina armadio? Quelle rimaste in camera mia sono piccole per il letto della dépendance."

"Certo" risponde mia madre "Ce ne sono almeno tre mai usate e una ha colori tra il verde acqua e l'azzurro. Dovrebbe essere perfetta per la stanza nuova."

Immagino. Conoscendo mia madre l'avrà comprata apposta.

Entro nel grande vano adibito a guardaroba e mi dirigo nel reparto della biancheria, dove vedo un piccolo baule che riporta stampata sul lato anteriore l'immagine di una trapunta patchwork con rombi di diverso colore, dal turchese all'azzurro intenso. Tra un rombo e l'altro ha dei merletti di Burano stupendi (per come mi ha edotto mia madre non potrei mai confonderli con altri simili) e dentro ciascun riquadro del patchwork ha rappresentati rami di rose bianche rampicanti e fiori di lavanda. Tutt'intorno è rifinita da due strati di balze, anch'esse sfumate dal verde acqua al blu.

"Oh mami, non potevi sceglierla più bella" dico tra me e me cercando di aprire la parte superiore del bauletto.

Appena riesco a sollevarla immergo le mani negli strati di carta velina che proteggono il tessuto pregiato di quel capo di biancheria sicuramente molto costoso, ma...

tra la carta velina non trovo solo strati di stoffa e ricami, poiché...le mie esili mani toccano una carta con supporto politenato e i miei occhi catturano l'immagine di una fotografia dai colori sbiaditi che ritrae una donna con un bambino.

La donna è bellissima: ha folti e lunghi capelli neri come l'ebano, occhi enormi di un color cioccolato fondente, labbra tumide colorate di rosso. Mi vengono i brividi solo a guardarla.

Il bimbo è vicino a lei. Avrà poco più di cinque anni. Ha un viso meraviglioso e...assomiglia alla donna in modo inaudito.

Mi porto le mani alla bocca per trattenere una forte emozione. Mi sento tremare.

"Mamma! Puoi venire per favore?" lo dico con il tono di voce già incrinato, così che sento mia madre correre verso di me.

"Emily, che succede?" si avvicina dinanzi ai miei occhi improvvisamente lucidi "Ti sei commossa per la coperta? E' solo un regalo che..." non finisce la frase. Non può, perché la mia mano le mostra la foto che ho trovato.

La guarda. Mi guarda "Oh Emy...come l'hai trovata?"

"Era nel baule" dico con un filo di voce.

"Non ricordavo di averla messa lì..."

"Come fai ad averla?"

"Carlo. Me l'ha data Carlo quando Noah si è trasferito qui."

"Perché l'ha lasciata a te?"

"Perché Noah non la voleva."

"Oddio" mi si riempiono gli occhi di lacrime.

"Emily tienila tu. E' giusto che la tenga tu adesso. Chissà, magari un giorno ..."

"Il Rosa e il Nero" volume 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora