Dodicesimo capitolo.

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Il giorno successivo mi vestii,il mood era: donna d'affari importante,volevo intimorirlo con il mio aspetto o almeno ci provavo.

Indossai una camicia bianca di lino portata in dei pantaloni color crema a vita alta, misi dei tacchi larghi bianchi e degli occhiali da sole leopardati per darmi un'aria misteriosa.
Legai i capelli in una coda alta che ondulava ad ogni passo, mi truccai in modo semplice,mascara e un rosetto nude per non esagerare troppo.
Non sapevo ancora se avrei accettato la proposta,in ogni caso avevo io l'ultima parola.

Lui mi venne a prendere puntuale come un orologio svizzero, era vestito di tutto punto con un completo verde pastello ed una camicia bianca come la neve.
Aveva un profumo dolciastro che si mescolava alla fragranza floreale del suo ammorbidente,in quell'auto chiusa il mix aveva su di me lo stesso effetto di una bomba,mi inondava il cervello.
Non disse una parola, non mi rivolse nemmeno uno sguardo.
Aveva il viso puntato sulla strada con la testa alta che metteva in risalto la sua mascella squadrata contornata da una barba tagliata in modo perfetto,era sexy lo ammetto.

Arrivammo nello studio dell'avvocato:il Signor Jonson,un signore ben vestito,alto e magro con un viso autoritario e severo.
Ci trovavamo in un atticco ,gli enormi vetri non avevano tende,il sole le attraversava senza timore, sul pavimento in marmo bianco vi era un mega tappeto blu reale su cui vi era appoggiata una grande scrivania mogano con delle poltrone su cui gli ospiti potessero accomodarsi,odorava tutto di nuovo e di costoso.

Non mi salutò nemmeno,mi porse un plico di fogli enorme da leggere.
Molto gentile Jonson.

"Legga attentamente ogni pagina e mi dica se vuole aggiungere qualcosa, ovviamente sempre con il permesso del Signor Ford" annuii.

Lèssi ogni singola pagina, ogni lettera in modo minuzioso, la mia vita stava per cambiare ma volevo avere il controllo,non avrei lasciato nulla al caso.
Mentre io leggevo, Ford mi guardava con attenzione, studiava tutte le mie mosse voleva cogliermi in fallo.

"Bene, ho letto tutto ed avrei dei punti da aggiungere"dissi a testa alta,nessuno dei due mi avrebbe scoraggiata.

"Proceda pure,i punti verranno aggiunti solo se il signor Ford accetta,spetta a lui l'ultima parola.

"Voglio 100 milioni di dollari, non accetto un dollaro mancante" iniziai

"Va bene" disse Chris stizzito.

"Li voglio appena sposati non dopo un anno"

Lui annuii.

"Potrò andare a trovare la mia famiglia in Italia quando vorrò"

"D'accordo"

"Lavorerò come capo chef Da Lina a time Square anche dopo il matrimonio"

"Okay"

"Non voglio essere tradita,è un finto matrimonio ma le corna non piacciono a nessuno"

"Non avrò problemi"

"Nessun rapporto fisico"

"Perfetto"

"È fatta era tutto ciò che volevo" dico soddisfatta.

Andammo via,durante il viaggio in auto pensavo solo al contratto e alle sue restrizioni quelle che lui aveva stabilito:
Nessuno poteva venire a casa nostra.
Non potevo accedere al terzo piano della casa.
Non potevo parlare del contratto con nessuno.
Dovevo sempre accompagnarlo agli eventi.

In quel modo il mio visto era salvo ed anche il mio conto in banca lo sarebbe stato presto,ma non sapevo quanto sarei stata salva io nelle grinfie di quell'uomo diabolico e calcolatore.

Un patto per cambiare la mia vita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora