14. Incantatrice d'anime

23 11 1
                                    

Ciao belle/i, vi chiedo il favore di lasciare una stellina se il capitolo vi è piaciuto e se vi va un feedback nei commenti.
Baci, vostra Nyliæ ❤️

Nikolay

Conosco il portone che mi sta davanti alla perfezione, così come lo studio che si trova al suo interno. Scuoto la testa dopo aver sfilato il casco dalla mia testa per dare una sistemata ai miei capelli ribelli e scendo dalla moto diretto verso l'edificio.

Lo studio si trova al terzo piano, la mia pigrizia mi porta a optare per l'ascensore piuttosto che le scale. Cerco sempre di smanettare al telefono per tenere la mente impegnata, altrimenti un po' di panico mi attanaglia al sentore del rumore del mezzo che sale dividendomi dal vuoto che mi lascio sotto.

«Salve, aspetti solo qualche minuto. Il dottor Anderson sta finendo una seduta ed è subito da lei» si rivolge a me cortese la segretaria.

Non posso fare a meno di notare che i suoi occhi si accendono nel nominare il dottore. Non sono sorpreso di me stesso di non ricordare il suo nome, dopotutto non ne vedo il motivo. In fondo è qui solo di passaggio.

Indossa abiti professionali così come l'ultima volta che sono stato qui, i suoi capelli ondulati sono raccolti in una coda sistemata e il trucco è accennato.

Faccio come mi dice e mi accomodo in sala d'attesa infastidito; odio dover aspettare senza far nulla. Inganno il tempo rigirandomi il taccuino nelle mani, leggendo quelle righe che tra poco dovrò raccontare.

Passano almeno altri cinque minuti all'incirca quando sento il rumore di una porta aprirsi e scruto Anderson riversarsi fuori insieme ad un ragazzino di una decina di anni. Si volta verso la sua segretaria a chiedergli qualcosa, ma la mia attenzione è su di lei, che lo fissa estasiata con un gran sorriso, mostrandosi sempre come una donna garbata di circa trent'anni suppongo.

Questa donna pende dalle sue labbra.
Scopano, o per lo meno è quello che lei vorrebbe.

Se fossi in Anderson ci farei un pensierino, d'altronde lei è sexy, e lui ancora mantiene il suo fascino nonostante sia sulla cinquantina.

«Nikolay cercavo proprio te» la voce di Anderson attira la mia attenzione.

«Mi hai fatto aspettare dottore» dico infastidito.

«Adesso sono tutto per te, vieni dentro» dice invitandomi.

Se ne sta sull'uscio della porta con una mano che indica il suo studio aspettando che io mi alzi dalla poltrona per seguirlo; cosa che riluttantemente faccio, poi lo oltrepasso prendendo posto sull'immenso divano.

«Scopate?» chiedo, mentre lui chiude la porta.

«Nikolay Diaz che modi sono questi» mi sgrida.

«Suvvia, non faccia il finto tonto. Gliel'ho detto pende dalle sue labbra quella donna.»

Un impercettibile sorriso spunta sulle sue labbra confermando i miei dubbi.

«La mia vita personale non rientra con la natura del nostro incontro. Noto che hai qualcosa in mano» mi scruta le mani.

«Ho bisogno di capire due sogni strani che ho fatto di recente.»

Sono in tensione. Racconto ogni cosa nei minimi particolari, gettando di tanto in tanto l'occhio sul taccuino per essere certo di non aver dimenticato nulla. Racconto ogni parola sentita, ogni stranezza percepita, ogni luogo visto.

Rievocare quei ricordi mi provoca una stretta alla bocca dello stomaco e una vampata di calore improvvisa che si espande in tutto il corpo. Anderson ascolta le mie parole con attenzione assoluta e mi scruta serio.

MIRROR - Oltre il tuo riflesso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora