16. Viola

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Due settimane dopo

Ho iniziato finalmente a lavorare nella pasticceria per migliorarmi. Credo di avere tutte le carte in regola per poter fare molto di più di quello che già faccio.
“ ehi” la voce di Luca mi fa girare automaticamente la testa. Sono vicino all'ascensore, sto tornando a casa. Ci troviamo nell'atrio insieme.
“ ciao” dico.
“ sei di ritorno dalla pasticceria vero?” ho in mano un pacco di pasticcini avanzati. Omaggio della casa.
“ si. Devo farmi una doccia al volo e prepararmi la cena. ” mi guarda.
“ perché non andiamo a mangiarci una pizza insieme?” sbarrò gli occhi. L'ascensore arriva.
“ scherzi?”
“assolutamente no. ”
“ sono già le sette di sera. Credo che sia già tardi per prenotare un tavolo per una pizza”
“ per mangiarla insieme su una panchina no però. ” non sapevo cosa fare. Erano giorni che passavamo il tempo libero insieme, come amici, lui non ha mai tentato di fare passi che io non volevo. Ieri, però, c'è capitato di trovarci per puro caso mentre vedevamo un film mano nella mano. Non mi dispiaceva, ma lui credo preso dalla paura della mia reazione ha staccato subito appena ho acceso la lucetta piccola vicino al divano.
“ ok va bene. ” affermò entrando insieme in ascensore. Una volta arrivati al piano dove ci sono le nostre abitazioni, ci dividiamo. Mi dice che suonerà appena sarà pronto. Annuisco senza dire alcuna parola.

Entro in casa, con un agitazione alle stelle. Non sapevo più che fare come comportarmi. Se essere più seria o lasciarmi andare. È sempre carino con me. Non se ne approfitta. Credo di provare le sue stesse cose. Quando le racconto a mia madre o alla mia amica Valeria mi dice che siamo allo stesso livello, solo che io sono frenata.
Ho una terribilmente paura di soffrire. Non voglio nemmeno che lui porti via il tempo a quello che voglio costruire nella mia vita.
Mi infilo in doccia scacciando via tutti i pensieri che avevo addosso. Una volta fuori mi asciugo, mi infilo un jeans che delinea le mie forme e una camicia bianca che va dentro i pantaloni. Sbottonò i due bottoni altro. Mi asciugo i capelli, proprio in quel momento suona il campanello. Appoggio il phon, è vado ad aprire. Me lo trovo in jeans pure lui e stavolta in camicia azzurra.
Sento le guance avvampare. Cazzo che bono!!!!
Sono abituata a vederlo in tuta non in queste formalità di abbigliamento.
“ entra non stare lì. “ sorride. Mi bacia una guancia scompigliandomi i capelli.
“ usciamo così?”
“ che sei matto?? Assolutamente no! Finisco di asciugarli e li devo piastrare.”
“ nooo! Che piastrare. Stai così! Sei davvero più bella. ”
“ grazie.. ma.. non mi trovo a mio agio” lo lascio in salone. Mi chiudo nel bagno. Appoggio le mani nel lavandino, poi mi finisco di asciugare tutti i capelli, infine mi guardo allo specchio.
Davvero sono bella anche così?
Ne è sicuro?
Decido di seguire il suo consiglio. Metto un filo di trucco e lo raggiungo.
Si gira.
“ sei… sei… bellissima ”

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