CAPITOLO 10: I BEASLY

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Quando una famiglia viene definita normale?

Non sempre si può dare una risposta ad una domanda come questa, ma sicuramente si può affermare che ci sono degli standard di vita che riguardano l'essere parte di una società con delle regole e con degli schemi ben precisi. I Beasly non le conoscevano queste regole, ma erano comunque una famiglia rispettabile. Loro non erano originari di Burnville, provenivano dall'Inghilterra. Henry, il papà, da giovane aveva problemi a lavoro. Faceva l'operaio in una fabbrica, che dopo pochi mesi dalla sua assunzione fallì lasciando senza lavoro tutti i dipendenti. Compreso lui.

Lucy, la mamma, aveva origini spagnole e si era trasferita in Inghilterra alla ricerca di un posto fisso che le permettesse di vivere a pieno la vita raggiungendo i suoi obiettivi. Quando Henry venne licenziato, lei era cameriera presso un locale di Londra che lui visitò quella sera. Si conobbero, si innamorarono, ma non poterono costruire una vita insieme finché lui fosse senza lavoro.

Così decisero di trasferirsi qui, a Burnville, appena Henry ricevette una proposta di lavoro presso la GM, l'azienda Genet Mislow, specializzata nel settore meccanico e edilizio.

Questo permise alla famiglia di avere abbastanza entrate per vivere e mettere al mondo tre figli: Kevin, Johanna e Aurora.

All'età di otto anni Kevin morì, ucciso da un motociclista ubriaco che lo travolse mentre stava tornando a casa da scuola.

Questo fatto incise molto sulla famiglia, soprattutto su Aurora che aveva solamente due anni in meno ed era molto legata a suo fratello.

Quando si trasferirono a Burnville, vennero accolti quasi subito dagli altri abitanti come se fossero sempre vissuti lì. L'empatia, la tanta accoglienza e le eccessive attenzioni che ricevevano non li misero molto a loro agio, così iniziarono ad isolarsi sempre di più. Più per volontà dei genitori che dei ragazzi. Loro andavano a scuola, avevano amici e degli hobby. Non molti, è vero ... ma abbastanza da dire che erano inseriti nella comunità di Burnville.

All'età di quindici anni, Johanna iniziò ad avere seri problemi con le compagnie che frequentava. Aveva trovato un ragazzo, Johnny, che l'aveva conquistata con il suo essere il tipico ragazzaccio che tutte le ragazze amavano. Lui però aveva messo gli occhi su di lei, la voleva. Non era un ragazzo qualsiasi. Era il figlio di Ric Lamato, uno dei boss mafiosi del paese che controllava la zona periferica di Burnville. Lei non lo sapeva, non inizialmente.

Dopo le prime settimane, in cui tutto sembrava sempre più bello, Johanna iniziò a notare il brusco cambiamento del comportamento di Johnny nei suoi confronti. Questo iniziò a far traballare i già rapporti difficili con i suoi genitori. Aurora era molto riservata, stava tutto il tempo nella sua cameretta e non passava molti minuti ad interessarsi degli affari di sua sorella.

Dopo un certo periodo i due si lasciarono, ma lei portò le cicatrici delle varie litigate con lui per tutto il resto dei suoi anni, che in realtà non abbiamo mai saputo quanti fossero state. All'età di diciotto anni, dopo vari tentativi di inserirsi nella comunità Johanna tentò la fuga di casa, ma venne fermata poco fuori la cittadina dall'ex sceriffo Taylor per un controllo. Trovò la ragazza senza documenti e senza la patente di guida. Questo le costò un anno di servizio civile e il pagamento della multa per guida senza patente. Debito che saldò iniziando un nuovo lavoro presso il Getaway, locale molto conosciuto in paese per la sua doppia attività. I genitori non si preoccuparono delle storie che giravano su quel posto, non finché sapevano che Johanna lavorava solo di giorno. Non sapevano però che Johanna lavorasse anche di sera e di notte. La sua assenza da casa la giustificavano come l'uscita post lavoro con gli amici che da poco aveva trovato e che sembrava la stessero portando sulla buona strada. In realtà gli amici erano degli scagnozzi della famiglia Deville, assidui frequentatori di quel losco e tenebroso locale.

Una sera, dopo aver finito il turno al bar, Johanna venne inseguita da alcuni di loro appena fuori del Getaway. Venne messa al muro e nel giro di pochi secondi, senza riuscire a muovere un muscolo, uno degli scagnozzi le aveva già tolto i pantaloni e le mutandine. In lacrime e con la consapevolezza che quella poteva essere la sua fine, Johanna non riusciva ad urlare e nemmeno a singhiozzare per il pianto. Era inerme, quasi a voler accettare il suo destino, quando ad un certo punto si vide puntare contro dei fari di una macchina che era apparsa in quel vicolo qualche attimo prima. Alla vista del veicolo, gli scagnozzi se la diedero a gambe e lei riuscì solo in quel momento a respirare e realizzare di essere ancora viva e integra.

Dalla macchina scese un personaggio che non si sarebbe mai aspettata di vedere, colui che l'avrebbe salvata da quel pericolo. La prese, la portò con sé nella sua casa e le diede tutto il necessario per ripulirsi e tornare nelle più buone condizioni possibili.

Questo uomo non lo vide più per giorni o addirittura mesi. Era come svanito nel nulla, nonostante il fascino e l'eleganza che lo distinguevano dagli altri, lei non riuscì più a rivederlo. Finché non apparse poco dopo, nei manifesti di tutta la cittadina con una scritta ben leggibile sopra il suo volto: "Mayor Wale".

All'epoca della scomparsa di Aurora, Johanna sparì dopo aver confessato ai suoi genitori di essere seguita da una persona, ogni giorno e di essere contattata al telefono più volte al giorno dallo stesso numero.

Così, dopo aver perso i loro bimbi, Henry e Lucy Beasly si allontanarono da Burnville.

Fino ad oggi.

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