Parte 15

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                                    Ayla Eithne

Lo guardo mentre mi passo una mano sulle labbra bagnate per colpa dall'acqua della fontanella.
Il suo sguardo diventa più truce mentre io sono seria.
<< Elijah, ti supplico... >>. Lo guardo negli occhi con sguardo supplicante mentre lui rimane freddo.

Come abbiamo già capito, oggi mi sento molto sicura di me per qualche strano motivo dopo la nottata che ho passato.
Gli prendo la mano e sento il cuore esplodermi nel petto al contatto con la sua pelle, con la sua mano forte e grossa dopo anni.
Lo vedo che si irrigidisce al mio tocco inavvertito, non so neanche perché l'ho fatto, semplicemente il mio istinto me lo ha detto e io da brava bambina impulsiva ho eseguito.

Vedo le labbra di Elijah schiudersi lentamente rimanendo mezze aperte, forse per la sorpresa.
Subito dopo che i suoi occhi guardano le nostre mani torna ad essere duro con lo sguardo.
Inavvertitamente sento la sua mano sfuggire dal mio tocco e afferrarmi violentemente i fianchi sbattendomi al muro accanto alla fontanella.
La deve smettere con questo vizio di spiaccicarmi contro i muri o le superfici.

<< Tu non hai capito niente ! >>.
Lo sento stringere più forte del solito contro il mio corpo, sussulto mentre lui ansima rumorosamente , probabilmente per la rabbia, facendomi venire la pelle d'oca.
<< Esatto. Forse dovresti chiarirmi un po' di cose.
La prima magari rispondendo alla mia domanda; centri qualcosa ? Si o no ? >>, chiedo riferendomi,
Ovviamente, all'uomo trovato nel vicolo vicino alla biblioteca.
Lui respira ancora più profondamente e per qualche secondo interrompe il contatto visivo con me.

<< Non so di cosa parli Ayla >> , dice indifferente tornando con gli occhi puntati nei miei.

~ Potrebbe essere anche vero, alla fine è una notizia magari non ha visto il telegiornale locale ed è tutto okay Ayla...
Se non fosse che il linguaggio del corpo di mezzo minuto fa mostrasse della leggera agitazione. Cosa mi nascondi ? ~

<< Dell'uomo trovato nel vicolo vicino alla libreria. Di come hai fatto a riprendere il mio zaino, magari lo aveva lui e tu ... >>, provo a esporre la mia teoria e lui stringe più forte i miei fianchi, facendomi sentire le sue dita conficcate nella mia carne oltre il tessuto dei miei vestiti.

Dalle mie labbra scappa un piccolo gemito di dolore mischiato a sorpresa.
Sussulto e mi porto una mano alla bocca mentre divento paonazza per la vergogna.

Sulle sue labbra invece spunta un sorrisino soddisfatto che mi lascia intravedere la malizia.
Mi inumidisco le labbra mentre la sua testa si abbassa sulla mia portandola leggermente di lato facendomi sentire il suo respiro caldo sul collo.
La situazione mi manda in tilt e sinceramente quel gemito probabilmente avrebbe voluto essere seguito da minimo un altro, se non fosse che lo sto ripudiando nella mia gola con tutte le mie forze.

<< Non voglio più parlarti, lo capisci Ayla ? >>.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra piano.
<< Non voglio che mi intralci. Sei venuta qui a parlarmi pensando di averne il diritto ma non lo hai.
Non siamo niente. Lo zaino è stato un puro gesto di gentilezza e bontà dato che me lo hai lasciato in macchina >>, dice sfiorandomi con le sue labbra la pelle, dietro al mio orecchio.

Non mi concentro sulle prime parole anche se ne vengo ferita sempre, ormai da quando è " tornato" le ho sentite fin troppe volte, a differenza di ciò, medito sulla fine del suo discorso. Lo zaino.
È letteralmente impossibile, me lo avevano sfilato quei tipi e io poi ho preso a correre senza pensarci minimamente allo zaino, non è possibile quello che racconta lui. Ne sono più che sicura.
<< Il fatto che menti può essere perché ti vergogni di ammettere di aver fatto un bel gesto per me, oppure, mi nascondi qualcosa.
Sono sempre gli stessi motivi plausibili per cui menti, da quando sei piccolo Elijah, con l'unica differenza che prima escludevo a prescindere la prima opzione perché non avevi freni a dirmi quanto fossi la cosa più importante per te, forse ti ricordi specialmente l'ultimo anno eh ? >>.
Lo vedo serrare fortemente la mascella. La sua presa si fa ancora più forte ma solo in una mano perché l'altra mi sbatte accanto con forza.
Sento il botto che provoca la sua manata contro il muro bianco e forte delle pareti esterne della mi scuola.

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