SOFIA
Stavamo percorrendo la strada in pieno silenzio.Sapevo di aver azzardato a chiederle di poterla accompagnare, ma volevo starle accanto perché sapevo quanto soffrisse e finalmente eravamo pronte per sorreggere questo dolore insieme.
Passarono all'incirca una decina di minuti, prima che arrivassimo davanti all'imponente cancello del cimitero.
Era una grande struttura, divisa in quattro settori circondati dalla natura e da alcune antiche fontane.
Difronte al cancello c'era un grandissimo albero centenario, l'unico sempre verde, non moriva mai.
Era lì da secoli e nemmeno una volta si era dato per vinto, non aveva lasciato morire le sue foglie ma aveva permesso loro di vedere ogni giorno una cosa nuova: dalla neve in inverno all'essere quasi bruciate nei potenti giorni di agosto.Lo ammiravo, perché io non ero così forte.
Nessuno di noi esseri umani lo era.Mi ripresi dai miei pensieri e seguii Viola fino ad una tomba nel terzo settore con su scritto: Diego Soler 1980-2016, amato padre e marito.
Poi accanto c'era l'impronta di due mani di dimensioni diversa, nella grande c'era una V e nella piccola una N.Mi accorsi solo dopo dello sguardo scioccato di Viola, che cercava il mio.
" P-perché c'è un tulipano?" pronunciò queste parole con fare nervoso.E non me ne accorsi solo dal suo modo di parlare: il suo corpo tremava in modo frenetico e continuava a massacrarsi le unghie.
Sinceramente non ci avevo fatto caso, ma accanto alla lapide c'era poggiato un bellissimo tulipano rosa, come quelli che aveva appena comprato la mia migliore amica.
Accanto si trovava anche un piccolo bigliettino, che per ora nessuna delle due aveva aperto."Vio tranquilla" -provai a tranquillizzarla- "magari tua madre è già passata di qui" lei subito mi fece cenno di no con la testa, allora la indugiai a prendere il biglietto.
"So che non è un bel momento Ragazzina, ma mi manca il tuo sorriso.
Quindi torna a mostrarlo senza far fuoriuscire una lacrima.
Ti aspetto."Le si illuminarono gli occhi.
Non so chiunque fosse l'artefice di quel gesto, ma era riuscita a farle brillare gli occhi davanti alla tomba di suo padre, e a farla quasi sorridere.
"So chi è" la mia migliore amica dal nulla se ne sbucò con questa affermazione, guardandomi dritta negli occhi.
"Beh cosa aspetti a dirmelo?"
" Io, io ora non posso ti prego Sofi capiscimi, non qui, prometto che ti spiegherò tutto."La guardai un po' affranta e poi la strinsi in un abbraccio, lasciando che stesse un po' con il suo papà.
VIOLA
Sofia mi lasciò per un po' i miei spazi e il mio tempo con papà.Gli raccontai di come stava andando, di Nicole che cresceva a vista d'occhio, e della mamma.
Di quanto infinitamente ci mancasse e non so perché ma anche di quel ragazzo dagli occhi nocciola.Riuscii a parlargli un po' di tutto e sempre con il sorriso, sapendo quanto odiava vedermi triste
" Mi niña sonríe a la vida! "
mi diceva sempre, e solo lì tornavo a sorridere davvero.Quel bigliettino e quel tulipano rosa mi avevano fatto un po' quell' effetto lì e ne ero grata.
Raggiunsi Sofia all'esterno del cimitero e ci incamminammo verso il centro.

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green eye
Tienerfictie⚠️IN REVISIONE⚠️ Nicole Soler è una ragazza diversa, con una vita sfortunata e piena di dolore. Tutto gira intorno agli altri e mai nulla si concentra su di lei. Ed anche questa storia, racconta di ciò che accade alle persone che le stanno vicine. ...