Capitolo 4

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È straordinario come, a volte, la nostra vera famiglia possa essere composta da chi incontriamo lungo il cammino e non da chi siamo costretti a chiamare tale.
-Luigi Pirandello-

Adrian
Il mattino seguente, l'alba dipinge il cielo di sfumature rosa e arancioni quando mi avvicino al tendone. Il campo è immerso nel silenzio, interrotto solo dal cinguettio degli uccelli.

Thaline è già li, vestita con una tutina da allenamento che mette in risalto le sue forme, intenta a sistemare alcune attrezzature. A differenza di ieri sera adesso posso notare le gambe allenate, così come le braccia. Mi saluta con un sorrisetto di sfida, come se avesse capito i mille dubbi che ho su di lei.
<Buongiorno Adrian> dice, mentre si volta verso di me. Le faccio un cenno per poi dirle: <Pronta per cominciare?>
<Mi sembra ovvio, no?> mi risponde sistemandosi una ciocca di capelli argentei sfuggita alla coda.
La guido all'interno del tendone, verso l'area in cui si trovano anelli e corde, e diverse strutture di arrampicata. <Iniziamo con qualche esercizio di base. Voglio vedere come ti muovi e quanto sei agile. Se ti riterrò abbastanza capace potremmo passare a qualcosa di più complesso> Annuisce accogliendo la mia sfida e portandosi affianco a me.

Iniziamo con alcuni riscaldamenti e movimenti di base. Thaline dimostra un'abilità sorprendente nell'adattarsi agli attrezzi e nell'esecuzione degli esercizi. È chiaro che ha una grande esperienza e consapevolezza di se stessa.
<Bene, non mi aspettavo che fossi così> ammetto indicandola mentre facciamo una pausa. Breve pausa, perché neanche 5 minuti dopo decido di saltare tutte le piccole prove che mi erano venute in mente e di passare direttamente al sodo.
<Seguimi> la porto nel punto più alto della piattaforma di lancio che usiamo io e i ragazzi per allenarci. Prendo uno dei trapezi e glielo passo.
<Siediti e, quando sei a metà pista, lanciati giù> mi guarda come se mi fosse spuntata una seconda testa, ma non aggiunge nulla. Durante L'arrampicata é stata agile, veloce e precisa, i suoi movimenti fluidi come quelli di un felino. Non ha mai guardato giù.

Osservo i suoi occhi mentre valuta la mia richiesta. Non penso abbia paura dell'altezza, ma è meglio esserne certi. Con un respiro profondo, si siede sul trapezio come le ho indicato e, con un leggero slancio, si spinge lontano dalla pedana. Inizia a dondolare, prima lentamente, poi con crescente intensità. Il trapezio taglia l'aria, creando un ritmo ipnotico.

Proprio quando inizio a pensare che possa esitare, si lascia cadere all'indietro nel vuoto, le braccia aperte come ali, fino ad atterrare sulla rete di protezione con un rimbalzo leggero. Rimane li per un po', gli occhi chiusi finché non si riaprono e mi fissano con un ghigno soddisfatto in volto. Scendo dal punto da cui la stavo osservando e le arrivo davanti proprio mentre lei mette piede a terra.
<Ryder dovrà baciare il terreno su cui cammini per un bel po', qualsiasi artista ha impiegato settimane per fare quello che tu hai fatto in due ore, direi che hai passato il test> mi ringrazia e io continuo.
<Tra poco inizieremo a smontare tutto, per stasera saremo di nuovo in viaggio, durante ogni pausa da domani in poi ti voglio da me. Oltre agli allenamenti inizieremo a mettere insieme idee per vari numeri da presentare poi a Ryder e Gustav> Le dico andandomene prima che abbia il tempo di rispondere.

Fuori incontro Bastian e Axel che fanno finta di non aver assistito a gran parte dell'allenamemto.
<Che c'è? Cosa sono quelle facce?>
<É...incredibile> mi risponde Bastian, come se non avesse mai visto una donna allenarsi.
<É brava e con il tempo lo sarà sempre di più, ma se il mio gruppo le sbava dietro non penso che vi saranno miglioramenti per noi> gli dico rifilandogli una pacca sulla spalla e spedendo lui e Axel a fare allenamento.
<Te l'avevo detto> mi sussurra quest'ultimo prima di andare. Li guardo allontanarsi finché non mi convinco a muovermi. Devo sistemare delle cose nel carro e poi finire il mio di allenamento.

Quando arrivo, ripongo le cose che sono in giro nei bauli e metto in sicurezza le cose a cui tengo maggiormente; per poi assicurare i bauli ad una parete. Fortunatamente non ho molte cose,anzi.
Finita questa piccola operazione, mi dirigo verso il recito dei cavalli. Sentendo i miei passi Brisax si è posizionata davanti al cancelletto. Le accarezzo il muso corvino mentre la libero e la conduco verso un campo poco lontano. Ieri non ho avuto tempo per portala a sgranchirsi le zampe e, infatti è molto più felice del solito.

Grazie al cielo non ho bisogno di briglie; Brisax e io siamo arrivati insieme al circo. Quando mi hanno detto di sciegliermi un cavallo, lei ha strappato le redini dalle mani dell'addestratore ed è venuta da me,abbassando il capo solo per darmi una spintarella sulla spalla ed essere accarezzata. Prepotente e forte, non ci pensai due volte e la scelsi. Ora mi ritrovo con una fedele compagna affianco, che, nonostante l'imponente statura, amava e ama essere coccolata.

Continuo a camminarle affianco finché non arriviamo in riva al fiume. Mentre lei si disseta, mi dirigo verso un albero poco distante e mi appoggio al tronco, godendo del silenzio che regna attorno. Vorrei prendere tempo per mettere in ordine i pensieri e lavorare sul nuovo numero per iniziare a provare, però devo ancora parlarne con Gustav e Ren. Inoltre, ho bisogno di pensare a qualche numero da suggerire a Thaline, ma al momento ho un vuoto enorme.

Questa sera partiremo per Novaterra, sulla costa settentrionale, l'ultima tappa annuale di questa Veranil. Ci fermeremo li per il solstizio e, prima di affrontare i venti gelidi di Nix, dovremo trovare un luogo dove trascorre i cento giorni di gelo.

Per me, Nix è il periodo più magico dell'anno. La neve e il freddo estremo ci impediscono di proseguire con gli spettacoli, ma ci permettono di concentrarci su qualcosa di altrettanto importante: ci alleniamo, inventiamo nuovi numeri preparandoci per la festa di inizio Lux. È un momento in cui ci ritroviamo, non solo come compagni di lavoro, ma come una vera famiglia.

Pochi di noi hanno lasciato le loro case di loro spontanea volontà e posso solo immaginare quanto debba essere stato  difficile per loro. Le famiglie che avevano lasciato erano famiglie solo di nome, vuote di significato. Qui, invece, ci unisce qualcosa di molto più profondo di un semplice rapporto lavorativo.  Determinazione. Speranza. Amore e voglia di riscatto: questi sono i legami che ci tengono insieme.

Prima di approdare al circo, eravamo anime perdute, alla deriva in vite che non ci appartenevano davvero. Poi è arrivato Gustav. Ci ha salvato, strappandoci dalle esistenze che altri avevano scelto per noi, per darci la possibilità di costruirne una nuova. Ci ha dato un motivo per continuare a vivere, ha creato le basi per una grande famiglia e ne ha scelto i membri, ognuno con la propria storia, ma con un unico obiettivo: rinascere. Ci ha insegnato a rialzarci, a scoprire e valorizzare la parte migliore di noi stessi. Per questo noi dobbiamo solo ringraziarlo, nessuno avrebbe fatto ciò che lui ha fatto per noi. È come se fosse un padre.

Sento Brisax nitrire all'improvviso, un suono acuto che tradisce paura. Mi stacco dall'albero, il cuore che batte un po' più forte, e mi avvicino al punto in cui si trovava, ma non noto nulla di insolito. Tuttavia il suo comportamento inquieto mi preoccupa. Non è da lei. Decido di avvicinarmi con cautela, parlando a bassa voce per tranquillizzarla. Le accarezzo delicatamente il muso e noto che è gelato. Non dovrebbe essere così; l'acqua in questo periodo ha una temperatura più alta. La calmo con gesti lenti e rassicuranti, ma l' inquietudine non mi abbandona. Non posso permettermi di sottovalutare questo stato: prima di affrontare il viaggio devo farla visitare dal medico del gruppo. Non voglio rischiare che qualcosa di serio possa farla star male o metterla in pericolo.
Non si è mai troppo sicuri.

L'erede degli AbissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora