Capitolo 1

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Il segreto della felicità è la libertà, e il segreto della libertà è il coraggio.
-Tucidide-

Adrian
Riuscivo quasi a sentire il respiro mozzato del pubblico ad ogni mio salto. Ogni acrobazia li faceva sussultare, aspettando con il cuore in gola il momento in cui sarei stramazzato al suolo o avrei proseguito con il numero successivo. Bramavo quell'attenzione come un ossesso; mi faceva sentire vivo quasi quanto la mia arte. Amavo il brivido, la tensione, il cuore a mille e la fatica nelle braccia, nelle gambe, nel corpo.

Le luci colorate illuminavano il tendone, creando giochi di ombre sui volti affascinati degli spettatori. Gli odori di zucchero filato e popcorn riempivano l'aria, mentre la musica festosa dei giostrai suonava in sottofondo.

Dopo un ultimo avvitamento riafferrai il trapezio e mi rimisi in equilibrio su di esso. Sentivo l'odore del sudore e del trucco, un mix che ormai associavo alla sensazione di appartenenza. Il metallo del trapezio nuovo era caldo sotto le mie mani. In quel preciso istante la folla impazzì alzandosi ed applaudendomi. Mi permisi di guardarli e crogiolarmi nel loro entusiasmo, feci un mezzo inchino e mi spinsi verso Axel e Bastian che mi aiutarono a tenere fermo il trapezio e a scendere sulla piccola pedana in cui si trovavano. Mentre osservavo la folla, non potei fare a meno di notare una figura slanciata appoggiata agli spalti affianco all'ingresso. I suoi occhi mi fissavano con un'intensità che mi mise a disagio. Chi è e cosa vuole? Cercando di non pensarci, scendemmo  insieme e, dopo un ultimo saluto al pubblico, ci ritirammo dietro le quinte.

<La serata finale è sempre la migliore> disse Axel.
<Hai ragione Axel si respira un'altra aria, più speciale, più piena> continuai tranquillamente mentre andavamo a prendere un po' d'acqua.
<Come le nostre casse, abbiamo avuto il pienone stasera> scoppia in una risata fragorosa evitando per poco di finire faccia a terra nel fango.
<I fratelli delle meraviglie colpiscono sempre> ribatte Bastian, scoppiando a ridere anche lui, seguito da me. Gustav, il direttore del circo, si palesa dietro di lui e si congratula con tutti noi.
<Adrian il nuovo numero è stato un successone, il migliore da quando sei con noi>
<Grazie Gustav ma si può migliorare, estremizzare. Lo migliorerò per le prossime date> Entusiasta come non mai, ci lascia a noi stessi che proseguiamo verso la nostra meritata acqua. Ci sediamo insieme a Jack, il nostro Houdini, e Lilian, la veggente del gruppo.
<Sono distrutto> esclama Axel cadendo letteralmente sulla sedia affianco a quella di Lilian.
<Non ne dubito ma evita di pestarmi e bagnarmi il vestito nuovo, idiota>
<Come sempre un angelo madama del mio cuore> con una faccia contrariata gli mostra il medio e si porta il bicchiere alle labbra, mentre Axel ride spudoratamente.
<Tra poco dobbiamo tutti essere in posizione per il giro degli spettatori; vorranno vedere tutti Helios>
<E Athena, Aria e Bella non le dimentichiamo. I bambini impazziscono vedendo le nostre leonesse>
<Verissimo Adrian>
<Io questa volta passo Jack. L'ho fatto ieri> Dice Bastian guardando stanco Jack.
<Dillo a Gustav, non a me> Sbuffa e si abbandona sulla sedia.
<Un giorno di questi creerai un tornando> ed ecco che compare Celia, una delle acrobate del gruppo, che si appoggia sulle spalle del mio amico.
<Facile parlare per te, ancora non ti sei esibita>
<Da quando ti pesa il tuo lavoro tesoro?>
<Non pensarlo neanche, sono solo stanco> Lei sorride e gli stampa un bacio sulla testa.
<Perfetto allora alza il culo, scansa fatiche, la campana è suonata> scattiamo tutti in piedi e raggiungiamo i nostri posti. Gustav è il primo ad uscire dalla tenda e si dirige a grandi passi verso il nostro angolo di ristoro, lanciando a tutti noi sguardi di incoraggiamento e affetto.

Ricordo ancora quando l'ho conosciuto. La mia prima volta al circo, spaventato e incuriosito allo stesso tempo da tutte quelle persone strane che sorridevano senza sosta a chi si avvicinava per entrare. Nessuno di loro passava inosservato, sembravano tutti perfettamente a loro agio, nel loro posto. Io ero riuscito a scappare per l'ennesima volta dall' orfanotrofio in cui vivevo e, seguendo i manifesti che trovavo in giro, ero arrivato lì davanti. Le luci, le voci, la musica, erano una calamita per me, così sgattaiolai dentro e guardai tutto lo spettacolo da un angolino in ombra. A fine spettacolo, mentre stavo per uscire, Gustav mi prese per il colletto della giacca e mi porto dietro le quinte, in disparte da tutti. Io ero completamente terrorizzato, non riuscivo a trovare una via di fuga. Quando mi mise giù mi fece una domanda che mi lasciò a bocca aperta. Ricordo ancora la conversazione che ne seguì.
<Ti piacciano gli acrobati, ragazzo?>
<S..si...penso di sì, signore... non ho mai visto tanta vita prima..> Dio ma perché mi caccio in queste situazioni, almeno non mi ha ancora cacciato a calci nel sedere fuori.
<Che ne dici di unirti a loro?> a questa proposta rimasi di sasso e, vedendo che non accennavo a proferire parola, continuò lui.
<Pensi di essere abbastanza forte? Devi ripagare lo spettacolo che hai visto senza pagare> Mi fa l'occhiolino sull'ultima frase e attende una mia risposta. Dopo un po' a fissarlo completamente inebetito annuii e venni trascinato all'indietro nel gruppo di artisti che pullulava al centro del prato.

Da quel giorno, Gustav non è cambiato di una virgola. Ha gli stessi capelli rossi, gli occhi di un verde intenso, anche il corpo possente non è cambiato di una virgola. Sembra che il tempo non abbia effetto su di lui. Non posso dire lo stesso riguardo me. Quando mi beccò avevo appena compiuto 16 anni, adesso dopo sei anni, di quel ragazzino riconosco solo gli occhi verdazzurri. Il mio fisico ha risentito di questi anni di allenamento, fortunatamente in bene. Ho una massa muscolare notevole, le braccia sono il mio punto forte naturalmente, come anche le gambe.

Pensando proprio a questo, noto un paio di stivali di cuoio che si avvicinano e mi sorpassano con la grazia di una farfalla. Alzo gli occhi e vedo la schiena di una ragazza su cui ricada una folta chioma di capelli biondi, no... non biondi, ma bianchi, un bianco purissimo. Fa vedere il biglietto a Lilian e inizia il suo giro. La seguo con lo sguardo finché riesco a riprendere il controllo di me e distolgo lo sguardo. Iniziano ad affluire molte più persone, adulti e bambini invadono il nostro spazio in men che non si dica, inondandolo ancor più di vita ed energia. I bambini corrono da un animale all'altro facendosi rincorrere da genitori terrorizzati che uno dei nostri felini possa divorare le loro piccole creature. Le ragazze si divertono come matte ogni volta.

<Guardare la paglia non compete le tue mansioni di oggi, amico> Axel mi spintona scherzosamente mentre abbandoniamo i nostri posti per fare un giro tra la folla.
<Che pensavi?> Sapessi amico mio.
<Abbiamo quattro lati nella nostra postazione no? Se facciamo un numero a quattro? Prima due a due e poi uno per ogni lato?> Non era una bugia vera e propria, pensavo a questo nuovo numero da un po' di tempo; dovevamo solo far coordinare il ragazzo nuovo con noi.
<Mi sembra pazzesco> disse Axel, iniziando ad elencarmi decine di modi per migliorare il numero e per farne più varianti, finché non arriviamo davanti alla gabbia delle tigri e vediamo una scena fuori da qualsiasi immaginario.
La ragazza che ho visto prima sta accarezzando Majesti, una delle due tigri del bengala bianche, mentre Solstice, la sua compagna, guarda la scena annoiata. Io e Axel ci guardiamo in faccia e partiamo immediatamente verso di lei e la spostiamo all'indietro.
<Voleva farsi mangiare una mano? Majesti potrà anche essere dolcissima con noi ma non vi conosce>
<Poteva farvi male> mi fa eco Axel.
<Ma non me ne ha fatto e non ne aveva intenzione> ci risponde mentre si stringe nelle spalle e lancia un'occhiata verso le due tigri.
<Come potete esserne sicura?> Le chiedo io fumante di rabbia e lei mi osserva semplicemente scusandosi e lasciandoci soli.
<Non sembrava neanche lontanamente grata di essere stata salvata> Come unica risposta sento Majesti ringhiare nella mia direzione.
<Le abbiamo disturbate a quanto pare>

L'erede degli AbissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora