Capitolo 9

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È necessario avere del caos dentro di se per partorire una stella danzante
-Friedrich Nietzsche-

Adrian
Domani arriveremo a Novaterra. Siamo in viaggio dall'alba e, finalmente, ci siamo lasciati alle spalle la foresta di Lacrime. Solo ore dopo averla persa di vista l'angoscia che ci aveva accompagnati in sua presenza ha iniziato a svanire.

Questa mattina, quando mi sono svegliato, Thaline non era più nel letto, accanto a me. Quando sono uscito l'ho trovata insieme a Celia, intente a prepara una piccola colazione per tutti. Axel e Bastian si sono presentati poco dopo, con l'aria di chi avrebbe voluto solo dormire per un'altra giornata. Abbiamo mangiato con i soliti battibecchi di Celia e Bastian e, dopo aver sistemato nuovamente tutto, abbiamo dato il via libera agli altri per partire. Gustav, che si era fermato solo per poche ore, ci precede ormai di molto.

Prima del calar del sole, abbiamo deciso di fermarci e fare un po' di riscaldamento. Sono già tre giorni che abbiamo sospeso l'allenamento, e questo non ci fa certo bene.

Mentre rifletto su un potenziale numero per la festa di Veranil, noto una figura incappucciata che si stacca dal carro davanti al mio e inizia a retrocedere lentamente verso di me. Il suo cavallo si avvicina silenzioso, quasi come se non volesse disturbare il fruscio dei pensieri che mi tengono impegnato. Quando arriva al mio fianco, una mano delicata si appoggia alla cassetta del mio carro. Con un movimento fluido e deciso, la figura si issa e si accomoda accanto a me, senza mai lasciar cadere le redini del suo cavallo.

Con l'altra mano, solleva con grazia il cappuccio del mantello, e il volto che appare è esattamente chi immaginavo chi fosse.

<Che ci fai qui, principessa?> le chiedo con un sorriso che non riesco a trattenere.
<Un certo acrobata mi ha detto di raggiungerlo ogni volta avevo tempo libero, quindi...eccomi qui> sospira fingendosi stanca ma il suo sorriso si accende, complice. Dopo ieri, mi sento più vicino a lei. L'ho giudicata solo dall'apparenza, come fanno tutti quelli la fuori, e non potevo sbagliarmi di più. Anche lei ha sofferto. Ha subito ferite profonde, invisibili all'occhio, ma altrettanto reali. Esteriormente non porta cicatrici, ma all'interno... è tutt'altra storia. Eppure ha sempre coraggio e determinazione a farle compagnia, insieme ad un sorriso che, con la sua luce, fa invidia al sole.

<Voglio testare il tuo equilibrio> le dico andando dritto al punto. La sua espressione si fa seria e mi lancia un'occhiataccia prima di rispondermi.
<Non avevi fatto tutti i tuoi test l'altro giorno> mi ribatte, il tono sarcastico.
<Oh, si tranquilla. Ho fatto tutti i test necessari, ma mi mancava un cavallo> le rispondo, ricevendo l'ennesima occhiata piena di dubbi e domande inespresse. 
<Sali in groppa a Vorthan, in piedi, e cerca di non cadere per il più a lungo possibile> le chiedo, ordino in realtà, aspettandomi di essere guardato come il peggiore dei pazzi. Invece si limita a schernirmi con un sorriso ironico.
<Tutto qui? Potrei farlo, ma staremmo qui davvero troppo tempo con gravi rischi per la mia schiena e quella di Vorth. Opterei per qualcosa di più divertente> afferma, slacciandosi il mantello e lasciandolo cadere alle sue spalle. Questo gesto rivela la sua figura avvolta in una tuta aderente che abbraccia ogni curva del suo corpo.

Con un movimento agile, lascia il mio fianco e sale sul suo cavallo, che non mostra la minima reazione. Si posiziona in piedi sulla sella, mantenendosi in equilibrio senza il minimo sforzo. Poi, all'improvviso, compie un gesto che mi lascia senza parole: spinge Vorthan quasi al galoppo, facendolo girare accanto al mio carro.

Mentre il cavallo avanza con potenza, lei si alza sulle punte e inizia a piroettare, il suo corpo che danza nel vento come se fosse parte del cavallo stesso. Concludendo la sua "esibizione",esegue una spaccata in verticale, il movimento così fluido da sembrare impossibile. Rimango a bocca aperta, cosa che affetto a mascherare, dalla padronanza che ha di se e della sua cavalcatura. Quando finalmente riporta Vorthan ad un'andatura più calma, torna a sedersi accanto a me con una leggerezza sorprendente, senza neanche un accenno di respiro affannoso.

L'erede degli AbissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora