Capitolo 7

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Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri
-Ernest Hemingway-

Adrian
Mi volto di nuovo verso il focolare che abbiamo allestito, mentre Thaline raccoglie le sue cose e le porta nel mio carro. Nel frattempo, ci occupiamo di preparare la cena. Per fortuna Celia non è ancora uscita, altrimenti ci avrebbe cacciati via subito. Non siamo grandi cuochi, ma almeno non moriremo di fame. L'inquietudine che provavo si è attenuata un po'.

Dopo aver preparato dei semplici panini con la carne, ci ritroviamo tutti seduti intorno al fuoco. I ragazzi accanto a me e le ragazze ai nostri lati.

<Potevate fare di peggio, quindi mi ritengo fortunata che sia commestibile> dichiara Celia, mordendo il suo panino.
<É perfetto, chi non sa fare un panino?> ribatte Bastian con un sorrisetto, guadagnandosi subito una delle tipiche occhiate di Celia. È impossibile non notare come si provocano sempre.

Il mio sguardo si sposta su Thaline, seduta accanto a Celia. Sta mangiando in silenzio, osservando il loro scambio con occhi curiosi e divertiti. Poi, all'improvviso, incrocia i miei occhi. Nei suoi occhi passa una luce diversa. Mi sorride e torna a guardare il fuoco e la sua cena.

<Adrian tu cosa ne pensi?> Axel mi guarda, notando la mia espressione confusa, e cerca di spiegarsi meglio.
<La magia esiste ancora? O fa solo parte della leggenda?> chiede.
<Al momento tre contro due per il si> aggiunge Lilian per chiarire la situazione. Rifletto un momento prima di rispondere.
<Forse sono troppo razionale per crederci. Mi sembrano solo storie per spaventare i bambini o per farli adorare qualcosa che non vedranno mai> dico con calma. <quindi no, non credo esista>
<Un pò come una religione> osserva Lilian a bassa voce. <Ha senso>
<In effetti esiste una religione che segue un ragionamento simile> interviene Thaline, esprimendosi per la prima volta sull'argomento. <I figli di Lyrion non venerano di certo lui, ma si dice che sia stato l'ultimo della sua casata ad avere quel potere. Brienne ne aveva, certo, ma non quanto lui e poi è morta adesso. Comunque, i figli di Lyrion credono con tutta la loro fede che esista ancora la magia. Pregano gli Dei affinché il misterioso erede scomparso ritorni e porti la pace nel regno>

É la prima volta che Thaline esprime un'opinione così approfondita su quest'argomento. A pensarci bene, è la prima volta che la sento parlare così tanto, o in generale esprimere un'opinione per esteso.

<Non ne sapevo nulla> ammette Axel. Gli sguardi di tutti si spostano più volte da lei a lui, sorpresi. È strano, Axel sa sempre tutto.
<É logico> interviene Thaline <Meno persone ne sono a conoscenza, più al sicuro sono. Non credo che molti sarebbero contenti di vedere il proprio vicino cercare di "bruciare l'acqua per far felici gli Dei"> aggiunge, facendo il gesto delle virgolette con le dita.
<Non si può bruciare l'acqua> osserva Bastian, mordendo il suo panino.
<Si dice che sia il segno che l'erede abbia recuperato i suoi poteri e il suo trono> spiega Thaline < È successo con  Kaelor, il padre di Lyrion e Brienne, ma non con i suoi figli. Per questo aspettano ancora il loro legittimo sovrano>
<É la leggenda più assurda che abbia mai sentito> commenta Axel, trovando subito consenso negli altri.
<Forse> riprende Thaline, con voce pacata, < stanno solo dicendo la verità. Dopotutto, la magia è esistita davvero nel nostro regno, perché non dovrebbe esserci ancora? Siamo noi a definire il mondo che ci circonda. Se qualcuno decide di avere paura di qualcosa, non significa che quella cosa è pericolosa davvero. Lo stesso vale per la magia. Se qualcuno ha deciso che non esiste più, non vuol dire che sia davvero così> Cala un silenzio riflessivo dopo le sue parole, finché Lilian non lo interrompe con un'esclamazione.
<Perfetto abbiamo vinto noi> esclama con un sorrisone stampato sul viso.  <Io vorrei essere invisibile a piacimento. Sarebbe molto più facile fare scherzi a voi e rendere più realistico il mio lavoro. E voi?> riflette lei ad alta voce. <Io,invece, vorrei controllare il vento> aggiunge Celia <Non dovrei più preoccuparmi di legarmi bene i nastri alle gambe o di cadere>
<immaginate poter creare delle illusioni che anche gli altri possono vedere> dice Axel <saltare dal trapezio e far sembrare che stiamo volando su un burrone alto metri e metri, sarebbe spettacolare>
<E se, mentre salti in un cerchio infuocato che non brucia, ti trasformassi in un leone bianco? Non sarebbe incredibile?> aggiunge Bastian, con gli occhi pieni di entusiasmo.

<Vi farei fare il doppio degli allenamenti> ironizzo, mentre i ragazzi sbuffano e ridono sotto i baffi.
<Ah, ecco che torna il capo!> scherza Bastian, strappando una risata generale. <Anche a te piacerebbe, bacchettone,diventeresti il re dell'inferno!> continua ridacchiando, e io non posso che godermi questa visione. Amo la mia arte con tutto me stesso e farei di tutto per migliorare,per salire sempre più in alto.
<Voi sareste i fedeli aiutanti del diavolo allora, e devo dire che non mi dispiacerebbe affatto> aggiungo con un sorriso.
<E noi invece dovremmo sbarazzarci delle donzelle che sverrebbero ai vostri piedi?> No, grazie , non è proprio il lavoro che fa per me> interviene Celia con un finto sbuffo di disapprovazione.
<Credo che il compito più duro tocchi a noi> ribatte Bastian, con uno sguardo infuocato rivolto a Celia. <L'angelo della morte ha il suo fascino, soprattutto se è una bella donna. Non oso immaginare quanti idioti dovremmo spedire tra le fiamme dell'infermo per avervi importunate>
<E chi ti dice che abbiamo bisogno del vostro aiuto?> lo stuzzica Thaline, con quel suo solito sguardo temerario. Qualcosa mi si accende dentro di me mentre la osservo. Ammirazione forse. O forse è questo suo atteggiamento ad intrigarmi sempre di più.
<Sarebbe uno spasso per tutti, in fondo> faccio notare con tono complice. Tutti mi fissano per un momento, poi sospirano all'unisono e scoppiano a ridere.

Dopo le risate, il silenzio torna a posarsi su di noi, ma è un silenzio complice, quasi confortevole. Osservo i ragazzi, uno per uno. C'è una sorta di intesta tra di noi, costruita nel tempo, cementata dalla fatica e dalla passione per ciò che facciamo. Mi accorgo, come succede sempre più spesso ultimamente, che il mio sguardo si sofferma su Thaline. È vero, inizialmente ero sospettoso, ma qualcosa sta iniziando a sciogliersi dentro di me. Dal modo in cui interagisce con i miei amici, dal modo in cui si è allenata con me, nel suo costante desiderio di dimostrare il proprio valore. Sta iniziando a diventare parte del nostro gruppo, e sorprendentemente, non mi spaventa come pensavo avrebbe fatto. 

<A proposito di allenamenti...> inizio, con tono più serio. <Non sto scherzando del tutto. Dobbiamo davvero alzare il livello. Dobbiamo spaccare tutto, questo Nix, dobbiamo lasciare tutti a bocca aperta, devono credere che non ci sia fine alle cose che possiamo fare>

Le risatine si affievoliscono. So che capiscono. Sanno che non è solo uno scherzo, ma una sfida. Qualcuno annuisce, altri si scambiano sguardi fugaci, ma nessuno obietta. È il momento in cui la leggerezza si dissolve e lascia spazio alla consapevolezza. Non mi sto riferendo solo a Bastian e Axel, ma anche alle ragazze.

<Hai già in mente qualcosa?> chiede Celia, appoggiandosi al tronco dietro di lei con le braccia incrociate. Il suo sguardo è risoluto, ma non privo di curiosità.

Annuisco <Si, se le mie idee vengono confermate, faremo vedere l'inferno a tutti> Un sorriso tagliente si disegna sul mio volto, e sento di averli catturati. C'è sempre quel brivido, quella scarica d'adrenalina quando si tratta di spingersi oltre.

<Oh, bene! Mi stavo giusto annoiando> scherza Thaline, incontrando i miei occhi e ricambiando la mia espressione, ma questa volta nel suo tono percepisco una fermezza stoica.

<Preparatevi> concludo <Appena arriviamo si comincia> 

Mentre li guardo andare ai loro carri, sento l'adrenalina crescere. So che posso contare su di loro.

L'erede degli AbissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora