Il cielo era grigio e carico di pioggia mentre Jungkook guardava la piccola Dahlia dormire serenamente nella culla. Ogni fibra del suo essere era lacerata tra il dovere di proteggere sua figlia e la necessità di ritrovare Alex, la madre di Dahlia e la donna che aveva sacrificato tutto per la loro sicurezza.
Jungkook si girò verso Jimin cercando rassicurazione.
«Sei sicuro che sarà al sicuro qui?» chiese, la voce roca dall'angoscia.
Jimin annuì, posando una mano rassicurante sulla spalla di Jungkook.
«Questo posto è isolato e ben nascosto. Nessuno la troverà qui. Ma dobbiamo andare adesso, non possiamo perdere altro tempo.»
Con un ultimo sguardo a Dahlia, Jungkook si chinò e le baciò la fronte.
«Papà tornerà presto, piccola mia.» sussurrò.
Si raddrizzò, facendo un respiro profondo e combattendo le lacrime. Con una determinazione rinnovata, si rivolse all'uomo anziano che, preoccupato, non aveva smesso un secondo di osservare quel giovane uomo.
«Grazie.» disse Jungkook, proponendo un profondo inchino nei confronti del monaco che, pur non conoscendolo, aveva deciso di accogliere sua figlia. «Le sono debitore.»
Il monaco si limitò a sorridergli.
«Secondo la filosofia buddista, la dalia simboleggia la forza interiore e la capacità di superare le avversità. Tua figlia porta un nome valoroso.» disse l'uomo, volgendo un sorriso cortese verso la bambina dormiente. «Crescendo, sono sicuro che mostrerà spavaldamente queste qualità in ogni momento della sua vita, soprattutto in quelle più ostili.»
Fu il turno di Jungkook di sorridere, guardando amorevolmente sua figlia.
«Proprio come la sua mamma.» sussurrò, accarezzando con le punte delle dita i piedini di Dahlia.
Dopo un ultimo sguardo, Jungkook, si voltò e seguì Jimin fuori dal rifugio.
Le ore si trasformarono in giorni mentre Jungkook e Jimin attraversavano città e campagne, seguendo ogni traccia, ogni indizio che poteva portarli a Chaeyoung. Ogni passo era una lotta contro il tempo, con la minaccia di chiunque lo stesse cercando sempre presente.
Era l'alba del quarto giorno quando le cose presero una piega drammatica. Jungkook e Jimin stavano attraversando una strada desolata immersi nel silenzio della mattina presto, quando furono improvvisamente circondati da uomini incappucciati.
Jungkook e Jimin, schiena contro schiena, tirarono fuori velocemente le loro pistole, consapevoli del fatto che non sarebbero state di gran aiuto: erano in netto svantaggio numerico.
«Siamo fottuti.» sussurrò Jimin, stringendo saldamente l'arma mentre continuava ad osservare ogni singolo individuo, attendendo che qualcuno si decidesse a far partire il primo colpo. «Sono troppi.»
«Dobbiamo agire d'astuzia.» sussurrò Jungkook mentre, con gli occhi, cercava un qualsiasi riparo per loro due. «Sai cosa diceva Jin?»
Jimin, pur non dandolo a vedere, sentì lo stomaco stringersi in una morsa stretta. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui aveva visto Jin! Non aveva più saputo nulla di lui, così come di nessun altro degli Shelong. Si erano tutti volatilizzati, Taehyung compreso.
«Cosa diceva?»
«Che in alcune occasioni, la difesa è il migliore attacco!» rispose Jungkook che, nel frattempo, aveva individuato un auto parcheggiata a pochi metri di distanza.
«Facile per lui dirlo!» esclamò Jimin, con un ghigno divertito. «Lo stronzo restava sempre al quartier generale, attaccato al computer!»
«È vero, ma-»
La frase di Jungkook venne interrotta bruscamente dal sibilo di una pallottola che passò esattamente sopra la testa dei due.
«Si comincia!» esclamò Jimin, con fare quasi divertito!
Le pallottole iniziarono a volare ovunque, rimbalzando sui muri degli edifici circostanti e sollevando nuvole di polvere dal terreno. Jungkook si gettò dietro l'auto abbandonata, tirando Jimin con sé.
«Dobbiamo trovare una via di fuga.» gridò quest'ultimo sopra il rumore assordanti delle pistole, sporgendosi leggermente per sparare qualche colpo verso gli assalitori.
Jungkook annuì, la fronte imperlata di sudore. Dovevano uscire da lì, ma erano senza vie di fuga. Gli uomini erano troppi e, ogni volta che tentavano di avanzare, la pioggia di pallottole li costringeva a ripararsi nuovamente.
I nemici si avvicinavano sempre di più, e la situazione peggiorava di minuto in minuto.
La speranza diminuiva con ogni secondo che passava.
«Siamo spacciati.» borbottò dopo un po' Jimin, mostrando con fare sconsolato il caricatore della sua pistola a Jungkook. Era vuoto.
Entrambi sospirarono.
Proprio quando sembrava che tutto fosse perduto, un rumore improvviso risuonò dall'alto. Jungkook alzò lo sguardo, incredulo, e vide una figura apparire sul tetto di un edificio vicino. La figura, completamente incappucciata, iniziò a sparare ai nemici dall'alto, ogni colpo preciso e letale. Gli uomini della gang rivale caddero uno dopo l'altro, presi alla sprovvista dall'attacco improvviso. Il caos si diffuse tra i loro ranghi, permettendo a Jungkook e Jimin di riprendere fiato e contrattaccare.
La figura incappucciata continuò a sparare, eliminando i nemici con una precisione letale degna di un vero cecchino. Jungkook aveva visto poche persone nella sua vita mostrare una capacità simile.
Quando il numero di nemici iniziò a diminuire, la figura scese agilmente dall'edificio, atterrando con una grazia sorprendente sul suolo.
Velocemente, corse verso Jungkook e Jimin, che erano ancora nascosti dietro la macchina. Jungkook la guardò avvicinarsi e, con il fiatone, saltò dietro la macchina, abbassandosi accanto a loro.
Jungkook e Jimin si scambiarono uno sguardo di confusione. Chi diavolo era?
La figura incappucciata sospirò quasi platealmente e Jungkook sentì qualcosa muoversi dentro di sé.
«Non vi posso lasciare da soli neanche per qualche giorno!»
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im back! il capitolo è super breve ma perchè ho intenzione di pubblicare il prossimo entro la fine della giornata :3
secondo voi, chi è arrivato in soccorso dei nostri baldi giovani?
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Paradise Gone Wrong [Rosekook Italian FanFic] j.jk • p.cy
Fanfictiontrailer: https://m.youtube.com/watch?v=O1vS6oRcMb8 Quasi un anno dopo l'esplosione, Alex si sveglia dal coma. Non sa cosa sia accaduto negli ultimi mesi e non sa che cosa le riservi il futuro. Ha solo 5 consapevolezze al suo risveglio: 1. suo frate...