Dahlia era a lato della strada.
In piedi ad un passo da lei, si trovava un uomo interamente vestito di nero. Il viso era coperto da una mascherina scura e da occhiali da sola – nonostante fosse sera. Sulla testa, indossava anche un cappuccio, rendendo completamente impossibile riconoscerne il volto.
Con gli occhi sbarrati, Alex lo vide accovacciarsi sopra Dahlia.
Un pensiero orribile attraversò la mente di Alex: vogliono rubarmi mia figlia.
L'unica cosa che riuscì a fare, però, fu gridare: «No!»
Ma, prima ancora che quell'uomo potesse toccare la bimba, una seconda figura comparve alle sue spalle e, prendendolo completamente alla sprovvista, lo costrinse ad accasciarsi al suolo, dopo avergli tirato un pugno dritto sul naso.
In quel momento, Alex reagì.
Mentre lo sconosciuto si assicurava che l'uomo incappucciato non fosse in grado di riattaccare, Alex si gettò verso Dahlia e, solo quando riuscì a stringerla tra le sue braccia, rilasciò un sospiro di sollievo.
«Grazie al cielo!» sussurrò, dopo essersi assicurata che non si fosse fatta troppo male.
Aveva solo un piccolo graffio sul viso.
«Forza!» disse lo sconosciuto verso di lei, afferrandola per la manica del cappotto e cominciando a correre.
Alex, però, oppose resistenza.
«Ehi!» esclamò risoluta, divincolandosi dalla sua presa. «Con te non vado da nessuna parte! Potresti essere un suo complice!»
«Mi fa piacere sapere che continui a non fidarti di nessuno.» mormorò, quasi divertito.
Poi, mantenendo la calma, si voltò e, nel farlo, abbassò la mascherina sotto al mento permettendole di vedere il suo viso.
Alex spalancò gli occhi.
«Tu?!»
**
Alex era seduta sul divano del suo appartamento. Nelle mani, tremanti, sorreggeva una tazza piena di tè. Lo sguardo era fisso davanti a sé, perso nel vuoto. Di tanto in tanto, lui la osservava mordicchiarsi nervosamente un labbro, mentre le gambe non smettevano di agitarsi, su e giù, su e giù, in un loop continuo e irregolare.
«Dammi la tazza, ormai quel tè è diventato freddo!» mormorò sommessamente, allungando una mano verso la ragazza.
Lei, però, non accennò a fare alcun movimento.
«Come hai fatto a trovarmi?» domandò Alex, senza cercare un contatto visivo.
Il ragazzo si limitò a ritrarre la mano e sospirare.
«E cos'è quella?» chiese ancora, indicando con un cenno del mento il tavolino davanti a lei su cui era posizionata una busta bianca.
«È una lettera.» mormorò il ragazzo.
«Questo già lo sapevo.» affermò tagliente Alex, controllando il tono di voce per non svegliare la bimba.
Dahlia era infatti dormiente nella camera da letto.
«Voglio sapere come hai fatto a trovarmi e perché mi hai consegnato questa lettera, Jimin!»
Il ragazzo si abbandonò ad un altro sospiro e, passandosi una mano sul volto, diede le spalle ad Alex. Osservò il soffitto per qualche secondo, come se stesse accumulando la forza di rispondere, e poi tornò a guardare Alex.
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Paradise Gone Wrong [Rosekook Italian FanFic] j.jk • p.cy
Fanfictiontrailer: https://m.youtube.com/watch?v=O1vS6oRcMb8 Quasi un anno dopo l'esplosione, Alex si sveglia dal coma. Non sa cosa sia accaduto negli ultimi mesi e non sa che cosa le riservi il futuro. Ha solo 5 consapevolezze al suo risveglio: 1. suo frate...